<Deum colit qui novit> (“venera Dio
chi lo riconosce”, Seneca, Epist., 95,47). Pare quasi che Renna si sia ispirato
a questo motto di Seneca nello scrivere questo libro; in questa raccolta di
poesie, infatti, per evitare il fallimento l’umanità è invitata a rapportarsi
con Dio e con quel Cristo fatto uomo, che si è inserito pienamente nel “Sistema
della famiglia”.
>>>continua>>>>
Le poesie sono
suddivise in temi, preceduti dalla precisazione del contesto, ed ognuna di esse
da pochi righi che ne spiegano il senso e la motivazione; ciò evidenzia anche
la volontà di Renna di renderle “didattiche” e, quindi, fruibili da tutti
ovunque, quindi anche a scuola. Le copiose note esplicative permettono, poi, di
addentrarsi nel mondo del poeta, analizzandone il pensiero, puntualizzandone
ogni concetto e fornendone la sua chiave di lettura.
Il poeta pone i
suoi scritti in relazione con la vita, la società, la scuola, l’ambiente, la
politica, gli anni. Ma tutte prendono le mosse dalla considerazione che <Omnia religione movitur> (“tutte le
cose son mosse dalla religione”) e solo chi vive rapportandosi sempre a Dio può
illuminare la sua vita e avvertire i sapori e gli odori di essa, non percepiti
dagli altri. In ogni caso le liriche non si attengono ad altra regola che a
quella di indurre il lettore a riflettere, a vivere pienamente ogni momento
della propria vita senza falsità, ma avendo ben saldo il vero insostituibile
riferimento.
È un indagine
semplice ma colta, puntigliosa ma ampia, condotta con vivezza per spaziare fino
al riconoscimento dell’essenza stessa dell’esistenza; Renna sa cogliere di ogni
aspetto elementi quanto mai interessanti e ricchi di significati, li esamina
brevemente ma a fondo per poi offrirli liricamente al lettore.
I temi sono
sempre attuali, ricchi di riflessioni e analizzati in profondità, le considerazioni
aprono prospettive nuove in una visione d’insieme che ne lega i contenuti; le
problematiche esistenziali e quelle attuali sono presentate con un frasario
fluido ed armonioso, comprensibile ma erudito.
In molte
occasioni le particolari interpretazioni di concetti, che normalmente hanno una
decodificazione comune, assumono valenze inaspettate ed illuminanti. “La
distanza è il senso” (“La dimensione“),
“Ricordiamoci di essere fratelli, / la ricchezza condividiamo / e strade e
piazze in società amiamo” (“Protesta“),
“il capo è chino sulla tetra terra / ma il pensiero vola nelle altezze del
ciel” (“Declino“), “È tempo del
silenzio: / lo Spirito parla allo spirito, / i pensieri si alzano in volo” (“Il tempo del silenzio“), queste sono
alcune dei concetti esposti in modo inaspettato, in grado di dischiudere
insoliti orizzonti.
In questa ampia
visione della vita Erminio Renna, però, finisce con l’operare una incisiva
introspezione alla ricerca di se stesso, quasi a voler confermare la sua identità di cristiano e, nel contempo,
verificare il suo credo nella qquotidianità. Il suo poetare finisce così per
elevarsi e dipingere il mondo di tanti colori personali, del quale fa partecipe
i fruitori colti ma, in particolare, quelli più piccoli ed indifesi, … gli
“alunni” tutti!