Sembra che una
pioggia di colori invada ogni quadro di Alessandro e non si può fare a meno di
'entrare' in questa fitta cascata di rossi, di gialli, di blu con il rischio
concreto dello straniamento da cromìa. E invece, a ben guardare, questi quadri
sono lezioni di storia, lezioni di paesaggio e, soprattutto, di prospettiva che
Alessandro forma e deforma a proprio (cólto) piacimento per consentirci di
leggere al meglio architetture antiche e nuove di cui egli è fine conoscitore. >>>continua>>>
Alessandro, in
realtà, non ci invita verso la sua pittura, strana e al contempo fortemente
innovativa, ma ci impone di non distrarci dalla Bellezza di luoghi che pure
appartengono al nostro quotidiano (la Reggia di Caserta, la Basilica di
Sant'Angelo in Formis, Capodimonte ...) e che, forse proprio per questo, noi
non riusciamo più a leggere come dovremmo. L'occhio rischia la passività,
rischia di non vedere più la perfezione delle linee, l'armonia dei volumi e
Alessandro ci richiama imperiosamente verso una nuova consapevolezza. Il Bello
non può essere un'abitudine, ma va cercato e goduto quotidianamente, se
necessario anche attraverso sfacciate cascate di rossi, di gialli, di blu...
** Mostre e recensione a cura di Jolanda
Capriglione. Docente di Estetica del Paesaggio alla Seconda Università di
Napoli (SUN). Delegata a rappresentare la SUN presso
UNISCAPE (Network of Universities especially dedicated to the implementation of
the European Landscape Convention). Presidente del Centro Unesco di Caserta. Assessore alla Cultura
della Città di Capua. Fondatrice della collana scientifica 'arcasacra'. Autrice
di numerose monografie e articoli scientifici di rilevanza internazionale.