E' stata inaugurata sabato 21 Marzo, nel convento dei frati minori, in piazza Buccini a Marcianise dall'associazione Noi Voci di Donne, la mostra fotografica a cura di Salvatore Scolaro "Donne d'Africa". La mostra, in collaborazione con
Ed è, nella splendida cornice, del chiostro del convento, che sono messi in evidenza i migliori scatti dell'artista, che raccontano, la storia, la vita, la cultura, di una straordinaria e incredibile parte del mondo: l'Africa.
La mostra sarà aperta al pubblico e permanente fino a Sabato 28 Marzo, un'occasione per informare ed informarci sulla vita e la cultura delle donne africane, di donne che oggi sono emigranti tra noi, dice Pina Farina, la cultura tradizionale Africana dipende essenzialmente dal concetto della famiglia e del gruppo etnico. Le arti tradizionali servono a rafforzare i modelli sociali e religiosi.
La mostra è divisa per temi, sguardi, abbracci, territorio, lavoro.
Gli sguardi sono ritratti, e i ritratti sono sempre lo specchio di qualche nostra proiezione inespressa. Negli abbracci si esprime l'affetto di una relazione, che è parte di un bisogno primario.
Il lavoro, il territorio esprime, un orgoglio che batte il tempo e lo ripete uguale, ogni giorno, anche in Africa. Con questo evento, continua Farina abbiamo raggiunto due obbiettivi: il primo, quello di accostarci ad un tema oggi molto sentito, quello della multiculturalità, il secondo, quello di rendere omaggio a tutte le donne Africane emigranti nel nostro paese. A loro che hanno fatto , e che fanno chilometri e chilometri per trovare da qualche parte del cibo che costi meno, che accettano l'umiliazione di varcare la frontiera a comprare, tassato, un cibo prodotto nel loro paese, purchè i figli mangino.
Alle donne che risalivano dal lago alle sei del mattino, con la gerla già piena di sabbia bagnata, con cui riempire un fusto per una casa in costruzione. Capaci di alzare la testa da sotto il peso e salutare con un largo sorriso. I primi spiccioli della giornata. Poi via, per i campi lontani dalla città, scalze, la gerla con la zappa sulle spalle. E magari anche l'ultimo nato, da deporre all'ombra, mentre si chinano sotto il sole a coltivare.