Il nuovo "L'Eco di Aversa" è una riedizione del foglio cittadino fondato da Gaetano Parente nel 1861. Il logo riprende un dipinto di Gennaro Conti, del 1886, raffigurante il sindaco Gaetano Parente nell'atto di indicare a Vittorio Emanuele la Via Roma.
La sua costruzione risale certamente all’XI secolo, benché non sia possibile determinare, con assoluta certezza, la data; certamente dovette essere già costruita nel 1503, quando fu nominato il primo Vescovo Azzolino; per cui, in considerazione anche di certi elementi stilistici, si adotta generalmente come data il 1050; la costruzione viene infatti attribuita ai conti Riccardo I e Giordano I (1078-1090).
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Fu fondato nel 1566 dal Vescovo Balduino de Balduinis, nello stesso luogo in cui si trova attualmente, ma limitato a due sole stanzette.
Resosi necessario allargarlo, nel 1594 il vescovo Pietro Ursino comprò a piazza Plebiscito, di fronte al Sedile di S. Luigi, il palazzo “del Tufo” e vi trasferì il Seminario, che vi rimase fino al 1725. Nel 1697, il Vescovo Card. Innico Caracciolo, nel desiderio di riorganizzare e sistemare il Seminario, lo fece ricostruire, ampliato, nella sua antica sede di piazza Normanna, vicino al Duomo ealla Curia. Ebbe allora la forma che è rimasta, salvo alcuni particolari, fino ai nostri tempi.
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Chiesa di S. Maria delle Grazie Caterina Rosano Costruita per volere di Porzia Abenavolo, moglie di Cesare del Tufo, per custodire un’immagine sacra della Vergine delle Grazie (un tempo collocata sulle mura della città e oggi inglobata sul muro della facciata), la Chiesa di Santa Maria delle Grazie esisteva già nel 1576, come si evince dagli atti di una Santa Visita, riportati anche dal Parente. In seguito al terremoto del 1980 ha subito numerosi danni ed è stata oggetto di restauro nel 1991 che le ha restituito in parte lo splendore della sua originaria configurazione barocca.
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Esistevano ad Aversa molte edicole (piccole cappelle) sparse per la città, di cui solo alcune restano; le più importanti sono quella della Consolazione (via Vittorio Emanuele II), costruita nel 1830; quella di via Monserrato, che è una delle più antiche, essendo stata costruita nel 1589; la citata di S. Antonio e quella di via Iommelli.
Nel corso della sua storia secolare, Aversa, nei periodi di maggiore splendore, ebbe – tra i suoi cittadini – famiglie illustri per nobiltà, le cui abitazioni recavano i segni dello splendore del tempo, e restano, oggi, a testimonianza del gusto del periodo in cui furono costruite, e della storia comunale della città. Tra gli edifici sopravvissuti, di maggiore interesse sono i seguenti:
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Nel 1813, furono imposti i Cimiteri fuori delle città, e nel 1817 ne fu ordinato uno per ogni comune. Nel 1836, vi fu un’epidemia di vaiolo e nel 1837 una di colera; risultati insufficienti i cimiteri di Cirigliano (poi soppresso), e quello della Madonna dell’Olio (tra Aversa e Succivo), fu costruito quello attuale, con una semplice cerchia di mura ed una cappella al centro. La Chiesa, opera dell’architetto Valente, è l’unica ad Aversa con la pianta a croce greca; fu costruita nel 1858, e vi si conservano dipinti di alcuni pittori aversani, tra cui Pastore, Marchione ed altri.
N.B.: la foto d’apertura mostra l’ingresso principale del Cimitero
Il sindaco Gaetano Parente, appassionato studioso di storia aversana, sul “foglio municipale” (L’Eco di Aversa) che egli inaugurò nel settembre del 1862, nel 1865 avanzò e caldeggiò la proposta dell’istituzione di una Biblioteca Comunale ad Aversa. Il 30 maggio 1866 il suo desiderio fu realizzato, e il Consiglio Comunale ne approvò la proposta. Ma si dovette attendere ancora a lungo, prima che l’iniziativa fosse portata a realizzazione. Solo dopo un decennio, il 4 giugno del 1876, la Biblioteca potè essere inaugurata dal Sindaco Francesco Orabona; aveva sede nell’ex convento di S. Domenico, dove aveva sede anche il Palazzo Comunale. Il primo Direttore fu il cav. Francesco Pelvica di Mauro.
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La sede più antica della Casa Comunale di Aversa, dopo l’unificazione dell’Italia Meridionale al Regno d’Italia, fu l’edificio di Piazza Plebiscito nel quale era, fino a qualche tempo fa, ospitata la Pretura, e che si appresterebbe a divenire “Museo Civico”.
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Sorse come ospedale militare per i combattenti in Africa Orientale; successivamente fu trasformato in Ospedale Civile; nel 1940, agli inizi della II Guerra Mondiale, ebbe di nuovo la funzione di Ospedale Militare. Nel 1943, fu requisito dagli Alleati.
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Nel 1800, fiorirono molte istituzioni benefiche, tese ad alleviare i mali dell’umanità; tra le altre iniziative filantropiche, si pensò di realizzare dei Centri per la raccolta dei vecchi poveri e abbandonati: i Mendicicomi.
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Periodico
Registrazione presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere N. 602 del 19/09/2003 Direttori responsabili: Andrea Scaglione e Salvatore De Chiara