«Abbiamo avuto -
rivela Luigi Ferraiuolo, direttore della scuola - il sostegno dell'Ordine dei
giornalisti della Campania, e, fin dalla prima edizione, il patrocinio della
Fnsi (Federazione nazionale della stampa) e della Fisc (Federazione italiana
settimanali cattolici); un unicum nel mondo giornalistico nazionale». La Summer
school si è, quindi, subito affermata come un autorevole luogo di dibattito e
di discussione per i giornalisti, di approfondimento per quelli alle prime armi
e di confronto per i tanti cronisti di fama nazionale, che non hanno, in
realtà, uno spazio vero dove poter riflettere in Italia, al di là di quelli
sindacali e ordinistici. «Quello spazio - aggiunge Ferraiuolo - l'hanno trovato
a Casal di Principe, la vera novità della scuola. Ci siamo riusciti, non era, tuttavia,
facile immaginarlo ad aprile, quando abbiamo cominciato a lavorare; per questo,
abbiamo scelto di farci affiancare da un partner paritetico locale di grande
qualità, gestito da persone dalle spiccaTe sensibilità umane, a partire da
Gianni Allucci, amministratore delegato del consorzio, uomo dotato di rara
intelligenza e competenze. Come dice spesso Papa Francesco, bisogna andare
nelle periferie per conoscere il mondo. Portare i colleghi a Casal di Principe,
aiutarli a venire fin qui giù, era, dunque, un imperativo categorico. Io, da
casertano, ho insistito molto. La prima Summer School si doveva fare a Casal di
Principe! Non come ristoro per il paese di Gomorra, ma come espressione
dell'inventiva di questa terra per il futuro. Io credo che la Summer school sia
oggi un piccolo gioiello della professione giornalistica italiana. La dirigenza
nazionale dell'Ucsi non si è ancora riunita per valutarla, ma - conclude
Ferraiuolo - la presenza del presidente nazionale Andrea Melodia e del
segretario nazionale Franco Maresca a Casal di Principe, credo già parli da
se». «È stata un'esperienza esaltante», commenta Allucci di Agrorinasce. La
scuola ha acceso un riflettore nazionalE sui tanti beni confiscati alla camorra
e sulle iniziative economiche avviate su questi beni dal consorzio, che
riunisce i Comuni di Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa, Casapesenna, San
Marcellino, Santa Maria La Fossa e Villa Literno. Le lezioni, gli incontri e le
serate a tema si sono tenuti, infatti, in edifici simulacro del malaffare, oggi
ritornati alla collettività. Finanche per l'ospitalità è stato coinvolto un
"bene liberato", volendo citare una definizione cara al sindaco Renato Casale.
Mi riferisco al "Paguro", l'ostello della gioventù inaugurato a giugno a
Casapesenna, sorto in una villa confiscata ad un affiliato al clan dei
casalesi. Se per il prossimo anno l'Ucsi chiama - assicura Allucci -,
Agrorinasce risponderà».