Il turismo è il più largo settore dell’economia mondiale con tremila miliardi di dollari l’anno.
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I dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo documentano 25 milioni di spostamenti turistici nel 1950, 528 milioni nel 1995 e prevedono un flusso turistico di un miliardo di persone per il 2010 (1). In genere il Turismo Culturale, in particolare legato ai Siti UNESCO come destinazione turistica, è in crescita ovunque: dopo che le isole Galapagos sono entrate nella lista del “Patrimonio dell’Umanità” il numero dei turisti è maturato da 9.000 nel 1978 a 40.000 nel 1996 ed a 145.000 nel 2007 (2); Petra in Giordania è passata da 359.000 visitatori nel 2006 a 578.000 nel 2007; il Parco Nazionale Los Glaciares in Argentina è passato da 28.000 visitatori nel 2002 a circa 70.000 nel 2004 (3). L’Italia resta sempre una destinazione turistica privilegiata con 336 milioni di presenze nel 2004 (4). Le visite alle città storiche sono crescite del 94% negli ultimi 15 anni con un incremento totale del turismo di settore del 24%. I turisti interessati a monumenti, esposizioni ed eventi culturali rappresentano il 30% della domanda turistica. In questo contesto la Campania registra un trend negativo. Sebbene vi siano 5 Siti UNESCO (1. Centro Storico di Napoli; 2. Reggia di Caserta, San Leucio e Ponti della Valle; 3. Pompei ed Ercolano; 4. Costiera Amalfitana; 5. Costiera del Cilento), la regione riceve un terzo dei visitatori del Veneto che ha lo stesso numero di Siti UNESCO, la metà dei visitatori della Toscana (6 Siti UNESCO), dell’Emilia Romagna (3 Siti UNESCO) e del Trentino che non ha località annoverate nella lista del “Patrimonio dell’Umanità”. La Campania con 19 milioni di visitatori l’anno ospita 10 milioni di turisti in meno rispetto al Lazio (3 Siti UNESCO) e 6 milioni in meno della Lombardia (4 Siti UNESCO), (5). Inoltre c’è una discrepanza di distribuzione dei turisti all’interno delle province regionali: Napoli riceve il 56% dei visitatori; Salerno il 38%; Caserta il 4%; Avellino e Benevento solo l’1%. Ciò comporta una irregolare distribuzione degli introiti economici nell’ambito regionale e l’effetto del “turismo di massa” in particolari aree con la conseguente degradazione dei siti di interesse storico e naturalistico. La necessità di un piano regionale che affronti queste problematiche è l’oggetto del progetto che sto elaborando in qualità di vincitore di un master biennale alla University College di Dublino in management del “Patrimonio dell’Umanità”, finanziato dall’UNESCO.
Referenze
1. Von Droste, B. (2008). World Heritage and Globalization. Lecture at the International Symposium “Sharing Heritages: New Challenges for Site Conservation and Protection for Tourism Management”, Valencia, Spain, 7-10 February 2008
2. Watkins, G. & Cruz, F. (2007). Galapagos a Risk. A socioeconomic analysis. Charles Darwin Foundation
3. Vinals, M.J. (2008). WHS inscription: A threat for conservation?. Lecture at the International Symposium “Sharing Heritages: New Challenges for Site Conservation and Protection for Tourism Management”, Valencia, Spain, 7-10 February 2008
4. Region of Campania (2004). Rapporto Turismo 2004
5. Region of Veneto (2008). Movimento Turistico