E’ senz’altro il figlio più importante di Aversa, quello che con il suo genio e con la grandezza della sua Arte onorò la sua patria in tutto il mondo.
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Nacque il 17 dicembre 1749 nella strada che si chiamava II Trinità e che oggi in suo onore si chiama via Cimarosa; la sua casa è rimasta come era allora e di recente vi è stato istituito un Museo Cimarosiano.
I suoi genitori erano modesti e laboriosi popolani: suo padre Gennaro era muratore; la madre, casalinga, si chiamava Anna di Francesco; fu battezzato nella parrocchia di S. Audeno.
All’età di sette anni rimase orfano, essendo il padre morto in un incidente sul lavoro; fu raccolto da un frate conventuale di S. Severo, padre Solcano (o padre Porzio).
Sin da fanciullo era stato sempre versato per la musica e, per favorire la sua naturale inclinazione, il buon padre cercò di procurargli l’iscrizione ad una scuola di Musica. Nel 1761 riuscì ad ottenere un posto gratuito nel Conservatorio di Nostra Dama di Loreto a Napoli, dove ebbe come Maestri illustri musicisti, tra i quali Gennaro Manna, Antonio Sacchini, Fedele Fenaroli e Nicola Piccini.
Completati gli studi, uscì dal Conservatorio nel 1722; e in quello stesso anno diede una prima prova delle sue grandi capacità, componendo per il Teatro dei Fiorentini di Napoli la sua prima opera musicale “Le stravaganze del Conte”. Questa sua prima composizione ebbe successo e lo fece segnalare agli appassionati di tutta Italia, sicché nel 1779 fu chiamato a Roma, dove per il teatro Della Valle compose l’opera “L’Italiana a Londra”.
La sua fama lo fece ricercare da tutta l’Europa e fu a Milano, a Parma, a Torino, a Vienna e a Venezia.
Nel 1789 fu invitato in Russia dallo zar per sostituire Paisiello.
Si fermò a Vienna per 24 giorni, vi diede molti concerti; si fermò poi a Varsavia e il 1° dicembre giunse a Pietroburgo.
Per Caterina II, zarina di Russia, per il suo favorito Potemkin e per altri dignitari della Corte compose varie opere (oltre 500) tra cui “La vergine del Sole”, “La serenata non preveduta”, “Cleopatra”, “La felicità inaspettata”, “L’Atena edificata” e una Messa funebre per il funerale della duchessa di Serra Capriola.
Dopo tre anni di permanenza in Russia, nel 1792, provò il desiderio di tornare in patria e prese la via del ritorno; ma si fermò ancora a Vienna e a Varsavia, dove la sua fama era immensa e la gloria indiscussa. A Vienna gli venne offerto uno stipendio dall’Imperatore Giuseppe II e dal suo successore Leopoldo II e qui compose il suo capolavoro: “Il matrimonio segreto” che fu qui rappresentato per la prima volta il 7 febbraio del 1792; successivamente, nel 1793, quest’opera fu rappresentata al Teatro dei Fiorentini di Napoli e fu replicata in 5 mesi per ben 110 volte.
Benché fosse la sua opera migliore e quella che gli diede le più grandi soddisfazioni, Cimarosa non la considerava la sua opera più bella e preferiva un’altra meno importante, l’”Aretusa”.
Giunse a Napoli mentre cominciavano a verificarsi nuovi eventi; il 23 gennaio 1799 vi fu la rivoluzione liberale e la costituzione della Repubblica Partenopea: per essa il Cimarosa scrisse un inno patriottico.
Successivamente ne scrisse un altro contro i Francesi ed infine, il 22 settembre 1799, uno contro i Borboni.
Abbattuta la repubblica e restaurato il dominio borbonico a Napoli, il 9 dicembre del 1799, poiché aveva scritto l’inno per la rivoluzione, fu imprigionato per pochi mesi; liberato per intervento di Ercole Con salvi, si recò a Venezia dove compose un’Opera Buffa “L’imprudente sfortunato” e l’”Artemisia”, che fu rappresentata al San Carlo, dopo la sua morte, nel 1807.
Morì l’11 gennaio 1801 a Sant’Angelo, nei pressi di Venezia, nell’albergo “Tre stelle”, dove la sua camera è stata conservata quasi intatta.
Aversa gli ha tributato solenni onoranze in occasione del centenario della morte e del bicentenario della nascita.
Nel 1926 fu ideato un monumento all’illustre musicista aversano e il 5 gennaio 1927 fu commissionato allo scultore Francesco Ierace; il 28 marzo fu realizzato e solennemente inaugurato.