INTRODUZIONE A: "ENCICLOPEDIA APERTA DI AVERSA" E "BREVE STORIA DI AVERSA", PUBBLICAZIONI IN ITINERE, Antonio Santi
"ENCICLOPEDIA APERTA DI AVERSA" E "AVERSA. Aspetti di storia e di vita" DI ENZO DI GRAZIA, Antonio Santi
DEDICA, da "AVERSA. Aspetti di storia e di vita" di Enzo Di Grazia
AL LETTORE di "AVERSA. Aspetti di storia e di vita", Enzo di Grazia
ESTRATTO DA: "ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI E UNICEF CAMPANIA PER LA SALVEZZA DELLE CITTA' DI TUTTO IL MONDO" (Dal discorso tenuto dal prof. Giorgio La Pira al Convegno dei Sindaci di tutto il Mondo svoltosi in Firenze il 2 ottobre 1955)
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INTRODUZIONE A: "ENCICLOPEDIA APERTA DI AVERSA" E "BREVE STORIA DI AVERSA", PUBBLICAZIONI IN ITINERE, Antonio Santi
Abbiamo voluto iniziare la sezione “Editoria on line” dell’associazione Gaetano Parente con due testi base. Il primo è: “Breve storia di Aversa” di Naselli Stevens. Il secondo è: “Enciclopedia aperta di Aversa.”, parziale ristampa di “Aversa. Aspetti di storia e di vita” di Enzo Di Grazia. Le ragioni della scelta sono semplici e vanno, crediamo, nel segno dell’innovazione. Abbiamo voluto creare due “canovacci” o punti di riferimento o testi base. Intorno a questi raggrupperemo tutti gli ulteriori lavori che L’Eco di Aversa-www.ecodiaversa.com pubblicherà in tema, per un verso, di storia di Aversa e, per altro verso, di patrimonio storico, artistico, architettonico, monumentale di Aversa. Ci ha guidati, in effetti, l’idea di “organizzare” due punti di riferimento, il più esaustivi possibile, a cui possano rivolgersi aversani e forestieri ogni volta che avranno il desiderio di sapere qualcosa o più di qualcosa circa, per un verso, la storia di Aversa e, per altro verso, il patrimonio storico, artistico, architettonico, monumentale di Aversa. Spieghiamo meglio l’idea che abbiamo seguito. Ogni “canovaccio” o punto di riferimento (i testi di cui sopra) è diviso in “cassetti” (ad esempio: canovaccio “Enciclopedia di Aversa”, cassetto “S. Antonio, Chiesa e Convento”; canovaccio “Breve Storia di Aversa”, cassetto “La Città Normanna”). Ogni “cassetto” (ad esempio, “S. Antonio, Chiesa e Convento”; “La Città Normanna”) contiene un testo o contenuto base – quello del “canovaccio” o punto di riferimento (ad esempio, “Enciclopedia aperta di Aversa”, di Enzo Di Grazia; “Breve Storia di Aversa”, di Naselli Stevens) – più altri testi – tutti quelli, cioè, che appariranno sul periodico L’Eco di Aversa-www.ecodiaversa.com in merito allo stesso oggetto (“S. Antonio, Chiesa e Convento”; “La Città Normanna”). In pratica ogni “cassetto” avrà un determinato oggetto (esempio, “S. Antonio, Chiesa e Convento”; “La Città Normanna”) e conterrà il testo del “canovaccio” oltre tutti i testi, apparsi su L’Eco di Aversa-www.ecodiaversa.com, relativamente a quello stesso oggetto (esempio, “S. Antonio, Chiesa e Convento”; “La Città Normanna”). Seguendo questo modus procedendi, accadrà che avremo tanti “cassetti”, corrispondenti agli argomenti o temi trattati nei due “canovacci” o punti di riferimento (“Breve storia di Aversa”, “Enciclopedia aperta di Aversa”), pieni di materiali, di lavori – quelli contenuti nei vari “cassetti” - pronti per la consultazione. Un vero e proprio archivio, quindi. Seguendo questo modus procedendi accadrà che nel “cassetto”, ad esempio, “S. Antonio, Chiesa e Convento” o “La Città Normanna”, troverete tanti lavori e non solo ed esclusivamente il testo (di Enzo Di Grazia o di Naselli Stevens) del “canovaccio” o “punto di riferimento”. Di tal maniera, l’utente (aversano o forestiero) che vorrà sapere un minimo su “S. Antonio, Chiesa e Convento” o su “La Città Normanna”, aprirà il “cassetto” “S. Antonio, Chiesa e Convento” o “La Città Normanna” e si limiterà a leggere il testo del “punto di riferimento” o “canovaccio” (quello di Enzo Di Grazia o di Naselli Stevens). L’utente che, invece, vorrà sapere ben più del minimo su “S. Antonio, Chiesa e Convento” o su “La Città Normanna”, aprirà il “cassetto”, di cui al “canovaccio” “Enciclopedia aperta di Aversa” o “Breve Storia di Aversa”, e leggerà tanto il testo del punto di riferimento o canovaccio (di Enzo Di Grazia o di Naselli Stevens), quanto tutti (o una parte) degli altri, ulteriori lavori, aventi ad oggetto “S. Antonio, Chiesa e Convento” o “La Città Normanna”, ivi contenuti. L’idea è quella di mettere su un vero e proprio archivio, per un verso, sulla storia di Aversa (prendendo come base il testo di Naselli Stevens) e, per altro verso, sul patrimonio storico, artistico, architettonico, monumentale di Aversa (prendendo come base il testo di Enzo Di Grazia). Quanto esposto significa che “i cassetti” formanti i “canovacci” saranno in continua evoluzione. Si arricchiranno continuamente. In relazione a quanto, ovviamente, avremo possibilità di pubblicare in merito agli oggetti dei “cassetti” formanti i canovacci o punti di riferimento. Se dopodomani, ad esempio, ci invieranno un articolo su: “S. Antonio, Chiesa e Convento” e questo pubblicheremo su L’Eco di Aversa-www.ecodiaversa.com, immediatamente tale articolo finirà anche nel “cassetto” “S. Antonio, Chiesa e Convento” facente parte del “canovaccio” “Enciclopedia aperta di Aversa”. Se dopodomani, sempre per esempio, ci invieranno un articolo sui Normanni e questo pubblicheremo su L’Eco di Aversa-www.ecodiaversa.com, immediatamente tale articolo finirà anche nel “cassetto” “La Città Normanna” facente parte del “canovaccio” “Breve Storia di Aversa” di Naselli Stevens. La continua evoluzione dei canovacci e relativi cassetti riguarderà pure le foto. Perché contiamo di arricchire i “canovacci” e i relativi “cassetti” con foto adeguate per fare le quali, però, ci vorrà tempo. Ovviamente “canovacci” e contenuti dei “cassetti” dovranno rispondere ai criteri della semplicità, accessibilità, facile fruibilità. Cultura fruibile ed accessibile, quindi, per tutti e non solo per gli eruditi e gli esperti. Ed al criterio della rapida consultazione. Se io voglio sapere qualcosa su: “S. Antonio, Chiesa e Convento”, devo avere la possibilità di una ricerca semplice, immediata che mi permetta di arrivare al nocciolo e di “prendere” ciò che mi serve. Testi in itinere, quindi. Destinati ad aumentare. Ad arricchirsi. Del resto il sapere non ha mai fine. Non faranno parte dei “cassetti” dei testi base le pubblicazioni della sezione “Editoria” autonome ed indipendenti. Queste saranno solo menzionate all’interno del pertinente “cassetto”.
"ENCICLOPEDIA APERTA DI AVERSA" E "AVERSA. Aspetti di storia e di vita" DI ENZO DI GRAZIA, Antonio Santi
Comprò mio padre Giulio, presso l’edicola accanto a Pelosi, con me, io ero piccolo, il libro “Aversa. Aspetti di storia e di vita” di Enzo Di Grazia. Da grande, nel risistemare le cose di casa, quel libro è rispuntato fuori. Dopo avere conosciuto e lavorato con Enzo Di Grazia (ricorderete la Mostra di Pittura Contemporanea “30 Artisti per i 30 Anni di Unicef Italia” presso palazzo Parente), che ho avuto modo di stimare ed a cui voglio bene. Ho letto da grande, ora, quel libro che mio padre comprò. Mi è piaciuto. Ho apprezzato le doti di semplicità, immediatezza, fruibilità. Doti che mancano a tanti libri su Aversa. Ho apprezzato l’onestà intellettuale di Enzo Di Grazia quando, nella prefazione, scrive: “Le notizie /_ su Aversa _/ … le abbiamo raccolte … evitando soprattutto di offendere, come è abituale malcostume, il lavoro degli altri, di cui si usurpa indegnamente il nome”. Ho apprezzato la struttura pratica e sintetica del libro, quasi un Dizionario su Aversa. Avevo nella testa di “utilizzare” l’opera di Enzo, ma non sapevo come. Di dargli nuova vita. Poi mi è venuta l’idea dell’editoria in itinere. Testi base su Aversa in costante aggiornamento, ampliamento. Il testo di Enzo rispondeva proprio a tale idea. La struttura sintetica e a temi sequenziali era ciò che cercavo. Detto, fatto. E’ nata, così, l’”Enciclopedia aperta di Aversa”. Ad argomenti. In itinere, aperta, in evoluzione. Il testo di base è, ovviamente, quello di Enzo Di Grazia. L’abbiamo aggiornato e l’aggiorneremo, con il minimo indispensabile, in modo da dar conto dell’evoluzione dei tempi (il testo di Enzo è, difatti, del 1971). Ma di questi interventi minimi e asettici daremo conto con i segni “/_ _/” in modo da far sapere quali sono le parti aggiunte. Il testo di Enzo andrà a costituire i cassetti del canovaccio “Enciclopedia aperta di Aversa”, questo per continuare con il discorso di cui al precedente punto.
N.B.: foto a sinistra, copertina del libro di Enzo Di Grazia. Foto a destra, Enzo Di Grazia è la persona alla sinistra del sindaco Ciaramella.
DEDICA da "AVERSA. Aspetti di storia e di vita", Enzo di Grazia
"A Rino, Tonio e Lalla"
AL LETTORE di "AVERSA. Aspetti di storia e di vita", Enzo Di Grazia
"Il presente lavoro non ha alcuna pretesa scientifica: è nato e si è sviluppato come testimonianza d’amore per la città natia, tanto profondo quanto il rancore per chi cerca (ed è riuscito in buona parte) ad umiliarla e calpestarla.
“A egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti”: ed è nostra precisa intenzione mostrare ai giovanissimi, ai quali è espressamente dedicato quale sepolcreto di grandi spiriti celi la città degli appaltatori e dei ‘cittadini benemeriti’.
Le notizie sono quelle, note a molti, amorevolmente collezionate e qua e là tramandate dagli Aversani del tempo passato: le abbiamo raccolte nella maniera più semplice ed ordinata, evitando soprattutto di offendere, come è abituale malcostume, il lavoro degli altri, di cui si usurpa indegnamente il nome.
Un giorno, forse, l’entusiasmo personale e il favore altrui daranno ad Aversa l’opera che merita: per il momento bastino questi appunti a chi provi il desiderio di conoscere le patrie vicende.
Enzo Di Grazia".
ESTRATTO DA: "ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI E UNICEF CAMPANIA PER LA SALVEZZA DELLE CITTA' DI TUTTO IL MONDO" (Dal discorso tenuto dal prof. Giorgio La Pira al Convegno dei Sindaci di tutto il Mondo svoltosi in Firenze il 2 ottobre 1955)
“Le città hanno una vita propria: hanno un loro proprio essere misterioso e profondo, hanno un loro volto, hanno, per così dire, una loro anima ed un loro destino, non sono cumuli occasionali di pietra… Hanno gli Stati il diritto di distruggere le città? Di uccidere queste “unità viventi”? La risposta a nostro avviso, è negativa. Le generazioni presenti non hanno il diritto di distruggere un patrimonio a loro consegnato in vista delle generazioni future! Il diritto all’esistenza che hanno le città umane è un diritto di cui siamo titolari noi delle generazioni presenti, ma più ancora quelli delle generazioni future. Un diritto il cui valore storico, sociale, politico, culturale, religioso si fa tanto più grande quanto più riemerge, nella attuale meditazione umana, il significato misterioso e profondo delle città. Ogni città è una città sul monte, è un candelabro destinato a far luce al cammino della storia. Ciascuna città e ciascuna civiltà è legata organicamente, per intimo nesso e intimo scambio, a tutte le altre città ed a tutte le altre civiltà: formano tutte insieme un unico grandioso organismo. Ciascuna per tutte e tutte per ciascuna. Storia e civiltà si trascrivono e si fissano, per così dire, quasi pietrificandosi, nelle mura, nei templi, nei palazzi, nelle case, nelle officine, nelle scuole, negli ospedali di cui la città consta. Le città restano, specie le fondamentali, arroccate sopra i valori eterni, portando con sé, lungo il corso tutto, dei secoli e delle generazioni, gli eventi storici di cui esse sono state attrici e testimoni. Restano come libri vivi della storia umana e della civiltà umana: destinati alla formazione spirituale e materiale delle generazioni venture. Restano come riserve mai esaurite di quei beni umani essenziali – da quelli di vertice, religiosi e culturali, a quelli di base, tecnici ed economici – di cui tutte le generazioni hanno imprescindibile bisogno. La città è lo strumento in certo modo appropriato per superare tutte le possibili crisi cui la storia umana e la civiltà umana vanno sottoposte nel corso dei secoli. ... E prima di finire questo discorso sul valore delle città, sul destino per la civiltà intiera e per la destinazione medesima della persona, permettete che io dia un ammirato sguardo d’insieme alle città millenarie, che come gemme preziose, ornano di splendore e bellezza le terre dell’Europa e dell’Asia. Signori, ci vorrebbe qui, per parlare di esse, il linguaggio ispirato dei Profeti: di Tobia, Isaia, Geremia, Ezechiele, San Giovanni Evangelista. Per ciascuna di esse è valida la definizione luminosa di Péhguy: essere la città dell’uomo abbozzo e prefigurazione della città di Dio. …Città nelle quali la bellezza ha preso dimora, s’è trascritta nelle pietre, città collocate sulla montagna dei secoli e delle generazioni, destinate ancora oggi e domani a portare alla civiltà meccanica del nostro tempo e del tempo futuro una integrazione sempre più profonda ed essenziale di qualità e di valore! Ognuna di queste città non è un museo ove si accolgono le reliquie, anche preziose, del passato; è una luce ed una bellezza destinate ad illuminare le strutture essenziali della storia e della civiltà dell’avvenire.”.