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Questa pagina contiene un singolo articolo inserito il 17.03.17 15:54.

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"Isole nella memoria", mostra di Diego Sarra: notarelle a margine Antonio Santi

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Non amo l'arte contemporanea. Appartengo alla schiera d'ignoranti che non capisce mai l'opera contemporanea ed ama i paesaggi. Lo so, sono irrecuperabile, ma tant'è. Le opere di Diego Sarra, in mostra sotto il titolo: "Isole nella memoria", hanno destato, però, il mio interesse. Non solo le ultime due, arrivate a Palazzo Parente solo oggi, vagamente paesaggistiche ma anche e soprattutto quelle che raffigurano una linea di mare e due mondi, uno sott'acqua, uno sopra. Direi che sono tre, in particolare, i quadri che mi hanno colpito, in sequenza. L'autoritratto è il punto di arrivo. Il trittico coglie il senso della vita di ogni uomo. Senza possibilità, per nessuno, di affermare che quel senso non è vero. Trascorriamo la vita con due faccie. Una esterna, una interna. Una "aperta al pubblico", una nascosta. Una fuori di noi, una dentro di noi. La parte più interessante è senz'altro quella nascosta. >>>continua>>>>>>

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Dove le idee e le passioni si aggrovigliano trovando ragioni a volte sconosciute persino a noi. E provocano, talora, manifestazioni esterne che non sappiamo a quale ragione ricondurre, forse ad un semplice impulso dettato da chissà quali motivi. Una situazione simile al dualismo causa e motivo del diritto privato dei contratti. S'insegna che la causa è esterna, il motivo interno e, di regola, senza rilievo. Anche nell'ambito dei comportamenti umani vale la stessa regola. Conta la parte emergente di noi, il comportamento concludente, non il groviglio interiore e nascosto. Eppure in quella parte interiore e nascosta si rintraccia chi siamo veramente. E' difficile per noi far emergere quella parte invisibile. Forse potrebbe addirittura far paura e farci scoprire cattivi, egoisti, egocentrici, instabili, cangianti, timorosi e via discorrendo. Chissà quante volte comportamenti incomprensibili secondo una logica fredda e consolidata secondo gli usi, costumi e consuetudini del tempo trovano ragioni molteplici proprio in quella parte di noi che non appare e che il Sistema, inventore delle cd. Categorie ordinanti l'umano sopravvivere, non vuole che si indaghi per evitare l'anarchia, la ribellione. E la scoperta dell'inconsistenza di tale Sistema che è solo autoritario ma non autorevole. Ad un certo punto del percorso di vita è possibile fare un autoritratto serio. L'io di qua, l'isola dall'altra parte. Noi guardiamo da lontano la nostra vita, il bagaglio formato dalle cose risultanti all'esterno. In realtà l'impossibilità di mettere a nudo la parte coperta e nascosta di noi impedisce a tutti gli altri di conoscerci, di conoscersi veramente. Di penetrare dentro chi veramente siamo ma di tal maniera resta sconosciuta la gran parte di noi a chiunque. Persino ad una moglie o a un figlio. E' la solitudine, per concludere, in cui versa, ob torto collo, ognuno di noi. Soli con il bagaglio più importante e cioè non quello che appare ma quello che non appare. Soli come atomi. Per una vita intera. E chi afferma di conoscere l'altro - la moglie, il figlio - non dice il vero. Dice il falso. Questa è, purtroppo, la tragica condizione dell'uomo. Solitudine, atomismo.

 

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