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Editoriali
Scuola al tempo del Covid Maria Luisa Coppola

In 48 ore l’ Italia si è fermata, chiusura totale per lavori, attività, professioni, spostamenti nazionali ed esteri, tutti in casa fermi per la pandemia del corona virus! Una catastrofe per l’umanità dei cinque continenti che, aldilà delle frontiere, sono accomunati dalla gravissima situazione sanitaria. Nelle amministrazioni il lavoro prosegue in modalità smartworking, ovvero in connessione multimediale da casa propria, si attivano procedure telematiche per l’esecuzioni delle pratiche, dei servizi bancari, degli acquisti, della medicina di base, per ovviare alla temporanea sospensione di ogni contatto fisico, che potrebbe agevolare il contagio. L’istituzione scuola si ferma il 9 marzo, con sospensione illimitata delle lezioni in classe, per l’università e per tutti gli istituti di ogni ordine e grado. Gli studenti, inizialmente contenti di non andare alla scuola, si sono ritrovati all’improvviso prigionieri in casa: né compagni di classe, né viaggi organizzati, né progetti Erasmus e Cambridge, nessuna festa di compleanno, nessun party…

 

cancellata ogni forma di socializzazione e di convivenza tra giovani e giovanissimi. Il Ministro dell’Istruzione a raffica emette decreti su decreti per salvare l’anno scolastico, a ritmo convulso dispone la didattica digitale per ovviare alla mancanza delle lezioni frontali. E’ in gioco un anno di vita scolastica per migliaia di studenti che non possono essere penalizzati, loro malgrado, a cui però occorre dare un altro sistema scuola per il completamento degli studi. La DaD è la soluzione indicata,ovvero lezioni a distanza tramite computer, preparate dai docenti per i gruppi classe connessi via internet, la cui presenza viene registrata sui registri di classe della piattaforma d’istituto.

Cosi sono passati quattro mesi dell’anno scolastico 2020 tra il gran lavoro dei docenti, che hanno improvvisato l’aggiornamento e la formazione del nuovo sistema scolastico cui nessuno li aveva preparati, la buona volontà degli studenti in principio dubbiosi e perplessi nei riguardi della nuova scuola, la sollecitudine delle famiglie che si sono dovute attrezzare per consentire i collegamenti wi fi, in concomitanza di una situazione surreale e tragica per la paura e l’angoscia provocate dai moltissimi morti per covid. Del resto, nessuna altra soluzione era possibile per evitare una catastrofica ecatombe, i bambini e gli adolescenti non dovevano correre il rischio del contagio, se veniva approvato per legge il divieto per ogni forma di assembramento. A fine anno scolastico, ultimati gli esami, tutti gli alunni sono stati promossi all’anno successivo, all’università, al mondo del lavoro.

Quale risultati conseguiti? Il dibattito è rovente tra chi ha bocciato senza mezzi termini il Ministero per l’ondivaga politica messa in atto, ha ritenuto una sbracatura pericolosa la promozione di massa degli studenti, l’inadeguata gestione del tempo scuola. In controcampo, si valorizza la didattica a distanza come innovazione necessaria ed auspicabile, specialmente in situazioni di emergenza, considerando le bellissime ed originali attività didattiche adattate ad horas, soprattutto nel ciclo dell’infanzia e della scuola primaria. Alla scuola 2020 è stata sottratta certamente la gioia dell’incontro, la condivisione della classe, gli sguardi e gli abbracci che sono parte integrante della vita scolastica; sono mancate l’attenzione e la cura dei più deboli, la vicinanza fisica tra gli studenti per i quali la scuola è il mondo intero, in cui a quell’età si vivono le simpatie, le amicizie, gli amori, gli slanci emotivi… nella scuola 2020 si sono adeguate le tecniche multimediali, modificati i linguaggi espressivi, sperimentate le varie piattaforme, collaudate quelle multiformi sensibilità creative che accelerano la grande rivoluzione denominata “ umanesimo digitale”!

Tutto il patrimonio faticosamente ottenuto in questi mesi non andrà né perduto né disatteso, perché non  prescindibile da una futura didattica che, seppure dovesse svolgersi nell’interno delle aule, non sarà priva degli strumenti multimediali. Del resto, si deve dare atto che, nonostante le pessimistiche previsioni,agli studenti non sono mancati lo studio proposto dai docenti, le esercitazioni disciplinari, le interrogazioni, gli stimoli creativi, l’aula virtuale in cui incontrarsi. Si può temere che fra un decennio si possano registrare i guasti innumerevoli di una massiccia promozione generalizzata, un depauperamento culturale imbarazzante, uno svuotamento di bisogni culturali passati in oblio, ma tant’è!!! Il disastro generato da un mostro oscuro ed invasivo, assai poco conosciuto, l’effettiva preoccupazione di salvare la vita propria e degli altri, ha di gran lunga preoccupato di più che tutelare la cultura! Dal pianeta scuola arrivano sconcertanti malumori, agitati e frustranti allarmismi sulla ripresa scolastica… vorrei aggiungere che mai, come in questo tempo, le previsioni sono oziose e fuorvianti. Dovremo ancora per molto procedere a vista, senza alcuna progettazione se non quella di evitare che la scuola venga considerata un parcheggio o un parco giochi, gli insegnanti dei baby sitters, che venga nuovamente svalutata la scuola che da un ventennio viene falcidiata a colpi di riforme incomplete e dannose. 

E se in futuro a guidare il MIUR ci fosse un ministro competente ed intelligente, saremmo tutti più tranquilli!


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