La fama dell'illustre aversano fu legata all'Opera italiana. La sua grande ed amplia conoscenza della voce lo aiutò a comporre ben 60 Opere, la maggioranza delle quali comiche, che furono interpretate in tutto il mondo. Delacroix preferiva Cimarosa a Mozart; Stendhal affermò che avrebbe preferito essere inforcato anziché dover scegliere il migliore dei due; Goethe diresse varie interpretazioni de Il matrimonio segreto e creò un'Opera con frammenti di musica di Cimarosa e di Mozart. Cimarosa scrisse anche Opere per strumenti. >>>
E difatti: 2 sinfonie, sestetti e quartetti, ma, soprattutto, le importantissime Sonate - più di 80 - per fortepiano. Nelle ora menzionate Sonate si apprezza anche la influenza dell'Opera: alcuni tempi lenti assomigliano molto ad arie o recitativi. Alcune sono scritte nello stile di Scarlatti (le prime) e altre nello stile viennese (le ultime). E' importante evidenziare che lo strumento per il quale l'aversano in discorso compose le (circa) 80 Sonate di cui sopra (stesso discorso vale per Haydin o Mozart) non è il pianoforte, ma un suo antenato e, precisamente, il fortepiano. Due parole si rendono necessarie in merito a questo strumento. Trattasi - per l'esattezza - di uno strumento più piccolo del pianoforte, più leggero, con un tono più chiaro, più sensibile al tatto ed ai cambi dinamici. In effetti il pianoforte attuale non è che un'evoluzione dello strumento con cui Cimarosa componeva ed interpretava le sue famose Sonate. E' con l'antico fortepiano che si può apprezzare tutta la bellezza delle Sonate di Cimarosa, in maggior parte bipartite e formanti unità di 2 o 3 movimenti sebbene, poi, pubblicate come Sonate individuali. Possiamo affermare con tutta ragionevolezza, in conclusione, che Cimarosa sarebbe stato un gran compositore anche per pianoforte. E che egli portò allo zenit, nell'ambito dell'Italia del secolo XVIII,
* L'articolo era stato pubblicato su il nuovo L'Eco di Aversa