Il nuovo "L'Eco di Aversa" è una riedizione del foglio cittadino fondato da Gaetano Parente nel 1861. Il logo riprende un dipinto di Gennaro Conti, del 1886, raffigurante il sindaco Gaetano Parente nell'atto di indicare a Vittorio Emanuele la Via Roma.
Chi scrive è una persona che AMA la sua terra, con le
sue miserie e le sue virtù. Un giorno sono scappato dal sud, ho preso un
treno e sono partito, costruendomi una vita lontano da casa, dalla mia
famiglia, dalla mia pianura che sapeva di arance, che in primavera ti
rallegrava con il ronzio dei calabroni e l’odore dei pomodori messi a seccare
al sole. Nella nebbia del nord camminavo a tentoni per cercare la mia strada,
mi sentivo in colpa per aver abbandonato tutto e tutti per un futuro lontano
dalla mia terra e dalla mia gente, pensavo a cosa avevo lasciato, mi sentivo in
colpa, perché avrei potuto rimanere e cambiare un po’ le cose: farlo per
me, per la mia gente e per i miei amici, che a volte boccheggiavano nella speranza
di trovare la loro strada in un vicolo buio dove non entrava nemmeno la luce
del sole, pensavo al profumo del mare, quello che ti prende le narici quando
piove e ti sembra quasi di essere sul bagnasciuga. Me ne ero andato, con la
scusa di tutti, “qui non c’è lavoro“, giustificato dalla
mancanza di futuro e di prospettive, mi sentivo un traditore. >>>>
Credo sia
sotto gli occhi di tutti il dato inconfutabile secondo cui, oramai, è inutile
aspettarci che i politici attuali possano elaborare un qualunque progetto di
sviluppo nell’interesse di noi cittadini e dei nostri figli. >>>continua>>>
Questa notte ho fatto un sogno; ho sognato le stelle e mentre vagavo nel buio siderale mi ha folgorato un’idea sconvolgente. Immaginiamo che per un’improvvisa magia si arresti il loro eterno vagare e che siano immobili nell’ultima posizione raggiunta. Dopo un tempo infinitesimale darebbero inizio ad un moto di avvicinamentosempre più rapido in cui le sfere più piccole, collidendo, creerebbero sfere più grandi che, incontrandosi con altre, ne creerebbero di nuove fino a raggiungere una sola grande sfera, contenitore unico di tutta la massa. >>>>
Ultimamente mi lamento in continuazione. Ce l’ho col Sistema. Lamentarsi di quello che non va è, in un primo momento, liberatorio e semplice, ma, poi, non basta. Dopo un po’ si sente, difatti, la voglia, la necessità di fare qualcosa, di ribellarsi. Ci si domanda, allora, cosa si potrebbe fare di concreto per non morire (accadimento certus an, incertus quando) con il peso della colpa di avere vissuto nell’obbedienza e nel conformismo. Nel colore bianco di chi nulla dice per non mettersi contro il Sistema in base a ragioni di opportunismo pragmatico o cecità intellettuale. >>>>
Sfogliare un giornale, specialmente tramite il web, dà il senso dello smarrimento assoluto. Troppo tristi i nostri giorni, troppo stressanti le nostre giornate lavorative per poter leggere senza ulteriore affanno quel che ci sommerge a valanga: delitti, violenze, soprusi ed inenarrabili sciagure naturali. Come non sentire il cuore oppresso da tanto dolore? Ma la vita continua, il tempo fugge, scivola dalle nostre esistenze che rischiano di appiattirsi, lasciando in un remoto spazio quel che, invece, dovrebbe occupare per lo più il nostro essere… “Alle fronde dei salici” i poeti hanno appeso le cetre? Strano a dirsi, ma non è così: giovani poeti accarezzano il cuore con la leggiadria dei loro versi, grandi poeti continuano a trovare ispirazione pur nella tempesta dei sentimenti e vivono in una vita riservata ma ricchissima la Bellezza dei sogni, quelli veri, per i quali ancora è bello vivere. E’ un onore per la redazione de L’Eco ospitare le voci dei poeti, pubblicare le loro elegie, perché attraverso le loro rime possiamo aiutare i nostri lettori a voltare pagina, ad estraniarsi dal grigiore della quotidianità, regalando sogni a volontà. Da questo numero, si apre “La stanza del poeta” : grazie a tutti i poeti, in particolare all’amico Vincenzo Dianail quale ci avvierà sul sentiero della Bellezza porgendoci le gemme della sua preziosa collana.
E’ la manifestazione che l’Ass. Aversaturismo ha indetto per domenica 13 maggio, di cui sono venuta a conoscenza da un’email del console del TCI Sergio D’Ottone. Dell’antica frequenza con cui a Palazzo Parente molti anni fa si dibatteva, con altri numerosi amici interessati ad un rilancio del Turismo nella nostra città, ho un ricordo vivido e molto chiaro: eravamo scontenti della politica normanna, dell’indifferenza con cui si è lasciato all’oblio del tempo un patrimonio ricchissimo che in altri Comuni sarebbe considerato un fiore distinto all’occhiello. >>>>
Ho accettato la Direzione dell’Eco di Aversa con lo spirito di un prete che parte per la Missione. I terrori in cui si va in missione, solitamente, sono territori difficili, in cui chi va cerca di portare innovazione ma spesso finisce per fare esperienza con chi sta. Mi sento come il prete alla missione, perché come quel prete appartiene alla Chiesa, intesa come l’assemblea del potere Vaticano, e da essa si vuole distinguere con l’impegno, l’intellettuale appartiene al Salotto, inteso come assemblea dei vani propositi, e da esso mi vorrei distinguere. Troppo spesso nel Salotto si dibatte, si prende posizione, ci si indigna, ma tutto finisce con uno sfogo fra amici, salutare per la psiche ma infecondo per la comunità. Un po’ di sano impegno civile, attraverso la Direzione dell’Eco di Aversa, mi darà forse l’occasione di portare qualche idea nuova e spero mi dia l’occasione di accrescere la mia esperienza, umana e professionale, bagnando i miei panni in acque ricche ma tumultuose. >>>>
Periodico
Registrazione presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere N. 602 del 19/09/2003 Direttori responsabili: Andrea Scaglione e Salvatore De Chiara