Rubrica: ENCICLOPEDIA DI AVERSA
Questa pagina contiene tutti gli articoli de L'Eco di Aversa appartenenti alla rubrica ENCICLOPEDIA DI AVERSA. Sono elencati in ordine cronologico dal più recente al più vecchio.
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Rubrica ENCICLOPEDIA DI AVERSA
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INTRODUZIONE A: "ENCICLOPEDIA APERTA DI AVERSA" E "BREVE STORIA DI AVERSA", PUBBLICAZIONI IN ITINERE, Antonio Santi
"ENCICLOPEDIA APERTA DI AVERSA" E "AVERSA. Aspetti di storia e di vita" DI ENZO DI GRAZIA, Antonio Santi
DEDICA, da "AVERSA. Aspetti di storia e di vita" di Enzo Di Grazia
AL LETTORE di "AVERSA. Aspetti di storia e di vita", Enzo di Grazia
ESTRATTO DA: "ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI E UNICEF CAMPANIA PER LA SALVEZZA DELLE CITTA' DI TUTTO IL MONDO" (Dal discorso tenuto dal prof. Giorgio La Pira al Convegno dei Sindaci di tutto il Mondo svoltosi in Firenze il 2 ottobre 1955)
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Nella costruzione di Aversa, i Normanni utilizzarono in gran parte, i marmi provenienti dalle distrutte città di Atella e di Liternum: questi sono ancora visibili, specialmente nella zona più antica di Aversa, addossati ai muri o negli angoli dei palazzi; alcune colonne sono veramente belle, adornate di fregi e di capitelli vari.
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Introduzione
La città di Aversa ebbe varie cerchie di mura, a seconda della sua grandezza: più volte distrutta, fu sempre accresciuta e ampliata, ed ebbe sempre una nuova cerchia, di cui resta ancora qualche traccia.
Il perimetro più antico è segnato dalle seguenti strade attuali: partendo da via Drengot (Scalpella) , chiesa di S. Giovanni, via S. Maria della Neve, chiesa di S. Maria a Piazza, viottolo dietro il castello aragonese, terreno del Manicomio Giudiziario, via S. Andrea, via Cimarosa, via Cesare Golia e di nuovo via Drengot.
Ogni cerchia successiva di mura, ebbe delle porte: delle più antiche, se ne ricordano sette; ma una sola è rimasta: la porta di S. Giovanni.
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Introduzione
Nel Medio Evo, i re erano soliti concedere, ai loro cavalieri, una specie di circolo nobiliare, che si chiamava Sedile, a cui potevano appartenere solo alcune famiglie scelte; nel Sedile, i nobili si riunivano spesso per discutere, trattare e decidere su avvenimenti importanti per il paese.
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Introduzione
Sin dalle origini Aversa, nata come città di un popolo bellicoso, fu dotata di castelli fortificati:
Rainulfo, al momento della fondazione, se ne fece costruire uno, di cui non restano tracce. Col passare del tempo, altri se ne costruirono, che potevano essere palazzi difesi da merli e feritoie, o veri e propri castelli di difesa.
I più famosi, di cui restano tracce, sono tre:
- quello di Savignano;
- quello angioino di Casaluce;
- quello aragonese.
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Al centro della Villa Comunale, si innalza un monumento di marmo: ha il basamento quadrato su cui poggia un tronco di piramide, che fa da sostegno ad una colonna, recante in cima il busto di Pietro Rosano, avvocato ed uomo politico illustre. Su uno dei lati, è raffigurata una donna con della frutta, rappresentante la Campania e la sua feracità; una scritta ricorda la data del monumento (1911) e la dedica della Campania. L’opera è dello scultore Francesco Ierace, e fu eretta il 5 maggio 1907.
Pietro Rosano nacque il 25 dicembre del 1846; e, benché non fosse aversano di nascita, visse e si interessò moltissimo della nostra città, dalla quale fu eletto Deputato del regno, il 1 ottobre 1882, dopo che aveva eroicamente combattuto con Garibaldi e, nel 1866, a Bezzecca, era stato anche ferito. Dal 1882 al 1903 fu deputato eletto da Aversa; nel 1903 fu anche nominato Ministro; ma, ingiustamente accusato, si suicidiò.
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1.f) Il Monumento e la casa di Cimarosa
(vedi in questa stessa enciclopedia, sub "Vita di Cimarosa")
1.g) Casa di Iommelli
(vedi in questa stessa enciclopedia, sub "Vita di Iommelli")
1.h) Monumento a Filippo Saporito
(vedi in questa stessa enciclopedia, sub "Vita di Saporito")
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E’ l’unica delle fontane sopravvissute ad Aversa: un’altra era a piazza Marconi, ma fu eliminata, perhè rovinata ed inutilizzata; ed altrettanto avvenne per quella della Villa Comunale, che era situata di fronte all’Armorium ed era molto caratteristica essendo scavata nel terreno e circondata da un semplice parapetto.
Quella di Piazza Vittorio Emanuele, costruita nel 1890, è la più importante e rappresentativa della città, di cui reca lo stemma sui quattro lati; è in pietra naturale, con alcuni elementi di marmo; recentemente, è stata protetta con una cancellata, ma le sue condizioni lasciano ancora a desiderare.
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E’ situato a piazza Municipio, di fronte alla Casa Comunale; su una base marmorea, circondata da un’aiuola quadrata, con agli angoli quattro palme decorative, si eleva il monumento di bronzo, che rappresenta tre fanti, nell’atto di lanciarsi all’assalto: sopra tutto sovrasta l’immagine della Vittoria, alata ed armata. E’ opera dello scultore Francesco Ierace, e fu inaugurato il 18 novembre 1936, in memoria dei Caduti della I Guerra Mondiale. Successivamente, a cura della locale Sezione del Fante, sulla facciata anteriore del basamento di marmo, fu apposta una lapide, in memoria dei Caduti della II Guerra Mondiale, ed una lapide votiva perennemente accesa, in memoria di Essi.
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Nel corso del tempo, dalla fondazione fino al XVI secolo, ad Aversa sorsero moltissimi conventi, al punto che, verso la fine del 500’, gran parte della città vecchia era costituita da una serie ininterrotta di conventi, che iniziava da quello di S. Lorenzo e arrivava fino a quello di S. Francesco, occupando tutta la parte intermedia.
Con le leggi di soppressione dei conventi del 1809, essi furono utilizzati in gran parte per i pubblici edifici, e solo pochissimi hanno conservato la loro antica funzione.
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Sorse intorno al 1230, ad opera delle nobildonne della famiglia Rebursa, che usarono alcune loro case, per luogo pio di ritiro di donne, seguaci della Regola delle Clarisse.
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Il 1 aprile 1621, la nobildonna Laura Capace, baronessa di Marinaro, donò un terreno – a’ Torrebianca – agli Agostiniani Scalzi, perché affascinata dalle prediche di un frate dell’Ordine.
Il 5 ottobre, fu iniziata la costruzione della Chiesa, mentre in via Presidio si creava un primo convento di Agostiniani, in una casa d’affitto.
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Costruito – fin dal 1269 – da Carlo I d’Angiò, fu istituito quivi un lazzaretto per i lebbrosi; nel 1420, l’Ospedale fu abolito e vi fu istituito un convento per i frati Minori. Provvide, ai lavori di restauro, il frate Angelo Orabona di Aversa, che fu poi arcivescovo di Trani; altri lavori furono realizzati nel 1707, 1710 e nel 1777. Dal 1813, vi fu istituito l’Ospedale Psichiatrico. E’ fama che vi abbia dimorato San Bernardino; nell’edificio si conserva un Chiostro con affreschi realizzato da frate Angelo Orabona: al centro vi è il pozzo con lo stemma di quest’ultimo, e, in un lato, quello detto di San Bernardino. Nella Chiesa, si conserva un altare bellissimo e due sarcofagi di marmo, uno dei quali (quello di Paolo Lamberti) è, insieme all’altare, opera del grande scultore Giovanni Merliani di Nola; in una delle cappelle, c’è uno stupendo crocifisso di legno e, in un’altra parte dell’Ospedale, un trittico di scuola grottesca.
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Fondato verso il 1345; dopo la repressione del 1807, vi fu istituita una loggia massonica, e nel 1812 un’officina militare; nel 1821, fu annesso all’Ospedale Psichiatrico per il ricover delle donne folli; vi passarono poi gli uomini, e rimase come sede succursale della Maddalena, fino al 1910.
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Fu costruito, probabilmente, intorno al 1297, e adibito a convento dei Padri Agostiniani; nel 1557, vi furono operati lavori di restauro; intorno al 1650, vi era praticato un fervido culto per una reliquia di S. Biagio.
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Non si conosce l’origine della chiesa, che è certamente anteriore al convento. Il 14 marzo 1708, D. Annibale Fedele lasciò per testamento, alle zitelle civili e cittadine, un Conservatorio (convento) da costruire in una sua casa con l’impegno che non divenisse mai clausura. Il 12 gennaio 1719, poiché la casa lasciata in eredità era cadente, i parenti del donatore offrirono altri locali più opportuni, in cambio di messe di suffragio. Nel 1728, la Chiesa fu costruita sulle antiche mura della città, e il 17 maggio 1739 il convento di Suore Domenicane fu inaugurato.
Dopo la soppressione fu utilizzato per vari usi, e in seguito ripristinato; oggi l’edificio ospita l’Istituto per Geometri.
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Accennato all’Istituto A.G.P. (vedi oltre), restano da ricordare le pregevoli opere d’arte, di cui la chiesa è ricca.
Innanzitutto lo splendido portale di marmo, fatto eseguire nel 1518 dalla famiglia Mormile, i cui stemmi vi sono effigiati insieme a varie figure allegoriche (la Guerra, la Vittoria, il Riposo, la Menzogna, la Malattia, la Morte e la Fama).
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Fu fondata nel 1230, al tempo dell’altro convento di S. Francesco, e fu, in origine, dedicata a S. Antonio Abate; dopo la beatificazione di S. Antonio da Padova, fu a lui dedicata; il convento apparteneva ai Padri Conventuali; l’8 settembre del 1694, fu danneggiata gravemente da un terremoto, e fu restaurata a cura di Padre Antonio Dell’Aversana.
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Era di origine molto antica: fu costruita dai Normanni, accanto alle prime mura della città. Più volte danneggiata e ricostruita, scomparve poi definitivamente, e ne resta solo l’arco del portale, nel vicolo S. Audeno. Vi furono battezzati i due più grandi aversani: Cimarosa e Iommelli. Attualmente ospita l’Asilo S. Rita.
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Sorse contemporaneamente alla città, fuori delle mura; nella ricostruzione del 1382, fu compreso nel perimetro della città, e vi fu costruita la porta S. Sebastiano (o di S. Biagio), demolita nel 1840. Ebbe grande fama nel Medio Evo. La Chiesa conteneva pregiate opere d’arte, tra cui un Crocefisso di alabastro; quasi tutte perdute.
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Fondato nel 1599, ottenne la regola di clausura nel 1680. Tra le Suore vanta una Maria Gabriella De Martini, morta in concetto di santità. Vi si conservano gli arredi e il baldacchino di Maria SS. Di Casaluce.
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Una piccola casa ai padri Carmelitani fu concessa nel 1315, e quivi fu stabilito il convento , che andò sempre più allargandosi.
Dopo le leggi di soppressione, l’8 settembre 1813 fu adibito a scuderia; nel 1825, il Vescovo lo richiese per ospitarvi delle monache, ma si oppose il Ministero della Guerra; lo stesse avvenne nel 1827, e nel 1839.
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L’attuale parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo fu, in origine, la cappella del vicino castello angioino.
In origine era dedicata a S. Pietro a Maiella, e fu fondata intorno al 1300.
Nel 1309, furono chiamati da Carlo d’Angiò i Padri Celestini per l’esercizio del Culto nella Chiesa, e furono ospitati in un’ala del castello. Nel 1364, Giovanna I donò il castello ai Padri, che lo tennero fino alla soppressione. Di poi fu usato per civili abitazioni.
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Costruita fuori delle mura, nel 1516; ampliata, nel 1640; eretta a parrocchia, il 2 novembre 1826. Vi sono alcuni pregevoli dipinti.
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La chiesa fu costruita nel 1278, da Carlo I d’Angiò, in onore di San Luigi IX, re di Francia; le fu poi annesso un convento di Domenicani.
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Situata di fronte alla chiesa di Casaluce; risale al 1303; nel 1807 perse il titolo di parrocchia, a favore della chiesa di Casaluce.
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Fondato il 13 agosto 1558, per effetto della donazione di un cittadino aversano al convento di Monteoliveto di Napoli; accanto al convento, c’era una farmacia. Dopo la soppressione, il 15 febbraio 1808 fu usato per alloggi militari, ma 5 giorni dopo fu ceduto in fitto. Il 26 novembre 1812, vi fu istituito il Carcere. Nel 1841, fu adibito a Mendicicomio; nel 1849, di nuovo a Carcere; nel 1855, Succursale del Carcere di S. Maria Capua Vetere; dal 3 maggio 1859, carcere femminile. Nel 1876, fu trasformato in Manicomio Giudiziario, e tale è rimasto.
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Fu fondato, tra il 1000 e il 1303, forse da una principessa normanna, Urrifreda, come convento dei Benedettini, simile a quello di Montevergine, da cui per un certo tempo dipese. Dopo la soppressione vi fu istituito, nel 1807, il collegio Femminile “Casa Carolina”; nel 1812, trasferito il collegio a Napoli, fu sede di una Scuola Militare; trasferita questa a Procida nel 1815, il 4 giugno 1818 fu inaugurato l’orfanotrofio militare, dal quale deriva l’Istituto che oggi esiste. Nel convento fu ospitato l’Istituto Artistico, poi la Scuola di Avviamento e, in seguito, l’Istituto Professionale per l’Artigianato “O. Conti”, fornito attualmente di una nuova sede.
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E’ la chiesa monumentale più importante di Aversa, costruita dai normanni prima della stessa città, in stile gotico, con marmi ricavati da Atella e Literno. Dopo la soppressione del 1807, fu utilizzata come deposito di paglia per i cavalleggeri del vicino ex convento del Carmine. Il 2 novembre 1816, fu riaperta al culto. Recentemente è stata restaurata, e sono stati recuperati meravigliosi affreschi antichissimi.
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Nel 1562 si era stabilito il convento delle Clarisse di S. Gennaro; ma, successivamente, fu trasferito in altri locali lì vicino, e sorse il nuovo convento, che si allargò fino ad occupare tutto il terreno fino a S. Maria a Piazza. Il 7 novembre 1863 vi fu istituito il liceo-Ginnasio “D. Cirillo” e successivamente la Scuola Media, che fu dedicata a Gaetano Parente.
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La chiesa è antichissima, ese ne ignora la fondazione; appartenne ai cavalieri di S. Spirito in Sassia. Abolito quest’Ordine, la chiesa fu eretta a parrocchia il 2 novembre 1826, insieme a quella di Costantinopoli. Nella sagrestia, vi è un ciborio di marmo, opera di Giovanni da Nola.
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Apparteneva ad una delle più ricche congreghe della città; fu iniziata a costruire il 3 luglio 1603, e nel 1616 vi fu istituito un ricovero per i pellegrini. Danneggiata dall’alluvione del 7 novembre 1727, e poi restaurata. Vi sono vari dipinti, tra cui alcuni dello Stanzione e del Vaccaro.
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Il Villaggio di Svignano esisteva sin dall’epoca romana (vicus Sabinianus); alcuni documenti attestano che esisteva nel 910, e che aveva una chiesa parrocchiale, dipendente dai Vescovi di Atella; nel 1310, il villaggio era ancora isolato dalla città, ma ne fece parte nel 1640. Nel 1826, essendosi create le parrocchie di Santo Spirito e di Costantinopoli, furono ridotte le dimensioni di quella di Svignano.
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La Chiesa risale al 1290; il convento fu costruito il 3 aprile 1499 per le Clarisse, ad opera di due sorelle aversane, Giulia e Filippella Formato.
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Sulle mura della città, nel 1689, era dipinta una Madonna; il 19 novembre, alcuni devoti chiesero, ed ebbero, il permesso di costruire una cappelletta vicino alle mura per trasferirvi l’immagine: nacque così la chiesetta di Monserrato, che ha conservato quasi inalterata la sua forma.
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Situata in uno dei più antichi borghi della città, è anch’essa di antichissima origine: da alcuni documenti risulta esistente già nel 1151, e lo stile stesso la dimostra molto antica. Molto bello il quadro di S. Giovanni, opera del pittore Andrea Del Sarto.
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Sulla via, che porta all’Ospedale Psichiatrico, poco oltre piazza S. Nicola, si incontra a destra la facciata di questa bella Chiesa, attualmente chiusa e abbandonata. Fu iniziata a costruire – vicino alle mura della città – il 20 marzo 1582, e fu riccamente addobbata, essendo di proprietà di una ricca confraternita: sul soffitto, era affrescato un panorama di aversa; vi era poi una bella tela dell?immacolata, e un prezioso Crocifisso di legno, poi trasportati altrove.
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Fondata probabilmente intorno al 1132, e rifatta nel 1266 ad opera degli Angioini, il cui stemma (un fiordaliso) appare nella volta della chiesa; rifinita e restaurata in epoca barocca, risente del gusto di quest’arte negli stucchi e nelle decorazioni. Di recente, è stata quasi completamente rimessa a nuovo.
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Fondata forse nel 1526, in seguito ad una peste, appartiene ad una congrega molto antica; la statua del Santo, il 19 settembre 1854, cessata una epidemia di colera, fu portata in processione per la Città, in forma solenne di ringraziamento; dal 1850 circa, vi fu deposta una statua della Vergine Addolorata, che ancora oggi vi si venera, in forma solenne, e che, da allora, viene portata in processione per la Città nel suo giorno festivo.
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La sua costruzione risale certamente all’XI secolo, benché non sia possibile determinare, con assoluta certezza, la data; certamente dovette essere già costruita nel 1503, quando fu nominato il primo Vescovo Azzolino; per cui, in considerazione anche di certi elementi stilistici, si adotta generalmente come data il 1050; la costruzione viene infatti attribuita ai conti Riccardo I e Giordano I (1078-1090).
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Fu fondato nel 1566 dal Vescovo Balduino de Balduinis, nello stesso luogo in cui si trova attualmente, ma limitato a due sole stanzette.
Resosi necessario allargarlo, nel 1594 il vescovo Pietro Ursino comprò a piazza Plebiscito, di fronte al Sedile di S. Luigi, il palazzo "del Tufo" e vi trasferì il Seminario, che vi rimase fino al 1725. Nel 1697, il Vescovo Card. Innico Caracciolo, nel desiderio di riorganizzare e sistemare il Seminario, lo fece ricostruire, ampliato, nella sua antica sede di piazza Normanna, vicino al Duomo ealla Curia. Ebbe allora la forma che è rimasta, salvo alcuni particolari, fino ai nostri tempi.
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Chiesa di S. Maria delle Grazie Caterina Rosano
Costruita per volere di Porzia Abenavolo, moglie di Cesare del Tufo, per custodire un'immagine sacra della Vergine delle Grazie (un tempo collocata sulle mura della città e oggi inglobata sul muro della facciata), la Chiesa di Santa Maria delle Grazie esisteva già nel 1576, come si evince dagli atti di una Santa Visita, riportati anche dal Parente. In seguito al terremoto del 1980 ha subito numerosi danni ed è stata oggetto di restauro nel 1991 che le ha restituito in parte lo splendore della sua originaria configurazione barocca.
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Esistevano ad Aversa molte edicole (piccole cappelle) sparse per la città, di cui solo alcune restano; le più importanti sono quella della Consolazione (via Vittorio Emanuele II), costruita nel 1830; quella di via Monserrato, che è una delle più antiche, essendo stata costruita nel 1589; la citata di S. Antonio e quella di via Iommelli.
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Nel corso della sua storia secolare, Aversa, nei periodi di maggiore splendore, ebbe – tra i suoi cittadini – famiglie illustri per nobiltà, le cui abitazioni recavano i segni dello splendore del tempo, e restano, oggi, a testimonianza del gusto del periodo in cui furono costruite, e della storia comunale della città. Tra gli edifici sopravvissuti, di maggiore interesse sono i seguenti:
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Nel 1813, furono imposti i Cimiteri fuori delle città, e nel 1817 ne fu ordinato uno per ogni comune. Nel 1836, vi fu un’epidemia di vaiolo e nel 1837 una di colera; risultati insufficienti i cimiteri di Cirigliano (poi soppresso), e quello della Madonna dell’Olio (tra Aversa e Succivo), fu costruito quello attuale, con una semplice cerchia di mura ed una cappella al centro. La Chiesa, opera dell’architetto Valente, è l’unica ad Aversa con la pianta a croce greca; fu costruita nel 1858, e vi si conservano dipinti di alcuni pittori aversani, tra cui Pastore, Marchione ed altri.
N.B.: la foto d'apertura mostra l'ingresso principale del Cimitero
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Il sindaco Gaetano Parente, appassionato studioso di storia aversana, sul “foglio municipale” (L’Eco di Aversa) che egli inaugurò nel settembre del 1862, nel 1865 avanzò e caldeggiò la proposta dell’istituzione di una Biblioteca Comunale ad Aversa. Il 30 maggio 1866 il suo desiderio fu realizzato, e il Consiglio Comunale ne approvò la proposta. Ma si dovette attendere ancora a lungo, prima che l’iniziativa fosse portata a realizzazione. Solo dopo un decennio, il 4 giugno del 1876, la Biblioteca potè essere inaugurata dal Sindaco Francesco Orabona; aveva sede nell’ex convento di S. Domenico, dove aveva sede anche il Palazzo Comunale. Il primo Direttore fu il cav. Francesco Pelvica di Mauro.
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La sede più antica della Casa Comunale di Aversa, dopo l’unificazione dell’Italia Meridionale al Regno d’Italia, fu l’edificio di Piazza Plebiscito nel quale era, fino a qualche tempo fa, ospitata la Pretura, e che si appresterebbe a divenire “Museo Civico”.
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Sorse come ospedale militare per i combattenti in Africa Orientale; successivamente fu trasformato in Ospedale Civile; nel 1940, agli inizi della II Guerra Mondiale, ebbe di nuovo la funzione di Ospedale Militare. Nel 1943, fu requisito dagli Alleati.
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Nel 1800, fiorirono molte istituzioni benefiche, tese ad alleviare i mali dell’umanità; tra le altre iniziative filantropiche, si pensò di realizzare dei Centri per la raccolta dei vecchi poveri e abbandonati: i Mendicicomi.
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Istituito l’11 marzo 1813 da Gioacchino Murat, l’Ospedale Psichiatrico di Aversa è uno dei più antichi d’Italia, ed ha conosciuto, nel corso della sua storia, momenti di grande splendore, per l’importanza dei suoi direttori, dei medici che vi hanno lavorato e delle cure che vi praticavano.
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E’ una delle più antiche istituzioni di Aversa; la sua origine risale al 1320, e fu realizzata per opera dei cittadini stessi, che contribuirono alle spese della costituzione.
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Per effetto degli studi intensi e rinnovatori sulla Psichiatria e sulla Criminologia, si andava affermando l’idea di un Manicomio Giudiziario, riservato ai colpevoli di delitti, che fossero malati di mente.
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La Scuola ad Aversa vanta antiche gloriose tradizioni, poiché il Liceo Cirillo è tra i più antichi Istituti della Campania e la Scuola Media Parente per lunghi decenni è stata come un faro nella vastissima zona dell’agro aversano e da tutti i paesi compresi tra il mare ed Aversa i ragazzi venivano a frequentarla, percorrendo spesso moltissimi chilometri in disagiate condizioni; la Scuola di Avviamento professionale di San Lorenzo è stata per molto tempo una delle poche del suo genere e, prima ancora, l’Istituto d’Arte che aveva sede proprio a San Lorenzo fu uno dei più importanti della Regione.
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Il merito di aver dato impulso alla cultura ad Aversa spetta senza dubbio a Gaetano Parente che, da illustre letterato, nel periodo in cui rivestì la carica di Sindaco della città, caldeggiò l’istituzione di numerose Scuole e della Biblioteca Comunale; per suo merito Aversa ebbe il suo primo asilo, quello comunale, istituito il 30 ottobre del 1862 nel palazzo S. Silvestro a San Nicola; essendo risultato, poi, insufficiente, fu trasferito nell’ex convento di S. Antonio; il 10 dicembre del 1870 ottenne il riconoscimento legale; alla direzione di esso furono chiamate nel 1873 le Figlie della Carità che lo hanno tenuto fino ad oggi; fu intitolato al re V. Emanuele.
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Le Scuole elementari sorsero in Aversa nel 1907 e non ebbero una sede stabile sin da allora, ma furono sparse un po’ in tutta la città, utilizzando soprattutto vecchi edifici religiosi o addirittura case private: S. Biagio, S. Domenico, S. Francesco, ecc.
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Il Sindaco Gaetano Parente, appassionato cultore degli studi, sin dal 1862 lanciò l’idea di una Scuola Superiore ad Aversa. La sua ferma volontà e la sua opera instancabile fecero sì che il 19 maggio 1862 il Consiglio Comunale decidesse l’apertura di un Ginnasio Municipale, la cui inaugurazione avvenne il 7 novembre del 1863. Successivamente fu annesso al Ginnasio la Scuola Tecnica e il Liceo, che poté essere inaugurato solo nel 1875. Nel 1878, il 20 luglio, il Ginnasio e la Scuola Tecnica ottennero il pareggiamento e tre anni dopo, nel 1881, fu pareggiato anche il Liceo. Infine, con decreto del 16 settembre 1935, il liceo-ginnasio D. Cirillo fu regificato.
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E’ senz’altro il figlio più importante di Aversa, quello che con il suo genio e con la grandezza della sua Arte onorò la sua patria in tutto il mondo.
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L’altro grande figlio di Aversa fu pure lui grande musicista, acclamato e famoso in tutta Europa.
Nacque il 10 settembre del 1714 nel popoloso quartiere del Lemitone, alla via che oggi si chiama Costantinopoli, nel palazzo di fronte alla chiesetta di S. Giovanni: una lapide ricorda la sua casa natale ed a lui è dedicata la via che la rasenta.
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Umanista di vasta e profonda cultura, politico di squisita sensibilità civica, Gaetano Parente può senza dubbio annoverarsi tra i grandi aversani.
Nato ad Aversa il 24 gennaio del 1807 nel palazzo avito della via che oggi porta il suo nome, ricevette l’educazione sociale e letteraria che la nobiltà della famiglia gli consentiva.
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Aversa annovera, tra i suoi figli illustri, anche un grande pittore, finora, disgraziatamente, non sufficientemente conosciuto ai più: Luigi Pastore.
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Filosofo e poeta celebratissimo, morto nel 1511 e sepolto nella Cattedrale.
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Canonico; nato il 3 marzo 1759 e morto il 18 aprile 1841, fu teologo e studioso esimio; una sua opera, “Teologia Dommatica e Morale”, godette di larghissima fama sin dalla pubblicazione. Fu sepolto nella Cattedrale.
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PAOLO PACELLO (1537-1588)
Illustre poeta e forbito oratore, molto apprezzato nel suo tempo ed ancora oggi ammirato; ci restano alcune “Rime” e discorsi.
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LUCA PRASSICIO
Illustre filosofo e storico; polemizzò con il filosofo di Sessa Agostino Nifo sull’immortalità dell’anima. Scrisse: “De immortalitate animae et de praesentia literarum super armis” ed un trattato geografico sulla città di Aversa inedito e perduto. Morì nel 1533.
Paolo Prassicio
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Continua a leggere "Enciclopedia di Aversa. 6. Famosi. 6/10) Letterati. Luca Prassicio. 6/11) Letterati. Paolo Prassicio. Enzo Di Grazia" »
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(24 marzo 1890 – 1 dicembre 1952)
Appassionato studioso della storia cittadina ed autore di un volume su: “Aversa Normanna”; ma famoso soprattutto per i studi sulla paleografia e, in particolare, sulle malattie della carta che lo resero celebre in tutto il mondo.
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Primo Direttore della Biblioteca Civica di Aversa, si interessò alle vicende della città, che raccolse in una Cronistoria della città.
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(canonico 1710 – 27 gennaio 1791)
In occasione della scoperta di un busto marmoreo nelle rovine della cattedrale, il Fabozzi scrisse un volume sui Normanni di Aversa; egli aveva attribuito il busto a Rainulfo; ma polemizzarono con lui il can. Angelo Novene e il can. Giuseppe Moschetti, che dimostrarono che il busto era da attribuirsi ad Asclettino.
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(3 luglio 1885 – 29 marzo 1956)
Canonico, studioso appassionato di Storia cittadina, rappresenta l’epigono dells cultura ad Aversa; la sua produzione, abbondantissima, è dedicata per la maggior parte a figure, monumenti e vicende della città, che esaminò con meticolosità e cura. Ricoprì molte cariche importanti, tra cui quella di Direttore della Biblioteca Civica e Ispettore ai Monumenti.
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ENZO ARTALDO
Ebbe nel 1400 grande fama, al punto che fu chiamato dalla regina Giovanna II a far parte del Collegio dei Dottori di Napoli insieme a Roberto Grimaldo, famosissimo medico aversano del tempo.
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(17 marzo 1836 – 25 aprile 1908)
Illustre alienista e direttore dell’Ospedale Psichiatrico “S. Maria Maddalena”; a lui si deve la istituzione ad Aversa, nel 1876, del Manicomio Giudiziario, di cui fu anche il primo Direttore. Numerose le sue pubblicazioni di carattere scientifico, che lo fecero considerare il “padre della scienza antropologica criminale”.
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(19 luglio 1870 – 30 ottobre 1955)
scienziato di fama internazionale, illustre luminare nella scienza delle malattie mentali, diresse per lungo tempo il Manicomio Giudiziario che, sotto la sua direzione, raggiunse le più alte vette della fama internazionale, richiamando su di esso l’attenzione degli scienziati di tutto il mondo. La sua casa natale è in via Drengot ed è uno dei palazzi gentilizi più interessanti della città. Nel 1960, il 5 giugno, fu scoperto in piazza Amedeo (Villa Comunale) un busto di bronzo dello scienziato, opera dello scultore Angelo Golia.
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(22 maggio 1755 – Parigi 24 dicembre 1826)
Fu musicista di grande fama, soprannominato per la sua arte “Iommellino”. Tra le sue opere più importanti sono da ricordare “Didone Abbandonata”, “Angelica e Medoro” e “Giovanna d’Arco”.
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(24 luglio 1857 – 3 giugno 1923)
Proveniva da famiglia di musicisti: un fratello, Riccardo, fu illustre maestro di musica ed un altro, Alfonso, validamente sostenne la tradizione familiare. Molte opere di Francescopaolo rimangono ancora inedite.
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Nato nel distretto della Parrocchia di S. Audeno, fu lodevole pittore, e ornò dei suoi dipinti non poche chiese di Aversa. Si spense il 4-V-1757, nel distretto della Parrocchia di S. Maria a Piazza.
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Visse intorno alla fine del 500’; alcuni suoi dipinti si conservano nelle maggiori chiese di Aversa.
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Furono discreti pittori del 500’, autori di alcune tele dell’Annunziata.
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Le opere di questo autore si possono ammirare in molte chiese cittadine.
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Fu scultore esimio, le cui opere si conservano soprattutto a Montecassino. Visse intorno al 700.
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Le opere di questi autori adornano la Chiesa dell'Annunziata ed altre della città.
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Gennaro Conti è morto il 20 luglio 1893. Suo fratello Giovanni, invece, è morto il 4 settembre 1909. Decorarono e arricchirono con le loro tele la Cappella del Cimitero. Altre Opere sono conservate in case di privati cittadini.
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Dopo la fine della Contea di Aversa, vari sono i personaggi illustri, celebri per il loro coraggio e il loro valore, che Aversa annovera.
Il primo di cui si abbia memoria è Riccardo Rebursa, del quale si è già ricordata la fedele devozione a Corradino, che lo portò sul patibolo, insieme ad altri nobili della zona, tra cui Giovanni della Gratta e Ruggiero Bruno. Figlio di Bartolomeo Rebursa, nobile patrizio aversano, e di Altrude, fondatrice del convento di S. Francesco d'Assisi, nacque intorno al 1245 e morì il 29 ottobre 1268.
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Tra i soldati fedeli alla casa Sveva figura anche un altro condottiero aversano, Vitale, che militò sotto Federico II nella conquista dell'Italia.
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La gloria più antica di Aversa, dopo il Medio Evo, è senza dubbio il patrizio Ludovico Abenavolo, nato verso il 1478, che sposò l'aversana Maddalena Del Tufo: fu uno dei 13 alla Disfida di Barletta.
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In un altro luminoso avvenimento della Storia, la battaglia di Lepanto del 1571, l'aversano Vincenzo Dragonetto mostrò il valore della nostra gente.
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Un episodio di valore da parte di un cittadino aversano si ebbe a registrare anche nel 1855, quando, nella battaglia per la conquista della torre di Malkof, nel corso della guerra di Crimea, l'aversano Luigi Bianchi Aniello piantò per primo, sul bastione di Redan, la bandiera degli alleati italo-franco-inglesi.
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Il Risorgimento italiano annovera, tra i suoi eroi, molti cittadini aversani, tra i quali il nobile Raffaele Lucarelli (11 gennaio 1785 - 19 gennaio 1867) che fu, poi, Sindaco benemerito della città e Deputato al Parlamento, dove fu tra i 64 firmatari di una "protesta" contro i Borboni di Napoli.
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Fu, con i suoi fratelli Federico e Filippo, tra i più ardenti patrioti italiani; fu Deputato al Parlamento dal 1861 al 1886. Morì il 16 maggio 1899.
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Tra gli illustri Amministratori della Città, un cenno merita senza dubbio Francesco Orabona, sindaco dal 1876 al 1891, il quale curò l'ammodernamento della città e la creazione di moltissime istituzioni. Nato il 3 febbraio 1832, morì il 19 dicembre 1902.
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Vedi, in questa stessa "Enciclopedia", sub ".1 Monumenti. 1/5 Monumento a Pietro Rosano".
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Il più antico stemma di Aversa è il Gallo, poichè i Normanni fondatori erano comunemente definiti "Galli" (abitanti della Gallia, antico nome della Francia) e il loro simbolo era il gallo.
Successivamente, al gallo fu aggiunto il serpente bailisco, simbolo degli Osci, primi abitatori della Campania.
Il motto del Gallo era "Non decipit somnus" con riferimento all'astuzia dei Normanni.
Successivamente fu coniato quello che si legge sotto l'arco di accesso alle scale della vecchia Biblioteca: "QUI SUB IACUIT BASILISCUS HARENA INVICTUM / LIBER PROTULIT ILLE CAPUT".
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Il Fondatore, che abbellì la città e fece costruire molti monumenti e le mura. Nel 1039 diventò anche Conte di Siponto e di Monte Gargano, in Puglia. Morì il 17 giugno dell'anno 1047.
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Riccardo I, sesto conte di Aversa, fu valoroso guerriero, e con alcune guerre felicemente combattute portò sotto il dominio di Aversa molte città della Campania e del Lazio: Capua, Gaeta, Acquino, Sora, Caiazzo, Alife, ecc.. Morì, mentre cercava di conquistare Napoli.
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Roberto II, ultimo conte di aversa, combattè con i Normanni in Sicilia, ma fu sconfitto più volte, prima dal re Ruggiero e poi dal figlio di questo, Guglielmo il Malo. La città di Aversa divenne, allora, parte del Regno di Sicilia, nell'anno 1156.
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SINDACI DELLA CITTA' DI AVERSA
1 - ELENCO FRAMMENTARIO PRIMA DELL'UNITA' D'ITALIA
- FRANCESCO DELLA VALLE - 1760
- PIETRO DI MAURO - 1799
- MICHELE PALMA - 1808
- VINCENZO MARIA BASCO -1810
- GIUSEPPE D'AMORE - 1810
- ONOFRIO D'AUSILIO - 1813
- SALVATORE DEL TUFO - 1818
- TOMMASO DE FULGORE - 1824
- RAFFAELE LUCARELLI - 1834 / 1836
- CARLO DI PALMA - 1840
- BENEDETTO DI MAURO - 1856
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Continua a leggere "Enciclopedia di Aversa. 7. Varie. 7/3) Sindaci Enzo Di Grazia" »
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DIRETTORI DELL'OSPEDALE PSICHIATRICO S. MARIA MADDALENA:
- GENNARO MARIA LINGUITI – 1813 / 1825;
- GIUSEPPE INVITTI SACCO – 1825 / 1826;
- ALESSANDRO CAROTENUTO – 1826 / 1831;
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Continua a leggere "Enciclopedia di Aversa. 7. Varie. 7/4) Direttori Ospedale Psichiatrico "S. Maria Maddalena" Enzo Di Grazia" »
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Ex religioso dei Serviti di Maria, il quale per primo realizzò, nell'Ospedale, i nuovi metodi di cura per i malati di mente: questi, fino a quel tempo, erano stati considerati come individui pericolosi, e si era cercato di isolarli senza curarli; il Linguiti, per primo, si dedicò al lavoro di recupero degli ammalati, con ottimi risultati, che resero famoso l'Ospedale di Aversa, in tutto il mondo.
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Illustre medico e patriota, che molto spesso fu arrestato per il suo amore per la patria; grande studioso delle malattie mentali, applicò alla loro cura nuovi metodi scientifici, che portarono al recupero di moltissimi individui considerati spesso inguaribili.
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Aversano, dedicò la sua vita per realizzare un Manicomio Giudiziario, perchè convinto che i colpevoli di qualche delitto, che fossero anche malati di mente, non potevano essere rinchiusi coi colpevoli di delitti comuni. Per sua opera si realizzò ad Aversa, nel 1876, il primo Manicomio Giudiziario.
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Prima della nascita di Aversa, era antica sede episcopale Atella; sorta la nuova città, e impadronitosi del potere civile, mirò anche ad ottenere la supremazia religiosa. Nel 1053, il conte Riccardo I, forte del dominio su tutta la Campania e, avendo assalito la città di Benevento, difesa dal Papa Leone IX, si trovò a combattere anche contro il papa che sconfisse e fece prigioniero il giorno 8 giugno 1053 sul fiume Fortore. Msa, cattolico e ossequiente alla autorità del papa, lo trattò con tutti gli onori, lo liberò e lo fece ricondurre a Roma; in cambio chiese che Aversa fosse sede vescovile: il che gli fu concesso e nacque la Curia di Aversa, che ben presto assimilò quelle più antiche di Atella e di Cuma.
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