Ogni epoca storica ha la sua Maga Circe. Oggi questo ruolo è svolto dalla Politica che, soprattutto dalle nostre parti (Campania e dintorni) trasforma i Cittadini (uomini) in Servi (porci). Coloro che si spostano nel campo della politica sono ex cittadini che abbandonano i caratteri civili e diventano persone prepotenti, arroganti, piene di privilegi finché non vanno a sbattere contro inchieste giudiziarie o processi giornalistici; oppure sotto le elezioni.
Alla vigilia di elezioni essi si trasformano, diventano buonisti, sembrano affabili. Nei loro discorsi consumano la lingua a dire che sono amici vostri, che hanno lavorato e vogliono lavorare per il bene della comunità, che il loro impegno è al servizio della città. Non credeteli. Decenni di storia e di cronaca hanno dimostrato che i Partiti, le loro Lobby, i loro Padroni considerano i cittadini dei sudditi, adatti solo a pagare le tasse ed a rifinanziare i buchi ed i debiti lasciati per fare lavori inutili o fatti male (e quindi da rifare), a mettere una firma sotto la cambiale in bianco che è la scheda elettorale, ad essere tassati e tartassati all’infinito. Ed i cittadini? Essi sono i porci del mito di Circe, sono i soliti polli che cascano sistematicamente nella trappola delle belle parole-bugie, che si fanno sfilare il portafoglio senza reagire, salvo poi in privato maledire e bestemmiare i soliti noti prestati alla politica. Molto raramente dimostrano il coraggio di non aver paura, di esporsi, di rischiare qualcosa per riaffermare il primato della cittadinanza (dignità, decenza e rispetto) sulla politica (raggiri, imbrogli,truffe). Alcuni hanno ripetutamente e giustamente sostenuto che questo enorme divario con le Regioni del Centro-Nord nasce dal fatto che la fonte del sostentamento di oltre l’80% dei Campani è il foraggiamento pubblico ai Sudditi del Vicereame delle Camorre (la Campania), il vivere da parassiti (in formato ridotto rispetto ai Politicanti ed ai camorristi, ma sempre da parassiti). Nelle Regioni del Centro-Nord invece prevalgono i Cittadini sui Sudditi perché l’uomo è per la stragrande maggioranza un imprenditore, un libero produttore di ricchezze, molto meno ricattabile. E dov’è il terzo attore della scena? Dove è andato a finire Ulisse? Come il servo e come la Maga Circe, Ulisse sta qui, è dentro ognuno di noi. Se la dorme, si lascia lusingare, si lascia abbindolare dalle maliarde e dalle sirene di turno (i vari aspetti di Circe), fin quando la voce della coscienza non incomincia a battere, a bussare, ad urlare che così non può durare a lungo. Ulisse stenta a recuperare la consapevolezza del suo ruolo nella società, la responsabilità verso la sua famiglia e la comunità in cui vive. Eppure non può far finta di niente per il resto della vita. Arriva il momento storico in cui l’uomo deve rischiare i propri egoismi e le piacevoli comodità dell’essere gregge e prepararsi a salpare, ad affrontare il mare grosso delle difficoltà e dei disagi. Ulisse che è in noi non può bleffare sempre, non può rinunziare a difendere la propria condizione di uomo libero, non può sempre chinare la schiena davanti al padrone o delinquente di turno, non può evitare di lottare per i diritti dei suoi figli e nipoti. I nostri antenati hanno combattuto guerre, hanno affrontato epidemie e carestie. Oggi in Campania si ha paura di essere uomini liberi, si ha vergogna di farsi guidare dall’Ulisse che è dentro di noi per essere massa, per accontentarsi degli avanzi come i docili porci della Maga Circe.
Gennaro Mariniello, Presidente Comitato per la Salvaguardia dei diritti dei Cittadini di Aversa