Nel corso della sua storia secolare, Aversa, nei periodi di maggiore splendore, ebbe – tra i suoi cittadini – famiglie illustri per nobiltà, le cui abitazioni recavano i segni dello splendore del tempo, e restano, oggi, a testimonianza del gusto del periodo in cui furono costruite, e della storia comunale della città. Tra gli edifici sopravvissuti, di maggiore interesse sono i seguenti:
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- via Roma, 72, palazzo Moccia, poi Russo; sotto la volta, lo stemma di Onofrio de Rossi, vescovo di Fondi; appoggiata ad esso era una delle porte di Aversa, detta porta Moccia, abbattuta nel 1840;
- via Sanfelice, 54, palazzo Fiorentino, nobile famiglia napoletana emigrata ad Aversa intorno al 1600;
- via S. Andrea, 23, palazzo Della Valle, duchi di Ventignano; ospitò l’infante Carlo III, e fu sede del Seminario Minore;
- via S. Andrea, 28; nel 1930, in occasione dei restauri per il terremoto, vennero alla luce archi trecenteschi;
- via Umberto I, 40, palazzo Motti, appartenuto a Riccardo Rebursa; fu dato, dopo il 1268, ad Ugo d’Ablens, amico di Carlo d’Angiò; qui esisteva, fino al 1885, il seggio di S. Antonio;
- via Seggio, 72, palazzo Ricciardi, ora Golia: una lapide, posta l’11 giugno del 1910, ricorda che ivi sostò Garibaldi il 1° ottobre 1860, alla vigilia della battaglia del Volturno;
- via Seggio, 66 e 92, palazzi Lucarelli, nobili del Seggio di S. Antonio;
- via Seggio, 112, palazzo della famiglia De Fulgore, nobili del Seggio, costruito nel 1550;
- via Seggio, 103, palazzo dei monaci di S. Martino, ora Lucani;
- piazza Marconi, 18, palazzo Pignatelli;
- via S. Gerolamo, 62, palazzo Pignatelli, nobili aversani;
- via Plebiscito, 62, palazzo Siniscalchi, famiglia del Seggio di S. Luigi;
- piazza Plebiscito, 38, palazzo Del Tufo, una delle famiglie più antiche di Aversa;
- via Plebiscito, 45, palazzo Masola, marchesi di Trentola, appartenenti al Seggio, poi palazzo Bonavita; vi è appoggiato il Seggio di S. Luigi;
- via Plebiscito, 50, palazzo Sanfelice, duca di Acquavella;
- via Plebiscito, 76, palazzo Altomare, famiglia mobilissima;
- via P. Rosano, palazzo D’Ausilio, nobili del Seggio; vi è appoggiata la porta S. Giovanni;
- via S. Biagio, 8, palazzo Forgiane, nobili del Seggio;
- via S. Biagio, 10 e 25, via Parente, 10, e vicolo S. Marta (collegati con un cavalcavia) della famiglia Cappella;
- via S. Biagio, 22, palazzo Del Tufo;
- via Drengot, 23, palazzo Cappabianca, nobili del Seggio;
- via Drengot, 36, palazzo Abenavolo, poi Pelliccia, poi Saporito;
- via Drengot, 33, palazzo De Bisogno, marchesi di Casaluce; ora delle Ancelle del Sacro Cuore (asilo Volpicelli);
- via Drengot, 41, palazzo Orineti, nobili del Seggio;
- via Parente, 2, palazzo Parente, casa natale di Gaetano Parente;
- via C. Golia, 56, palazzo Wirzier;
- via C. Golia, 42, palazzo Arcieri, poi Lombardi;
- via C. Golia, 45, palazzo Conti Gaudioso, del 1720;
- via C. Golia, palazzo Mauro di Pelvica, nobili del Seggio;
- via C. Golia, 4, palazzo della Trinità dei Pellegrini, ora casa canonica della parrocchia di S. Audeno;
- piazza S. Nicola, 56, oggi piazza Federico Santulli, palazzo Merenda, poi Gaudioso;
- via S. Marta, 60, palazzo D’Ausilio, poi Pozzi, del 400;
- via S. Marta, 7, palazzo D’Ausilio; portale del 300;
- via S. Marta, 57, palazzo Biancolella;
- via L. Abenavolo, 29 e 39, palazzo Marasca; marchesi di Cesa;
- via S. Maria della Neve, 34, palazzo Fulgore, marchesi di Ducenta e nobili del Seggio;
- via Vitt. Veneto, palazzo Lucarelli Pacifico;
- via Magenta, 17, palazzo Pignatelli;
- piazza Vittorio Emanuele, 53 e 54, palazzo Pelliccia, poi Candia e poi Moschetti; l’1-9-1852 ospitò Vittorio Emanuele III;
- piazza Svignano, 8, palazzo Scoppa, poi Motti;
- via Toti, 29, palazzo Capone, nobile del Seggio.