L'attentato di Brindisi, la morte di un'alunna colpevole solo di andare a scuola, mi sgomentano. Non mi importa più di tanto quale la mano assassina, quanto il perché di questo bersaglio, da sempre considerato un luogo di formazione e di crescita umana, una palestra di vita indispensabile, in cui si impara a diventare in primis buoni cittadini. >>>>
Aver solo pensato che una strage dovesse colpire un'istituzione sancita dalla nostra Costituzione, fondamentale e democratica, è delittuoso, perché sminuisce la fiducia nella scuola, ora un luogo non più sicuro, non più al di fuori della violenza terroristica. Si colpiscono i luoghi dove c'e' minore attenzione, piu' fragilita' e piu' bisogno di ricostruire una cultura attiva. Viviamo in una societa' dove cultura, istruzione, giovani sono parti esposte e quindi anche piu' aggredibili, al di la' che sia la mente di un folle o di un'organizzazione criminale. Forse, il concetto in sé di istruzione è venuto meno, con gli attacchi quotidiani alla cultura, all'efficacia del sapere, all'importanza dello studio... nella logica di questa società mercantile, tutto si compra anche un diploma che resta un pezzo di carta, svuotato di ogni serietà, ma valido per tanti che solo in ragione di un diplomicchio sono nei banchi. Finiti i tempi dello "studio matto e disperatissimo", archiviato lo stimolo della competizione per merito, i libri giacciono negli scaffali sostituiti da tablet senz'anima: a che serve leggere i testi se non sono avvalorati da commenti e critica, a che serve scrivere tanti sms e non aver il piacere di una lettera, di una comunicazione scritta da conservare e su cui riflettere nel tempo? La lingua italiana imbastardita dal gergo, dallo slang del "tvbttb", "ki 6", ridotta all'osso non suffraga minimamente l'educazione alla Bellezza della poesia, dell'arte, della filosofia che perdono inesorabilmente i linguaggi specifici, in nome e per conto della comunicazione sterile ed omogenea del pc, del cellulare usato in maniera abnorme ed ossessivo, a scapito dell'attenzione al pensiero. E tutto ciò sembra in netta antitesi all'evoluzione del mondo del lavoro, che chiede competenze ed adeguata preparazione a livello europeo e mondiale, caduti i confini degli Stati. A Melissa, che coltivava il sogno del futuro, perseguendolo con tanta buona volontà a scuola, hanno tolto barbaramente la vita; alla scuola macchiata anche da quest'atroce delitto, hanno tolto l'anima! Svegliatevi, ragazzi, e difendete con lo studio, con la passione per gli studi la scuola come il luogo cardine della vostra adolescenza, consideratela la sede della libertà, della legalità, da custodire con forza ed impegno come un bene comune che, se non ci fosse, lascerebbe avanzare la palude dell'ignorante asservimento delle coscienze. Solo in questo modo sarà forte ed inviolabile. Hanno già cominciato tanti vostri coetanei a Palermo, voi quando?