Sembra che nella Chiesa si stiano creando due scuole di pensiero, o forse dovremmo dire due partiti, a proposito delle scelte di schieramento.
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Un partito capitanato dal cardinale Ruini, che è entrato a gamba tesa nel dibattito politico con telefonate, interventi al Tg2, articoli sull'Avvenire per sostenere il tentativo di Casini di mantenere in vita una presenza politica dichiaramente cattolica, e un partito - più vicino al Cardinale Bagnasco e forse allo stesso Vaticano - che propugna un intervento più soft e una presenza cattolica più articolata, all'insegna del vecchio slogan "marciare divisi per colpire uniti". Del resto Berlusconi ha mandato dei messaggi chiari ("se cercate un sostegno politico ci sono qua io, lasciate stare Casini"), An è da sempre "sdraiata" sulla linea vaticana, a destra è spuntato anche il crociato Ferrara e a sinistra si può contare sullo stesso Pd, con la Binetti tra i primi nella lista e la pulizia etnica che Veltroni si sta preparando a fare tra i radicali. A cosa serve un partito cattolico alla Casini, Mastella e Cuffaro, quando c'è la garanzia che il prossimo parlamento sarà all'80 per cento formato da guardie svizzere? Il resto degli italiani non possono che inginocchiarsi e dire