Il nuovo "L'Eco di Aversa" è una riedizione del foglio cittadino fondato da Gaetano Parente nel 1861. Il logo riprende un dipinto di Gennaro Conti, del 1886, raffigurante il sindaco Gaetano Parente nell'atto di indicare a Vittorio Emanuele la Via Roma.
Comunicato stampa della Diocesi di Aversa sulla decisione della comunità francescana di lasciare lo storico complesso conventuale di Santa Maria delle Grazie e Sant’Alessio a Giugliano, mettendo fine alla antica presenza della comunità religiosa.
Si svolgerà ad Aversa la prossima Missione mariana del Rosario, ripresa da poco dopo lo stop causato della pandemia del coronavirus. Guidata da don Francesco Paolo Soprano, delegato del Santuario per le Missioni mariane, la visita nella città normanna si protrarrà dal 25 al 28 novembre per un tempo forte di evangelizzazione e di preghiera. “L’arrivo dell’Icona della Madonna di Pompei nella città Aversa è un evento di carità della Grazia che coinvolge la nostra comunità parrocchiale e l’intero territorio”, sottolinea don Ernesto Rascato, parroco di s. Lorenzo fuori le Mura. “ Ma è anche un’opportunità di scambio storico e culturale tra l’Abbazia aversana e il Santuario di Pompei. Infatti, quando Bartolo Longo iniziò le opere di evangelizzazione e di carità, il venerato Quadro della Madonna del Rosario nel 1875 fu accolto e collocato a Pompei in SS. Salvatore in Vallo, ovvero una chiesa anticamente dipendente dal Monastero benedettino di S. Lorenzo fuori le Mura”.
Dalle 17.30 del 28 ottobre, presso la Sala Guitmondo del Seminario Vescovile di Aversa, verrà presentato il libro “La chiesa di San Giovanni Evangelista. Un inedito ciclo di affreschi del Trecento ad Aversa”, scritto dalla professoressa Anna Grimaldi. Il volume giunge dopo il suo precedente lavoro monografico sulla decorazione del Duomo di Aversa in Età moderna del 2010, e altri suoi contributi scientifici, il testo aggiunge un nuovo e importante tassello alla conoscenza di uno dei centri storici più interessanti della Campania, per le sue origini normanne e per la ricchezza delle testimonianze monumentali e artistiche.
Il Vescovo Angelo Spinillo, in occasione della Pentecoste, invia un messaggio di riflessioni e commento a tutti i fedeli della Diocesi di Aversa, per il momento che culmina il periodo pasquale.
Siamo alla Pentecoste, il momento culminante della Pasqua. La potenza dello Spirito viene ad insegnarci come noi, liberati dalla morte, riceviamo la nuova alleanza con il Signore. “La legge nuova ha bisogno di un solo comandamento – osserva mons. Angelo Spinillo nel suo commento al vangelo di domenica prossima, 23 maggio 2021 – ovvero amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo perché questi possa avere vita”.
Martedì 4 Aprile alle ore 21:30
presso il Chiostro del Monastero di Sant’Agostino di Aversa, sede del Centro
Diocesano Caritas, si terrà la lettura continua della Passione secondo Luca
nell’ambito delle manifestazioni culturali della Diocesi inerenti la Pasqua. Giunta
alla seconda edizione, la “Passio” si riconferma come momento di incontro per
gli universitari ed i gruppi giovanili attivi sul territorio, con S.E. Mons.
Angelo Spinillo, vescovo di Aversa ed il sac. Mario Vaccaro, responsabile
Pastorale Universitaria. >>>
Quest’ anno dal 2 maggio, in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia, è stata allestita una mostra storico-artistica dal titolo “Misericordiae Vultus: La Bellezza della Misericordia in Terra di Lavoro” presso il Museo diocesano della cattedrale che ha come tema la Misericordia, tematica molto cara a papa Francesco.
La mostra, che avrebbe dovuto chiudere i battenti il 31 maggio, è stata prorogata e resterà aperta al pubblico, a partire da lunedì 6 giugno sino al 30 giugno, l’orario per le visite sarà il seguente:
lunedì-mercoledì- venerdì e sabato dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00.
Domenica: dalle 17:00 alle 19:00.
Una ricca rassegna iconografica da non perdere, dedicata al Volto della Misericordia organizzata dall’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici, curato da monsignor Ernesto Rascato, in stretta collaborazione con le Soprintendenze Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta, Benevento e Napoli, con il prezioso supporto logistico dei volontari dell’Associazione In Octabo di Aversa.
Un fiore all’occhiello per la diocesi di Aversa e per tutto l’agro aversano cha ha registrato una notevole affluenza di fedeli, tanti sono stati i gruppi di scolaresche accorse per poter ammirare tanta bellezza. I giovani volontari sono entusiasti di condurre per mano i visitatori e far da guida turistica, per far si che conoscere ed esplorare tanta bellezza significhi aprire gli occhi, formare una nuova coscienza proprio come “Arte” infatti l’arte sacra si prefigge come strumento di alto spessore di evangelizzazione.
Molte sono le opere d’arte presenti, tra cui dipinti, statue, e affreschi, documenti storici. È un percorso storico artistico di alto valore con numerose opere provenienti dal territorio della diocesi. Non è solo un tuffo nel passato, è attualità da riscoprire. Si parte dal cuore della misericordia, l’itinerario spirituale è articolato in tre sezioni: Volto di Gesù Misericordioso, umiliato, ferito e crocifisso;Maria Mater Misericordiae, omaggio alla venerata Vergine Maria; i Santi testimoni della Misericordia, fratelli nel cammino della fede, non per ultimo una sezione dedicata alle testimonianze archivistiche con documentazione storichi e musicali.
Tra gli esempi luminosi, oltre alla devozione mariana, l’arte aversana: Santa Maria, Icona di Santa Maria a Piazza, la madonna Addolorata, sulle tracce della misericordia nel territorio diocesano.
Presenti nella terza sezione alcuni busti d’argento come San Giuseppe e San Francesco della stessa cattedrale di Aversa, un modo per risvegliare la nostra coscienza attraverso le opere della misericordia guidati da tanti testimoni della fede, questo è lo scopo della mostra, entrare sempre più nel cuore del Vangelo, affinché diventi occasione per riflettere.
È un’occasione per comprendere il significato più profondo dell’amore e del perdono e può contribuire ad una crescita interiore verso cammino di conversione. Una mostra che propone un cammino di conversione, grazie anche alla modalità espositiva scelta, realizzata nei minimi dettagli che potrebbe restare esposta fino alla chiusura del giubileo della misericordia, il 23 novembre.
Continuano ad essere infuocate le polemiche dopo la decisione del Ministro degli Interni Alfano di interrompere una plurisecolare tradizione e consentire alla Diocesi di Napoli di nominare parte dei membri della Deputazione del Tesoro di San Gennaro. Un affronto intollerabile per molti napoletani, che sentono di essere “scippati” del loro patrono, il cui culto è affidato, caso praticamente unico, ad una organizzazione interamente laica. La questione è soprattutto simbolica ma ha anche una enorme valenza economica, poiché la Cappella del Tesoro conserva una patrimonio inestimabile di ori, gemme e preziosi, forse davvero il più favoloso tesoro esistente al mondo, come sostiene qualcuno, oltre ad immobili e altri beni di varia natura.
La Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro esiste dal 1601, per voto del popolo napoletano deciso ad onorare degnamente il proprio santo patrono. Il suo compito è quello di sovraintendere alla costruzione ed alla conservazione della cappella del Santo, amministrare i beni e i doni offerti, custodire le reliquie e mantenere il culto di San Gennaro. E’ una particolare istituzione preposta all’amministrazione del culto oltre che gestione di immobili e beni materiali, riconosciuta con Bolla di Fondazione di Papa Paolo V nel 1605 che, ponendo la Deputazione sotto la diretta autorità pontificia, riconobbe il diritto di patronato della città di Napoli sulla cappella e il diritto di nomina dei canonici, derivanti da fondazione laicale e non discendente dal diritto canonico. La composizione della Deputazione è stata determinata, sin dalle origini, in base alla composizione dei sedili cittadini: 5 seggi nobiliari ed il seggio del popolo, i quali si impegnarono a versare una annuale dotazione economica per il funzionamento della cappella. I tentativi di intromissione della Curia Diocesana di Napoli furono molteplici nei secoli, ancora nel 1635 Papa Urbano VIII ribadì con una propria bolla l’indipendenza della cappella e della deputazione dall’Ordinario Diocesano, attribuendole anche il diritto di nomina dei chierici e ponendola sotto l’autorità del Nunzio Apostolico presso la corte di Napoli. L’abolizione dei sedili nel 1800 provocò anche una temporanea soppressione della deputazione, le cui funzioni furono assegnate ad un Tribunale Conservatore, nel 1806 Ferdinando I ricostituì la Reale Deputazione assumendone direttamente la presidenza e fissando a 7 il numero di componenti, tutti aristocratici di nomina regia, restituendo loro le prerogative di gestione della cappella ed amministrazione laica del culto. Durante il decennio napoleonico le funzioni ed attribuzioni della Deputazione rimasero invariate, Gioacchino Murat nel 1811 stabilì che la presidenza della Real Deputazione fosse assegnata al sindaco di Napoli, una tradizione che continua ancora oggi, affinché il Santo sia pienamente dei napoletani.
Con la restaurazione borbonica i deputati furono portati a 12, nel 1852, e rimasero tutti di nomina regia e di estrazione aristocratica. La laicità dell’ente fu confermata anche dopo l’Unità d’Italia, lo stesso Garibaldi, ben lungi da accampare mire sulla Cappella e sul Tesoro, stabilì l’esenzione per la Deputazione dall’applicazione delle norme eversive sui benefici e sulle cappellanie laicali, alla Deputazione fu riconosciuto la status di “Institutione sui generis” con diritto di juspatronato laico. Nello stesso 1861 fu determinata la composizione definitiva della Deputazione: presidenza affidata al sindaco della città di Napoli, affiancato da 12 deputati, eletti in numero di due in rappresentanza di ciascuno degli antichi seggi cittadini, 10 nobili e 2 borghesi. Le prerogative patrimoniali di San Gennaro rimasero indenni anche alla soppressione degli enti ecclesiastici ed all’incameramento statale dei beni delle congregazioni nella seconda metà dell’800. Nell’agosto 1927, Papa Pio XI, con la bolla Napolitanae Civitatis sancì definitivamente il diritto di patronato della Città di Napoli sulla cappella, l’amministrazione dei beni della stessa, l’elezione dei cappellani e l’amministrazione del culto divino. Nel 1946, con l’avvento della Repubblica, la Deputazione ha saputo ancora una volta rinnovarsi per garantire i diritti del popolo napoletano sul suo Patrono, fino ad oggi infatti le nomine dei deputati avvenivano con decreto del Presidente della Repubblica sulla base di liste di candidati presentate dalla Deputazione medesima, nella compilazione delle quali ci si attiene all’antica divisione dei Seggi napoletani, con la presidenza affidata al Sindaco pro tempore.
Nelle scorse settimane il Ministro Alfano, probabilmente per ingraziarsi le gerarchie della curia napoletana, è intervenuto improvvidamente sul funzionamento della Deputazione equiparandola per decreto ad una Fabbriceria, cioè un ente avente esclusiva finalità di costruzione, gestione e manutenzione degli immobili, di cui un terzo dei membri è nominato dal Vescovo del luogo. In tal modo si legano le vicende della Cappella di San Gennaro e del suo favoloso tesoro all’autorità della Diocesi di Napoli, sottraendole al popolo napoletano ed al tradizionale carattere di laicità del culto del Santo. Alfano, evidentemente a digiuno di antichi privilegi ecclesiastici e della conoscenza di Napoli, è entrato a gamba tesa in una vicenda che dovrebbe essergli aliena, provocando le sacrosante ire dei napoletani. La polemica sta toccando la città trasversalmente, antichi nobili e nuovi plebei, neo ricchi e vecchi lazzari, toccando la politica, le associazioni, i movimenti, in un sussulto di tradizione e di comunità.
Con l’apertura dell’anno del Giubileo della Misericordia iniziato l’8 dicembre 2015 che si concluderà il 23 novembre 2016 indetto da Papa Francesco,ci troviamo a vivere un tempo forte per il cammino della Chiesa che ha per tema la misericordia.
“Dio è Misericordia” è il titolo del convegno-incontro avvenuto Venerdì 5 febbraio alle ore 18:00,nell’aula magna del Seminario Vescovile di Aversa.Un incontro voluto dalla Consulta delle aggregazioni laicali (CDAL), di cui è segretaria la prof.ssa Maria Luisa Coppola, cui ha presenziato il Vescovo S.E. Angelo Spinillo. Un alto momento per la nostra diocesi e non solo, ricco di spiritualità e spunti di riflessione. Un folto numerodi laici e religiosi si sono radunati attorno al Vescovo per discutere, comunicare, confrontarsi; ma soprattutto dialogare con le associazioni che a vario titolo sono impegnate per la tutela del nostro territorio per contribuire alla crescita della nostra città. Attenzione al territorio, alle persone, alla vita e al creato: sono queste le preoccupazioni del Vescovo. Presenti all’evento molti esponenti delle associazioni, il Presidente provinciale dell’Unicef, Emilia Narciso, il WWF, e altre ancora. Un intenso momento per condividere,per progettare, organizzare nuovi percorsi da seguire, verso un nuovo umanesimo; uscire dai propri orizzonti, e dalla miseria per incontrare l’altro. Verso un cammino comune di intenti uniti dall’amore fraterno. Insomma comunicare profondi valori,toccare, tendere la mano a chi soffre a chi ne ha più bisogno, per vivere in pienezza e armonia quest’anno santo. Al termine un apericena offerto dalla Diocesi.
Prima di essere scelta come sede della Parrocchia di S. Audeno (nel 1934), la Chiesa della SS. Trinità, era sede e luogo di culto della confraternita omonima. Sappiamo che le sue condizioni economiche erano buone, e permisero alla Congrega di edificare la chiesa con gusto ed eleganza, la quale fra le pie opere di misericordia corporale, doveva ospitare i pellegrini. Gaetano Parente nella sua opera: ”Origini e vicende ecclesiastiche della Città di Aversa”, utilizza questa espressione: ”Trinità dei Pellegrini”, difatti, nei pressi di ques’ultima sorgeva il Sacro Ospedlae della SS. Trinità. All’esterno si possono notare: in alto un bassorilievo in stucco con l’Assunta tra la Trinità; in basso, due statue raffiguranti S.Filippo Neri, fondatore della confraternita, e S. Giacomo, pellegrino errante (la confraternita si assumeva il compito di assistere i pellegrini) entrambe risalenti al 1744. Fu Bernardino Morra, vescovo di Aversa e stretto collaboratore di San Carlo Borromeo a benedire la posa della prima pietra nel luglio del 1603. Attiguo alla chiesa, era il suddetto Ospizio, fondato nel 1616 ed attivo fino al 1764. Nella parrocchia furono battezzati i musicisti N. Jommelli e D. Cimarosa: di quest’ultimo si conserva l’atto. Numerosi furono gli ”spiriti magni”, ricordiamo Eleonora Pisano, insigne benefattrice. Tra i tanti parroci che si susseguirono, va ricordata l’opera di Don Vincenzo Gnasso, ma ancor prima quella di Don Ciro Della Volpe quando, non ancora prete, e semplice suddiacono, nel 1894 spinto da una costanza disarmente, volle istituire in questa chiesa il culto di San Ciro: medico, eremita e martire. Riassumiamo una relazione del 24 ottobre 1912, scritta da lui stesso:
”Con numerosi stenti mi proposi di costruire la statua in onore del mio grande e glorioso Patrono, ne affidai l’incarico ad un valoroso aversano, il Signor Francesco Giordano, allievo del rinomato scultore napoletano Citarelli, il quale, a misura che io arrivavo a guadagnare e consegnargli una sommetta, così ripigliava il lavoro. Sicchè, dopo il corso di parrecchi mesi, vidi coronati i miei sforzi, ed il 15 novembre 1896 il Can. D. Alessandro Montone benedì il lavoro riuscito. Il prefato Canonico credette opportuno far portare il simulacro di S.Ciro in processione per le vie principali della parrocchia…”.
Fu così che la città di Aversa, grazie ad un umile prete, uno di quelli che forse non conoscevano altro latino che quello del messale, che celebravano la messa con animo puro, vide sfilare tra le sue vie ogni 31 gennario anche questa processione, una ricorrenza che però, già da qualche tempo non è più in uso.
Venerdi’29 gennaio 2016, serata di cultura e spiritualità nella suggestiva cornice dello storico palazzo Parente, da tempo sede del salotto letterario, in cui sono stati ospitati tanti autori. E’ stato presentato il romanzo “L’amante di Cristo” di Alessandro Zannini: un evento ideato
e promosso dalla prof.ssa Maria Luisa Coppola, Presidente di Serra International Italia, con la collaborazione dell’ Avv.Antonio Santi, Fondatore Salotto del Festival Cimarosa. Presente all’evento oltre, all’autore casertano Alessandro Zannini, Mons. Francesco Picone, Vicario generale della Diocesi di Aversa e successore di don Peppe Diana nella Parrocchia di San Nicola a Casal di Principe, sempre attento alle problematiche del nostro territorio. Un incontro coinvolgente e stimolante per discutere le tematiche proposte nel libro che rievoca la figura di Mons. Nogaro, Vescovo emerito di Caserta, l’amante di Cristo, impegnato nella lotta civile a sostegno dei bisognosi e degli ultimi, insomma una chiesa degli uomini non delle istituzioni. Un romanzo intenso, dalla lettura scorrevole, al centro Nogaro ed i sacerdoti impegnati a favore dei più deboli. Il dibattito è stato interessante e vivace, con contributi di notevole spessore per l’attualità dei temi. Particolarmente emozionante la relazione di Don Francesco Picone, che ha ricordato il martirio di don Peppe Diana, leggendo una lettera molto commovente a lui indirizzata. Alcune alunne del Liceo Caracciolo hanno commentato passi del libro che, dato il grande successo ottenuto, a breve diventerà una fiction televisiva.
Un alto momento di riflessione è stato offerto ai numerosissimi presenti all’evento dall’artista Anna Maria Zoppi, che ha realizzato un quadro ispirato dal libro. Attraverso l’arte, vuole farsi portatrice di bellezza e speranza. Una frase di don Peppe Diana riportata dal libro che voglio ricordare e che ognuno di noi dovrebbe far sua è “ciascuno di noi sia come l’ape che fa in silenzio il proprio miele”.
La sala gremita ha applaudito, sottolineando l’intensità dei momenti intensi vissuti con l’autore e con i relatori che hanno dato un variegato ventaglio di suggestioni su cui riflettere.
Periodico
Registrazione presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere N. 602 del 19/09/2003 Direttori responsabili: Andrea Scaglione e Salvatore De Chiara