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Guida turistica breve di Aversa

Guida turistica breve di Aversa

Progetto “Aversa Diversa: 1° Cultura, 2° Turismo”

Progetto Aversa Diversa
 

Editoriali
Ricordarsi di ciò che viene Raffaele Pezzullo

“E importante ricordarsi di ciò che viene” – dicevano i Padri del Deserto.
In questo paradosso esistenziale,nella dimensione temporale che ci coinvolge, cogliamo il fluire del tempo,tra passato,presente e futuro;tra ciò che era ciò che siamo e ciò che saremo,avvolti dal senso dell'”inattuale”, ma sempre in attesa dell’evento”; di ciò che accade o potrebbe accadere o accaderci, dal passato remoto o recente.
Viviamo dunque, il tempo, come momento “divenire”, del “fieri”.
La tendenza “teoretica” della filosofia e della fenomenologia,non esclude il rapporto con la realtà del mondo in cui l’esistenza si realizza, talvolta in maniera anche problematica, oggetto di indagine psicologica e psicanalitica, senza mai prescindere dal carattere di trascendenza che ne sublima consapevolmente o meno, la pianificazione progettuale e quindi il proiettarsi verso un futuro di realizzazione personale in cui fare esperienza di libertà, proprio attraverso quell’essere proiettato nel mondo, come dice Sartre. 


Attraverso questo processo,l’esistenza perviene alla propria autenticità: l’uomo che realizza se stesso ne raggiungimento della propria attuazione personale, individuale e anche relazionale col mondo e con gli altri.
E’ il senso dell’essere che si esplica si dipana.
Sono in gioco, i meccanismi della comunicazione in cui la parola acquista e rivendica tutta la sua reale e potenziale valenza come strumento e veicolo di libertà e liberazione in senso terapeutico, anche dai “lacci” del vivere nella quotidianità, puntualizzato dall’angoscia, sintomatica del secolo scorso e che ancora tocca questi nostri giorni; un Novecento su cui si addensavano problemi non risolti dal secolo precedente e che con il sorgere della psicanalisi, sottolineava il disancoraggio dell’uomo dalle vecchie certezze con condizioni di instabilità e insicurezze,di cui sono voce Kafka, Proust, Sartre, Moravia.
Un angoscia che induce la paura del nulla per una vita senza prospettive e quindi senza futuro,con la morte unica alternativa che si intraveda all’orizzonte cui ci si prepara, come dice Platone e come scrive Dante,attraversando il breve itinerario della vita e magari, esorcizzandone l’effetto, rifugiandosi nella religione, guadagnando una più intensa apertura ad un nuova vita, come ancora afferma Platone. 

La morte chiude inesorabilmente la “storicità” dell’esistenza iniziata con la nascita e sviluppatasi e resa autentica dalla progettualità che l’individuo realizza operando scelte autonome e libere, dettate da una visione “economica” del vivere siglato dall’enigma “morte”, esperienza che come il dolore, veramente ci appartiene, al termine del nostro vagabondare attraverso i mille modi in cui l’estrinsecarsi del nostro essere si manifesta,sempre alla ricerca della verità;la verità che non può mai essere raggiunta nella sua assolutezza oggettiva, ma solo avvicinata attraverso un processo “euristico” teso a definire “ciò che non è nascosto”. 

Una verità,ancora che è alla ricerca di un nuovo umanesimo utilizzando un nuovo linguaggio come “casa dell’essere”, per dirla con Heidegger, capace anche di dar voce all'”ascolto” e come involucro che avvolge l’uomo nel suo tendersi illuminante verso il divino e l’assoluto che salva e che si esprime attraverso la poesia in cui l’essere si libra nelle forme più eccelse della parola e l’arte, che come conoscenza, ci lega alla verità così come erano congiunte nel mondo antico e che dà forma, nella riflessione estetica, alla tensione dell’uomo verso la bellezza: l’una e l’altra penetrate dall’investigazione critico-ermeneutica che fa emergere il non-detto e il non-rappresentato.
 

Cultura | Storia
La scuola violoncellistica di Ciandelli Salvatore de Chiara

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È stato recentemente pubblicato per i tipi della Libreria Musicale Italiana un nuovo importante saggio di Enrica Donisi dal titolo “La scuola violoncellistica di Gaetano Ciandelli”. La studiosa, musicologa e storica della musica, che già in passato, con le sue ricerche sulle Scuole Musicale dell’Istituto San Lorenzo e sulle Bande Musicali Militari, ha messo in luce l’importante ruolo di Aversa nello sviluppo della musica moderna, riscopre in questo nuovo libro la storia della scuola violoncellistica che prese le mosse, nel XIX secolo, da Gaetano Ciandelli. 


Nato a Napoli nel 1801, Ciandelli è stato un illustre violoncellista a lungo sottovalutato, fu allievo di Niccolò Paganini che lo additò finanche quale alter-ego di sé stesso. Virtuoso incontrastato, si dedicò prevalentemente all’insegnamento, sia presso il Conservatorio San Pietro a Maiella sia presso l’Orfanotrofio San Lorenzo, ove fu a lungo docente, ma soprattutto come precettore privato trasmettendo la sua arte ad una numerosa progenie di allievi che diffusero le sue innovazioni in tutto il mondo. Ciandelli operò una profonda innovazione della tecnica e della didattica, una vera rivoluzione per i suoi tempi, dando origine alla scuola che ora, grazie all’opera della Donisi che attinge fonti inedite e presenta nuove letture dei dati conosciuti, gli viene giustamente attribuita. Sui principali allievi furono Domenico Laboccetta, Carlo Mercadante e Gennaro Giarritiello, che ebbe a sua volta come allievo Giuseppe Magrini da cui si sviluppò la scuola violoncellistica milanese che ebbe tra gli epigoni Luigi Broglio, iniziatore della scuola violoncellistica a Padova, Ferruccio Carlo Alberti e Mario Pezzotta. A Roma fu Ciandelli medesimo a formare una scuola di violoncellisti applicando il suo metodo, che continuerà a svilupparsi fiorente fino alla prima metà del ‘900. Per gemmazione si sviluppò poi una attiva scuola ciandelliana in sud America, in particolare in Cile con l’opera di Luigi Giarda e poi in Argentina. Anche la musica per clarinetto si giovò dell’opera di Ciandelli, il cui ruolo didattico risultò propedeutico per i giovani strumentisti a fiato o per gli studenti di composizione e contrappunto. 


Ad Aversa furono numerosi gli studenti di Ciandelli, da Pasquale Lozzi, che dopo essere stato allievo del San Lorenzo vi divenne professore di contrappunto, a Generoso Risi, clarinettista che fu direttore di banda a Londra. Al San Lorenzo di Aversa si sviluppò grazie alle innovazioni del Ciandelli anche una valente arte di accordatori e costruttori di strumenti, assecondata da docenti illuminati dell’orfanotrofio come Ferdinando Pinto. L’opera di Enrica Donisi è dunque una novità assoluta, un lavoro rigoroso e completo che getta una luce del tutto inedita su un argomento di grande interesse per la storia della musica. Proprio in virtù dell’importante apporto scientifico, la pubblicazione ha ricevuto il patrocinio dell’Ambasciata del Cile in Italia, del Dipartimento di Architettura della Seconda Università di Napoli e del Teatro San Carlo di Napoli.

Editoriali
La riforma non funziona Salvatore de Chiara

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Così per come è stata concepita e per come è scritta la riforma del Titolo V della Costituzione non è idonea a raggiungere gli obbiettivi di semplificazione del sistema che si erano prefissati i suoi promotori. Anzi, è molto concreto il rischio che le nuove norme finiranno per rallentare il processo legislativo-decisionale e renderlo meno efficiente. La riforma è timida, da vita ad un sistema ibrido che dimostra come in realtà non vi sia la volontà di affrontare seriamente il tema delle riforme. In primo luogo non si è intervenuto sul ruolo del Presidente del Consiglio, che rimane invariato, ed è questa l’unica anomalia del sistema italiano, non tanto il bicameralismo perfetto, quanto lo stato di minorità in cui è tenuto il capo del governo rispetto al parlamento. 


Ormai, dopo settant’anni di democrazia consolidata i tempi sono maturi per passare dalla democrazia parlamentare ad un premierato eletto direttamente dai cittadini. Ma di tutto questo nella nuova costituzione non v’è traccia, nemmeno della abolizione netta del Senato, che forse avrebbe avuto un senso, ma piuttosto viene tenuto in vita artificialmente assegnandogli compi marginali. Non si capisce poi il perché i Senatori dovrebbero essere eletti con un meccanismo di secondo livello, salvo promesse dell’ultim’ora di sistemi cervellotici di elezione diretta, e soprattutto non è chiara quale reale utilità abbia l’affidare complessi compiti a sindaci e consiglieri regionali già oberati dai doveri del mandato elettorale originario. Si produrrebbe inoltre un meccanismo di “porte girevoli”, in base al quale, essendo il mandato dei Senatori legato alla durata del mandato da amministratore locale, ci ritroveremmo in media ogni due anni a rinnovare un terzo dei membri della nuova camera alta, poiché Consigli Regionali e Comuni tengono le elezioni per il loro rinnovo in momenti diversi ed in date diverse da regione a regione. Come si potrebbe con questa composizione affrontare un percorso continuativo dei compiti assegnati? La assegnazione delle sfere di competenza alle due Camere è altrettanto approssimativa con la possibilità, praticamente certa, di continui conflitti di attribuzione, in una cornice che, se a chiacchiere vuol ridurre i passaggi da un ramo all’altro, in effetti crea almeno sei diversi subprocedimenti appesantendo l’iter di formazione delle leggi. 

Qualcuno sostiene che il modello sia di ispirazione tedesca senza tener conto che nel sistema tedesco, in caso di conflitto tra le due camere del parlamento, è prevista l’attivazione di una Commissione di Mediazione intercamerale che ha le funzioni di produrre una soluzione legislativa di compromesso. Quest’organo non è previsto nella riforma Renzi-Boschi ed il risultato sarà un abnorme ricorso alla Corte Costituzionale per dirimere i conflitti di attribuzione che, considerando come sono mal delineate le competenze, saranno numerosi. Se l’obiettivo era poi diminuzione dei costi del Senato sarebbe stato possibile intervenire sui rimborsi parlamentari con legge ordinaria, analogamente, è apprezzabile il contingentamento dei tempi per l’esame delle proposte di legge da parte delle Camere introdotto dalla riforma, ma per realizzarlo non c’era certo bisogno di stravolgere mezza Costituzione. 

Dal nuovo testo escono massacrate le Regioni che si ritrovano private di molte delle competenze prima assegnate loro, e questo potrebbe sembrare un intervento necessario, ma al contempo si introducono norme che, di fatto, commissariano le scelte regionali da parte del governo centrale senza fissare chiaramente i limiti di attribuzioni e competenze. Ed è un controsenso che nel momento in cui si vorrebbero valorizzare le autonomie locali dotandole di una Camera che le rappresenti, si sottraggano competenze alle Regioni e si sopprimano contestualmente le Province. L’esigenza di sopprimere il CNEL era avvertita da parecchio ma i suoi costi, attualmente, non giustificano trionfalismi sui risparmi, sono infatti in carica appena un terzo dei suoi membri, ormai senza indennità e rimborsi, mentre i suoi dipendenti saranno tutti riassorbiti dalla Corte dei Conti. Al di là degli intenti propagandistici e del significato più largamente politico che la riforma rappresenta, le finalità di ammodernamento del sistema politico, di snellimento delle procedure e di risparmio sono tutte disattese.

Associazione Gaetano Parente - Bacheca,Cultura | Storia
Al via il 24 novembre il Caffè Letterario di Palazzo Parente Anna Dello Margio

Se è vero che il caffè è una scusa non c’è scusa migliore per invitare un amico a
leggere un buon libro. A questo hanno pensato gli autori di Legenda Letteraria, il
blog dal quale si è sviluppata l’associazione nata per iniziativa di un gruppo di
giovani volontari appassionati di lettura, in primo luogo Fedele Menale e Martino
Santillo che, in strettissima collaborazione con l’associazione Gaetano Parente e
l’associazione il Giardino degli Aranci, daranno vita al “Caffè Letterario” della nuova
stagione del Salotto del Festival Cimarosa
Il primo appuntamento del “Caffè letterario” è inserito nel ricco programma del
Festival Cimarosa e degli eventi natalizi di Palazzo Parente, si svolgerà nella serata di
giovedì 24 novembre dalle ore 19:00 con l’evento “Parliamo di Anton Cechov” . 


L’iniziativa si prefigge di sensibilizzare i cittadini aversani, e non solo, all’amore per
la lettura e per l’approfondimento letterario e culturale.
“Il caffè letterario”, nasce soprattutto dalla voglia di stare insieme e di condividere,
creando un punto di incontro in cui le attività culturali convivono, intersecandosi
attraverso la fattiva collaborazione dei partner, affinchè possano offrirsi contenuti di
alto spessore culturale e soprattutto momenti di riflessione. Si può in tal modo
innestare un percorso in cui l’arte e la comunicazione siano il fiore all’occhiello. 

Cultura | Storia
Successo per la presentazione di PerdonaTe

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Ha fatto registrare una grande partecipazione di pubblico l’incontro dello scorso 17 novembre a Palazzo Parente, ad Aversa, sul tema del perdono, incentrato a partire dal libro PerdonaTe di Domenico Delle Curti.  L’evento è stato promosso dalla psicoterapeuta Teresa Gordon in collaborazione con l’Associazione “Gaetano Parente” ed ha aperto ufficialmente gli appuntamenti del Salotto del Festival Cimarosa, lo spazio per l’arte, la letteratura e l’attualità che tradizionalmente accompagna la rassegna musicale dedicata al grande compositore aversano.  La presentazione si è svolta con un incontro-dibattito, moderato dal direttore de L’Eco di Aversa Salvatore de Chiara, nel quale il tema il perdono è stato presentato come lungo processo di comprensione per raggiungere la serenità attraverso la liberazione dal dolore. 


Il testo di Delle Curti racconta la storia, in parte ispirata a fatti reali, di una donna abusata che riesce a scorgere ed a considerare la sofferenza del proprio aggressore, il quale, nel lungo periodo carcerario cui è sottoposto, farà emergere i lati profondi della propria personalità. Sono intervenuti, oltre a Domenico Delle Curti, Teresa Gordon, presidente dell’associazione Coming-out Parliamone e membro dell’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno, lo psicoterapeuta Pino Tartaglia, l’avvocato Raffaele Delle Curti presidente dell’associazione URBE ed il magistrato Nicola Graziano. A far gli onori di casa l’avvocato Antonio Santi, presidente dell’Associazione “G. Parente” ed animatore degli eventi culturale di Palazzo Parente. 

In particolare, nel suo intervento, Teresa Gordon ha auspicato: “La riscoperta dei valori reali, di una realtà fatta di profumi e sapori che la virtualizzazione dell’esistenza sta facendo scomparire”, Pino Tartaglia, inoltre, ha evidenziato come: “Perdonare non è tanto o solo perdonare un altro ma fondamentalmente “perdonare se stessi”. Per arrivare al perdono a mio avviso occorre attraversare la rabbia che ci si porta dentro dall’offesa subita.” 

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Associazione Gaetano Parente - Bacheca
Natale 2016 a Palazzo Parente – Aversa

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Attualità,Cultura | Storia
PerdonaTe, incontro a Palazzo Parente Giulio Caracciolo

locandina 17.jpgGiovedì 17 novembre, alle 19.30, sarà presentato a Palazzo Parente, ad Aversa, il libro PerdonaTe di Domenico Delli Curti, il testo vuole porre l’attenzione sul tema del perdono quale elemento per ritrovare la propria serenità interiore. L’evento è stato promosso dalla psicoterapeuta Teresa Gordon in collaborazione con l’Associazione “Gaetano Parente” ed è inserito nel programma del Salotto del Festival Cimarosa, che tradizionalmente si svolge nella cornice cinquecentesca dell’antico Palazzo in via Gaetano Parente. La presentazione si svolgerà nel corso di un incontro-dibattito, moderato dal direttore de L’Eco di Aversa Salvatore de Chiara, che avrà come tema il perdono come lungo processo di comprensione per raggiungere la serenità attraverso la liberazione dal dolore. 


Teresa Gordon, presidente dell’associazione Coming-out Parliamone e membro dell’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno, porrà particolarmente l’attenzione sulla questione femminile del perdono in relazione alle vittime di violenze. Oltre all’autore Domenico Delli Curti, interverranno Antonello Velardi, giornalista e Sindaco di Marcianise, lo psicoterapeuta Pino Tartaglia, l’avvocato Raffaele Delli Curti presidente dell’associazione URBE ed il magistrato Nicola Graziano. Il 20% del ricavato della vendita del libro sarà devoluto al comitato di Aversa dell’A.N.D.O.S.-Onlus.

Letteratura | Pittura | Fotografia | Musica | Cinema | Teatro
Alla fine del tunnel con Rodrigo Grande Anna Baia

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Rodrigo Grande è un regista e sceneggiatore argentino, quarantaduenne, ha recentemente presentato alla Festa del Cinema di Roma la sua ultima opera “Al final de tunel”, un film tra il visionario e la suspense con una storia in chiaroscuro. La nostra Anna Baia lo ha intervistato in esclusiva. 


Roma. Auditorium parco della musica. Ristorante SparTito, venerdì 29 Ottobre. 
Io un cappuccino e lui un vino rosè, mentre Josè Luis Marìn, seduto accanto a me, riguarda su Instragam le foto della premiére. 

«Il mio colore preferito è l’azzurro perché è il colore del mare e del cielo»; così è iniziata la nostra chiacchierata sull’undicesima edizione della Festa delcinema di Roma alla quale Rodrigo Grande ha partecipato con la pellicola «Al final de tùnel» di cui è sceneggiatore e regista. Poi mi racconta di Roma e sottolinea con verve: «sì Roma è un vulcano di amore e di fuoco. Non capisco, però, perché la gente a Roma va a dormire così presto»; a ciò mi è sembrato opportuno dirgli che le sue ragioni sono motivate dal fatto che non conosca i posti giusti! Mi guarda, mi sorride ed esclama:«ho problemi con l’agorafobia!». A me napoletana, un argentino ha rubato l’ultima parola. Bravo Rodrigo! Dopo qualche sigaretta e qualche sorso di vino rosè mi racconta del suo amore per Sofia Loren e Claudia Cardinale con le quali spera di «avere una notte di fuoco». Ed io rido e sorrido. Con il mio drummino pronto gli chiedo di 8 e mezzo di Fellini e lui :«è la storia di un uomo che piega una donna perché non sa voler bene». Decido di rendere il tutto ancora più metaracconto e mentre si chiacchiera dal mio tablet guardiamo tutti e tre lo spezzone «perché non sa voler bene»: le parole che Claudia ripete a Marcello Mastroianni alias Guido nel film. Rodrigo si aggancia alla pellicola e mi dice :«io sono molto egocentrico ma sono gentile con le donne e con i bambini». Tra foto, brindisi ed autografi che lascia ai passanti arriviamo al suo film. Ridendo ma serioso al tempo stesso mi dice: «è una pellicola maledetta. Chi la guarda muore. Mi piace la reazione del pubblico perché (scherzando) è morto di paura!» 

A: il tuo film è geniale? 
Rodrigo: «Sì» 
Josè: «con il film Rodrigo ha superato il suo tunnel passando dalla parte nera alla libertà». 
R: «Io con il mio film sono passato dalla mia parte nera del cuore ad un intento di possibile libertà». Aggiunge: «Hitchcok è uno stronzo perché mi ha plagiato con anteriorità!» 
 Mi parla, poi, della prossima pellicola anticipandomi che «avrà come protagonisti Josè Luis Marìn, Maribel Verdù e Concha Velasco». Diretto, Josè esclama (ridendo) : «Maribel e Concha ancora non lo sanno!» 
Dopo un’ora circa di chiacchiere e risate gli chiedo un finale per la mia intervista e Rodrigo: «il tuo giornale sarà eliminato dopo questa intervista. Aspetto che fallisca (ride sonoramente)». 
Ah ma l’ultima battuta è stata questa qui «PORCA ROMA SARAI NOSTRA!»

Attualità
La prevenzione è nelle tue mani! Salvatore de Chiara

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L’incontro dello scorso 28 ottobre promosso dal gruppo Neuromed e dallo studio medico ecografico Secomed della dottoressa Lisa Del Vecchio dal titolo “La Prevenzione è nelle tue mani” ha fatto registrare una nutrita partecipazione di pubblico che ha affollato la sala congressi dell’Hotel del Sole ad Aversa. L’evento ha coinvolto numerose associazioni attive nella realtà aversana al fine di diffondere il più possibile la cultura della prevenzione nelle patologie oncologiche, hanno aderito A.T.T.A. Campania Onlus, Tu Donna, Aversa Donna, Fidapa, Lions Club Aversa, Convegni di cultura Maria Cristina di Savoia, Associazione Non Sei Sola, Gruppi di Volontariato Vincenziano Sant’Agostino 1 e 2 e San Giuseppe Operaio. 

Durante i vari interventi si è cercato di dare informazioni sui corretti stili di vita e di alimentazione, si sono illustrate le modalità di autopalpazione e la tempistica per sottoporsi ad esami diagnostici mirati, è stata pois posta attenzione ad argomenti di interesse ginecologico strettamente correlati al tumore al seno e all’aspetto psicoemotivo di una donna che riceve una diagnosi di carcinoma mammario. Sono intervenuti il dottor Mario Pietracupa, presidente della Fondazione Neuromed, il dottor Orazio Pennelli della Casa di Cura Malzoni di Avellino ed il dottor Luigi Cremone responsabile dell’unità di senologia del gruppo Neuromed. Le altre relazioni dell’incontro sono state tenute dalla dottoressa Lisa Del Vecchio, ecografista-senologa, dal dottor Valerio Sciascia, chirurgo, dal ginecologo dottor Nico Iuzzolino e dalla psicologa-psicoterapeuta Serafina Marrazzo. Nel corso dell’iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Aversa, è stato anche possibile prenotare esami senologici gratuiti. 

L’organizzatrice Lisa Del Vecchio ha commentato: “Sono contenta perché l’incontro ha avuto un ottimo riscontro in termini di partecipazione e poi penso che sia stato raggiunto l’obiettivo che io e il mio gruppo di lavoro ci eravamo prefissati e cioè dare quante più informazioni possibili in maniera fruibile e dialogata. la prevenzione è la miglior arma per poter sconfiggere il cancro e in tal senso scopo della prevenzione secondaria è di identificare la patologia sul nascere in modo da poterla affrontare e curare nel migliore dei modi. Un approccio multidisciplinare che è fondamentale per poter affrontare una diagnosi di tumore alla mammella in maniera sicura e professionale. Devo ringraziare tutte le associazioni che con grande spirito collaborativo e con grande entusiasmo mi hanno affiancato nella realizzazione di questo incontro e con le quali spero di poter continuare a collaborare. Più si conosce, più ci si protegge, più ci sarà benessere. La prevenzione è vita!”

Attualità,Sport
Stiamo vivendo un sogno Giovanni della Volpe

Con la pallavolo ci ritroviamo dopo la sosta estiva e siamo li nel posto tanto agognata: la serie A. Aversa torna nell’olimpo della pallavolo dopo decenni di oblio, con un percorso cominciato da un sognatore come Sergio Di Meo. La stagione da poco iniziata vede un campionato estremamente equilibrato, ogni partita sarà una gara all’ ultimo sangue e si lotterà su ogni singolo pallone. Dopo una campagna acquisti importante realizzata dalla società, l’ obiettivo della compagine aversana non può non essere il mantenimento della categoria attraverso una salvezza agevole. Dopo le prime tre gare, la Sigma Aversa ha ottenuto tre punti, frutto di due sconfitte ed una vittoria.I virgulti normanni hanno dato filo da torcere a due delle candidate al titolo come il Castellana Grotte e il Tuscania volley, mentre la prima vittoria, casalinga, è giunta contro il Potenza Picena. Solito protagonista straordinario è il pubblico del Palajacazzi che fa da cornice alle epiche gesta con la sua consueta spinta emozionale. Un giorno non molto lontano, potrebbe trascinarla in A-1. Chissà, avete visto mai!

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