A chi transita per via Saporito, vedendo l’iscrizione toponomastica di una strada intitolata a Domenico Parmeggiano, sarà venuta in testa a qualcuno la domanda: “Chi era costui?”. Il Comune di Aversa negli anni ’60 intitolò tale strada al grande musicista aversano, compositore di musica sacra che è oltremodo ricordato dai fedeli che, nella domenica precedente quella comunemente definita Delle Palme, venerano la Madonna dell’Addolorata. >>>
Domenico Parmeggiano, musicista dotato d’un senso innato dell’arte, dalla fluida vena melodica, fu, tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, il più apprezzato compositore di musica sacra in Aversa ed altrove, nonché valente e fortunato autore di alcune belle e vivaci canzoni premiate periodicamente negli annuali concorsi della celebre festa napoletana di Piedigrotta. Ad esempio, il 19 settembre 1892, in occasione della venuta ad Aversa, al termine delle manovre militari di Pignataro, dell’allora Principe di Napoli, il Maestro Parmeggiano, su versi dell’aversano Arturo Diana, compose un’allegra canzone: “A canzone d’ò’ prencepe” che, eseguita a palazzo Candia, riscosse l’alto compiacimento del Principe il quale volle offrire un personale ricordo al maestro aversano. Che cosa ancora oggi è vivo della sua numerosa produzione musicale? Nelle chiese di Aversa prepotentemente riecheggiano le note della struggente melodia che accompagna la processione dell’Addolorata provocando commozione e pianto nell’immedesimazione del dolore della Vergine: “Non v’è dolore uguale al mio”. Un culto devoto, che sempre vivrà in Aversa, che, in quell’occasione, vede uno sciame immenso di persone attraversare le vie cittadine… I veri aversani che vivono fuori Aversa, ritornano ogni anno, per l’occasione, in Città, perché questa solenne processione è la più sentita ed attesa dal popolo aversano … Perciò, nel prossimo rinnovarsi della festa dell’Addolorata, il ricordo del Maestro Domenico Parmeggiano è doveroso: la sua musica seppe consolare l’animo dei nostri padri, sa ancora oggi dare a noi viandanti del cammino faticoso della vita un momento di raccoglimento e di rasserenante oblio.