L'Italia non può continuare a legiferare sull'onda dell'emergenza, guardando puntualmente al passato.
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L'emergenza rifiuti va affrontata una volta per tutte a partire dalla raccolta differenziata.
Lo stesso Cip6 va rivisto perchè crea oneri di sistema non più sopportabili dalle famiglie italiane, appesantirlo ulteriormente diventa insostenibile.
Una scelta che, purtroppo, porta l'Italia sempre più fuori dall'Europa, quella del ministro dell'Ambiente Prestigiacomo di presentare un emendamento alla Finanziaria che estende gli incentivi del Cip6 agli impianti di incenerimento dei rifiuti non organici in deroga alla direttiva comunitaria 77/2001/CE sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità.
Il CIP6 è un provvedimento dell'ormai sciolto Comitato Interministeriale Prezzi adottato nell'aprile del 1992, per attuare la legge n. 9/91, con il quale sono stabiliti i prezzi incentivati per l'energia elettrica, prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili ed "assimilate".
Tale voce fu aggiunta in sede di approvazione del provvedimento.
In tale modo chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o "assimilate" ha diritto a rivenderla ad un prezzo superiore a quello di mercato.
I costi di tale incentivo vengono finanziati mediante un sovrapprezzo del costo dell'energia elettrica, che viene addebitato direttamente ai consumatori finali nel conteggio di tutte le bollette, i famosi "oneri di sistema".