Penso che accade con i libri, le canzoni, i quadri quello che accade fra due persone. Accade, improvvisamente, che fra due persone si stabilisce una comunicazione; accade che, improvvisamente, si stabilisce una comunicazione tra noi e un libro o una canzone o un quadro. Raramente si riescono a stabilire comunicazioni profonde tra persone come tra persone e opere d’arte. Sempre più spesso mi capita di comprare libri che inizio a leggere e poi abbandono. Gesto che prima mi generava un senso di colpa e l’obbligo di arrivare fino in fondo ed ora, all’opposto, un senso di libertà e di maturità.
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Ogni tanto, poi, mi capita di imbattermi nel libro “giusto” ed allora lo divoro, lo sottolineo, lo leggo, lo rileggo. Mi è capitato ciò, per esempio, con “Il deserto dei Tartari”. Mi è capitato, cambio genere, con le canzoni di Noa. Quando ci s’imbatte nell’opera “giusta”, la Fortuna ci ha assistito e dobbiamo ringraziarLa. Al pari di quando c’imbattiamo in una persona – amico, amica, collega, parente – collocata sulla nostra stessa lunghezza d’onda. Credo che nel bagaglio della nostra esistenza ci troveranno (quelli che lo apriranno dopo di noi) poche opere da noi trovate “giuste” e poche persone che furono sulla nostra lunghezza d’onda. La vita butta nel mezzo dell’agone opere e persone alla rinfusa, opere e persone seguono, ciascuna, il proprio percorso, un giorno è possibile che, casualmente, incontriamo il libro che ci accompagnerà per il resto della vita o le persone con cui, da subito, stabiliamo una comunicazione totale. Il caso regola le nostre vicende. Null’altro che il caso. Buzzati, Vivaldi, Noa, Grazia Deledda, Salvatore Satta, Tomasi di Lampedusa, Berto… ecco i miei amici “tascabili” che mi accompagnano sempre e dovunque. Come le persone amiche, con le quali ti senti anche dopo tanto tempo, ma la comunicazione riprende immediata e totale come se ci fossimo visti ieri sera.