Un evento che scrive pagine di storia e che ancora una volta accade nella Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, Chiesa dello Stato. Fede, Ragione e Scienza il tema centrale della solenne Celebrazione Eucaristica avvenuta in ricordo di Galileo Galilei, padre della scienza moderna e uomo di fede. Un dibattito che anima la nostra società post-moderna e che ha impegnato per secoli studiosi e che in Galileo, nella viva ed autentica attualità delle sue scoperte, ritrova armonia, quell’armonia con il Creato che era alla base degli studi dello scienziato. >>>
Nella Basilica michelangiolesca, spazio di dialogo e di grandi eventi dell’arte contemporanea estemporanea e permanente come contributo alla città di Roma ed alla crescita della collettività, ha officiato la Solenne Celebrazione Eucaristica S.E. Mons. Gianfranco Ravasi, accolto dal Rettore della Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, Mons. Renzo Giuliano. Ha concelebrato Mons. Marcello Sanchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienza Sociali. Ha partecipato alla Celebrazione Mons. Francesco Camaldo, del Clero della Diocesi di Roma e Decano dei cerimonieri pontifici. Tra i fedeli e gli intervenuti insieme al Prof. Antonino Zichichi, Presidente della World Federation of Scientists, anche il Sottosegreterio di Stato Gianni Letta e la sua consorte, il Prof. Rocco Buttiglione, Lorenzo Zichichi, Direttore della Casa Editrice d’arte Il Cigno-Galileo Galilei, il Maestro Camilian Demetrescu con la sua famiglia, insieme a numerose autorità civili, politiche, militari.
Queste le parole del saluto rivolto a tutti i presenti dal Parroco Mons. Renzo Giuliano: “All’interno di questa solenne Celebrazione Eucaristica – ha detto Mons. Renzo Giuliano – mi è gradito dare il mio benvenuto, a nome di questa comunità cristiana e di tanti amici, a Lei Eccellenza Ravasi ed a tutti voi, Autorità e fedeli. La circostanza che ci unisce e ci fa rendere grazie al Signore è offerta da questa data del 445° Anniversario della nascita di Galileo Galilei, uomo di grande fede e padre della scienza moderna. Vorrei ora unire anche il 445° anniversario della morte di Michelangelo che ricorderemo fra tre giorni ed il 445° anniversario della nascita del Card. Federico Borromeo, Titolare di questa Basilica per lunghi anni, anniversario nel prossimo 18 agosto. Un anno, il 1564, che ha generato questi grandi cristiani che hanno segnato con forte incidenza la storia dell’umanità, credendo e pagando profeticamente di persona per l’unità e l’armonia tra fede, arte e scienza. In un pannello della nostra mostra è evidenziato come Galilei scopre il tempo del battito del pendolo sincronizzato al battito del suo cuore. La natura e le sue leggi sono ritmate con il tempo dell’uomo, con il cuore di un’umanità che pulsa, con il tempo del cuore sofferente dell’uomo che si rivolge, come nel Vangelo di oggi, a Cristo e sul cuore della Chiesa che, come Cristo, pone la sua missione verso l’umanità intera debole e bisognosa di cuore e ci cure amorevoli. Il tempo della natura si ritma con questo nostro tempo liturgico, con questa nostra celebrazione. Grazie per questa benedizione che vogliamo tutti ancora chiedere per il lungo lavoro culturale artistico e scientifico che in questi anni questa comunità cristiana ha portato avanti con la responsabile collaborazione di tanti convinti e fedeli, fra i quali in modo molto vicino il Prof. Antonino Zichichi ed il suo staff. La grazia dell’amore di Dio in Cristo oggi, in questo evento significativo e straordinario, rafforzi il battito pulsante dei nostri cuori e del nostro cammino nella Chiesa”.
S.E. Mons. Gianfranco Ravasi ha iniziato la solenne Celebrazione portando i saluti di chi lo ha investito a rappresentarlo in questa bellissima mattinata che ha visto tutti uniti in maniera significativa in onore di Galileo Galilei e del connubio Fede-Scienza: S.E. il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano.
“All’intervento profondo e significativo di Mons. Renzo Giuliano – ha detto Sua Eccellenza Ravasi nell’omelia – vorrei aggiungere, in un messaggio iniziale, una voce importante di una persona che per motivi istituzionali non è potuto essere qui, il Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone. ‘Sono stato informato – ha scritto ad esempio Sua Eminenza Tarcisio Bertone – dall’illustrissimo Prof. Antonino Zichichi della manifestazione in memoria di Galileo Galilei. Ben volentieri avrei partecipato anch’io personalmente se non fossi stato trattenuto nel Palazzo Apostolico. Delego Vostra Eccellenza Gianfranco Ravasi in qualità di Presidente del Pontificio Istituto per la Cultura, a rappresentare e ad esprimere la venerazione per questo insigne uomo di scienza e di fede’.
Non è mancato un messaggio del Papa, Benedetto XVI.
‘Altissime sono le espressioni – ha detto il Papa attraverso una comunicazione letta da Mons. Ravasi – dei segni interessanti di nuova fuoritura che sulle orme di Galileo non rinunciano né alla fede né alla ragione. Benedetto XVI ha assicurato i suoi fervidi auguri ed ha impartito la sua Paterna Benedizione Apostolica al promotore dell’iniziativa, il Prof. Antonino Zichichi, agli illustri scienziati, ai rappresentanti delle Accademia della Cina’.
“Diamo subito voce – ha detto Mons. Ravasi – a Galileo Galilei. In un brano celebre infatti della lettera che Galileo scrisse all’Abate Castelli: ‘L’autorità dello Spirito Santo ha avuto di mira a persuadere gli uomini su quelle verità che essendo necessarie alla loro salvezza non potevano per altre scienze o mezzo essere conosciute se non per bocca dello Spirito Santo”. In questo passo Galileo distingue la scienza laddove si muove per la ricerca umana e le verità necessarie alla nostra salvezza e che, nella fede, sono comunicate per mezzo dello Spirito Santo”.
La prima e la terza lettura di quest’oggi offrono poi spunti e scene parallele e antitetiche. Immaginiamo di essere in un villaggio della Terra Santa e di camminare fino a quando imbattiamo in una figura umana che si mette ad urlare ‘impuro, impuro, io sono immondo non ti accostare’. Sappiamo tutti che nel Vicino Oriente la lebbra era un male più profondo, un segno inequivocabile di peccato innominato, che corrode le carni, deforma i lineamenti, ed esclude dal tempio, dalla vita spirituale. Ce lo rammenta la figura di Giobbe, quando vi è la piaga maligna, come una scena nella civiltà contemporanea, la persona malata che dà fastidio. La seconda scena, invece, nel Vangelo di Marco, Gesù, cittadino della Galilea, mentre si sta muovendo, incontra il lebbroso ed ecco accade che un gesto cambia la tradizione culturale del suo popolo: ‘Ne ebbe compassione e lo toccò. Si è liberato. Nella proibizione estrema dell’incontro e del contatto. Cristo si lascia infettare dal male fisico e dal peccato, a favore della redenzione e della libertà. Queste due scene sono così straordinariamente comunicanti tra di loro. Dio raccoglie il respiro di dolore. Eschilo, grande tragediografo greco, così scrive: ‘Infinito è il respiro dell’uomo verso il cielo. Ci sarà mai un Dio che lo ascolterà?’. Nell’Antico Testamento Dio è il nostro grande pastore, nell’otre suo raccoglie le nostre lacrime, per riporle come fossero pietre preziose in uno scrigno. Il grande insegnamento è che noi dovremmo tendere la mano e stringere la mano sporca di male fisico e morale, imitatori di quel maestro supremo, con tutto il calore, la testimonianza e la forza della fede. Lascio concludere alla voce di Galileo Galilei, una lezione per me, per le autorità presenti, per i Ministri di Dio; una lezione che viene dai veri grandi uomini dell’intelligenza, che ci tengo a definire come nelle Sacre Scritture, i Sapienti. Oggi gli uomini possono essere intelligenti ma insipidi nell’animo, laddove i Sapienti con il loro linguaggio, con il loro sapore – senso etimologico di Sapiente, colui che ha il sapore – danno gusto agli altri, con la propria parola e la propria vita.
Nella Biblioteca Ambrosiana a Milano, tanti anni fa, proprio dedicata al Cardinale Federico Borromeo, lessi le parole di Galileo e chiudo ricordandole e attingendo ad una sua lettera indirizzata proprio al Cardinale Borromeo, parole che trasudano di umiltà, dense di verità, di sapere, che aprono l’orizzonte.
‘Infinita è la turba degli sciocchi’ – legge dal testo di Galileo Mons. Ravasi e che non sanno nulla! – ma credono di sapere, aggiunge Mons. Ravasi -‘ Assai sono quelli che sanno pochissimo di filosofia, pochi quelli che sanno qualche piccola cosetta, pochissimi che sanno qualche particella; uno solo, Dio, è quello che sa tutto e a tutti vuole dare la sua verità”.
Prima del termine della Santa Messa fortemente indicativo per il senso dell’evento, è stato il saluto di un insigne accademico russo, l’esploratore del Polo nord, il Prof. Arthur Chilingarov, che ha desiderato ringraziare il Prof. Zichichi e tutti, anche in qualità di delegato, in occasione della Celebrazione nella Basilica romana, a rappresentare la Russia a Roma dal Patriarca di tutte le Russie Kirill I e che ha invitato, in lingua russa, la World Federation of Scientists ad esporre presto la mostra su Galilei a Mosca.
‘Perché i nostri popoli – ha concluso il Prof. Arthur Chilingarov in italiano – con questa celebrazione e con questa mostra possano andare avanti insieme”.
Un gesto che avvalora l’avvicinamento tra Roma e Mosca, nel rispetto della scienza e della fede.
Il promotore dell’iniziativa della mostra su Galileo Galilei, il Prof. Antonino Zichichi, tra le sue numerose attività, Presidente e Direttore a Erice del Centro di Cultura Scientifica “Ettore Majorana” e Presidente a Roma del Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche “E. Fermi”, ha aggiunto: ” Il Professore che abbiamo avuto l’onore di ascoltare è un eroe della Russia per la spedizione al Polo nord. Ha partecipato all’elezione di Kirill a Patriarca di tutte le Russie, tra tutte le autorità ecclesiastiche e civili del suo Paese, nella Cattedrale di Mosca, dedicata a Cristo Salvatore, distrutta in epoca sovietica e ricostruita dalla Russia democratica e che ha ritrovato le sue radici cristiane. La mostra verrà ospitata proprio nella Cattedrale”.
Il Prof. Zichichi ha poi letto il messaggio del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Maria Stella Gelmini: “Per la prima volta – tra le parole del Ministro Gelmini – dopo quattro secoli avviene la prima Messa solenne in onore di Galileo Galilei, promossa proprio nell’anno dell’astronomia dal Pontificio Consiglio per la Cultura e dalla World Federation of Scientists. Giovanni Paolo II ha aperto la strada al caso Galilei sostenendo il dibattito a favore del dialogo tra fede e scienza. Galilei è una tappa fondamentale del cammino della scienza umana, una straordinaria risorsa donata da Dio all’uomo, non contro la vita umana ma al suo servizio. E’ su questi presupposti che il Pontefice Benedetto XVI mette al centro l’amore per la vita umana, occasione per realizzare questo progetto”.
E’ seguito poi, nel suo valore, l’altrettanto rilevante saluto del più insigne scienziato cinese della World Federation of Scientists, in una lettera destinata al Prof. Zichichi. “Sono lieto di informarti – ha scritto lo scienziato cinese della WFS – che l’iniziativa per celebrare Galileo in tutto il mondo abbia trovato l’appoggio del Ministro degli Affari Esteri Franco Frattini e del Ministro alla Ricerca Scientifica Maria Stella Gelmini e che si sia lanciata l’idea dell’accoglienza di una statua in bronzo, prodotta da un un noto artista cinese, raffigurante Galileo, da collocare nei pressi della Basilica di S. Maria degli Angeli di Roma, con il benestare e il sodalizio di tutti i centri della World Federation of Scientists, 10.000, con la conseguente adesione di 115 nazioni. Siamo tutti presenti con il nostro cuore alla solenne Celebrazione di Roma”.
“La cultura moderna – ha dichiarato Antonino Zichichi – rischia di passare alla storia per essere un esempio di ‘Hiroshima culturale’. Mi raccomando di reagire affinchè ‘all’Hiroshima politica’ non segua ‘l’Hiroshima culturale”. “E’ fondamentale – ha poi proseguito lo scienziato – che Benedetto XVI abbia posto al centro dell’attenzione culturale la ragione. Desidero ringraziare in modo specifico in questa occasione il Dott. Gianni Letta che per primo, tanti anni fa, ha creduto in questa battaglia culturale che oggi, dopo trenta anni, ha prodotto il risultato di una collaborazione con gli scienziati russi e cinesi ed, in particolare, ad un comune riconoscimento in Galileo, come padre della scienza. La nostra cultura deve infatti avere l’orgoglio di aver prodotto nel mondo questa opportunità di unione tra fede e scienza. Poi, ancora oggi quattro grandi scoperte vengono attribuite a Newton ma in realtà sono di Galileo, a dimostrazione dell’esistenza di frutti di un’Hiroshima culturale, che dobbiamo sconfiggere. La cultura moderna deve un devoto omaggio a Benedetto XVI, perché trionfi la ragione, perché non perda i valori della memoria, per i quali esiste la scienza”. “Galilei – conclude Zichichi – cercava le impronte del Creatore, le prime leggi fondamentali della natura. Siamo testimoni, dobbiamo porgere domande al Creatore, ma come si fa? Facendo esperimenti, con umiltà. Le più grandi scoperte sono avvenute in maniera inaspettata. Andiamo avanti nella nostra battaglia culturale. Senza memoria non c’è civiltà, non potrebbe esistere alcuna forma di cultura, a cui noi vogliamo dedicare grande attenzione. Ringrazio di cuore Don Renzo, Mons. Giuliano, per aver sostenuto questo percorso, fin dal Pontificato di Giovanni Paolo II ed oggi anche nella mostra ‘Galileo Divin uomo’, titolo volto a sottolineare anche l’aspetto della fede che ben in Galilei, per la prima volta, si sposa con la scienza. La scienza nasce nell’immanente ma porta l’uomo nel trascendente”.
Ricordiamo che la mostra in corso “Galilei Divin Uomo” ha le sue radici nel libro ‘Galilei divin uomo’ di Antonino Zichichi. L’esposizione illustra il pensiero di Galileo Galilei, le sue fondamentali invenzioni e scoperte, la sua fede; e’ una testimonianza culturale del legame che esiste fra Fede, Ragione e Scienza e dell’intenso dibattito su questi temi. Attraverso ricostruzioni dei suoi più importanti esperimenti e numerosi pannelli esplicativi, con la partecipazione di artisti come Agostino Bonalumi, Giuseppe Gallo, Piero Guccione, Francesca Leone, Igor Mitoraj e Croce Taravella, vengono chiariti i motivi per cui Galilei e’ riconosciuto come il padre della Scienza moderna e fu considerato ‘Divin Uomo’ gia’ da illustri esponenti della Chiesa suoi contemporanei. Un riscatto postumo per Galilei, che nel 1633 fu costretto dal Sant’Uffizio ad abiurare le sue teorie eliocentriche perché opposte alla dottrina cattolica. E’ nel 1992 che Giovanni Paolo II rende nota l’assoluzione nel processo vaticano, che dopo 350 anni, assolve Galilei, il simbolo delle incomprensioni tra fede e scienza ma in realtà il precursore della teoria che testimonia le due discipline come comunicanti, impostando i valori nel procedere scientifico e i punti di riferimento negli anni a venire, come ha sottolineato Benedetto XVI.
Nella Basilica di S. Maria degli Angeli si sancisce il cambiamento storico con la prima Messa in memoria di Galilei dopo quattro secoli.
Il Gruppo Editoriale in rete ComunicareItalia.it della Fondazione Paolo di Tarso, leader nella promozione del made in Italy e del Brand Italia, è anche impegnato a promuovere il connubio di scienza e fede ed è a disposizione per essere fonte di informazione e di formazione in merito all’evento avvenuto nella Basilica di S. Maria degli Angeli di Roma, dove le esperienze che oggi sono confluite nella Paolo di Tarso, hanno supportato, attraverso l’intuito e il coraggio di Mons. Giuliano, il dialogo tra scienza e fede, fin dalle Celebrazioni del Tricentenario della Meridiana Bianchini, i grandi festeggiamenti per l’opera d’arte e d’ingegno del 1702 commissionata da Papa Clemente XI e ubicata nella stessa Basilica, linea che esattamente attraverso scienza e fede, ancora oggi, segna la data della Pasqua Cristiana e demarca un gesto di Cultura di Pace.
* Da “Il Vaticanese”, per gentile concessione dell’autore