Come se non fosse già passata un’infinità di giorni, a tutt’oggi non pare che il cammino delle troppe cose collegate al disastro monnezza nella nostra regione abbia imboccato la strada giusta.
Per avere un’idea dell’abisso insondabile in cui siamo precipitati – molto peggio della cisterna in cui hanno perso la vita i due sventurati fratellini di Gravina – dobbiamo guardare all’immagine a fianco e al viso del vigile urbano. È lo sconcerto personificato. Sembra chiedersi: “Ma come? In una città sommersa dalla monnezza, un materiale vergine e intatto quale può essere una tesi uscita di fresco da una segreteria intasata dai parti di tanti giovani laureati che – schiavi degli obblighi universitari – sono costretti a por nero su bianco i frutti delle loro sudate ricerche, un prodotto che di per sé si propone ad un riciclaggio integrale di un materiale tanto prezioso quale la carta ed il cartone, finisce nel cassonetto alla stessa stregua del più spregevole dei rifiuti urbani?” Ebbene, questo sembra davvero il nucleo del nostro dramma. L’impresa incaricata di far pulizia alla Parthenope, o chi da essa delegato, nel mezzo di un cataclisma cittadino spropositato, che continua ad imperversare, non sa far altro che gettare il materiale di risulta della sua attività nel primo cassonetto incontrato per via!! Incredibile: menefreghismo e superficialità sono eretti a sistema! Per non usare termini peggiori, ma molto più espressivi.
Per intanto, si continua a procedere lungo la via dell’imboscamento dei rifiuti, del deposito infinito e indefinito. Non si ha più dove stiparli, ma si persevera nel cercare nuove località da guastare con ennesime discariche. Tutta la Campania è ridotta a una discarica. Imperturbabili, c’è silenzio assoluto sull’avvio di progetti di nuovi inceneritori che, unici, potrebbero alleggerire le giacenze. È assurdo, ma è così! E l’esperienza ci dice quanti anni servono da noi per attivare un impianto del genere…. Ma non servono soltanto questi. Vanno allestiti con somma urgenza tutti gli impianti necessari per una gestione LOCALE completa del ciclo rifiuti. Un altro appunto che va fatto agli amministratori attuali è l’assoluta mancanza di trasparenza su quella minima raccolta differenziata che viene effettuata in alcune isole felici della città di Napoli. Viene effettivamente tale materiale riciclato, e dove? Molti cittadini hanno denunciato di aver visto raccogliere insieme rifiuti normali e speciali, e nessuno mai ci ha parlato della destinazione dei secondi. Dove sono questi impianti in cui si tratta l’esiguo materiale riciclabile al momento raccolto?
La trasparenza è la via maestra per stimolare la collaborazione di tutti e contrastare l’opposizione assoluta delle parti interessate.
In cielo pare che le cose vadano decisamente meglio. San Gennaro, dopo aver ottenuto la collaborazione di San Bonifacio – come abbiamo visto – sta cercando di convincere anche San Nicolao da Flue (venerabile sconosciuto ai più) perché dia una mano. La disponibilità dei severi cantoni elvetici a ricevere nostre preziose spedizioni dovrebbe essere dichiarata a breve. Speriamo che con la monnezza nostrana gli svizzeri non ci facciano anche la cioccolata….
La nostra grande Sindaca, non appena si tocca il tasto in questione, si rivolta in maniera isterica e stizzita. Lo ha fatto con Rutelli, che lamentava la cattiva influenza sul turismo della situazione attuale. La Rosetta campana, piovutaci tra capo e collo come tutti gli eventi ineluttabili, afferma orgogliosamente: “Non lascerò il mio incarico prima della fine naturale del mandato elettorale nel 2011. Voglio consegnare Napoli al mio successore nel miglior modo possibile. Nel 2011, e non prima”. Evviva! Zia Rosetta – donna di acciaio inossidabile, al confronto della quale Margaret Thatcher è una modesta casalinga di periferia – vive di illusioni, quale lo svolgimento della Coppa America a Napoli, e dimentica che dal 2001, anno della sua prima elezione, ad oggi sono passati sette anni mentre ne mancano solo tre al 2011, ed è estremamente difficile, anche per le lady di ferro, fare in tre anni quello che non si è saputo fare in sette. E sì che nel 2011 gli anni sul groppone dell’interessata saranno 75, e le nonne a tempo pieno oggi sono più che mai indispensabili. In compenso, non è avara di buoni consigli. Al suo egregio amico Governatore manda a dire: “E’ un uomo di personalità e volontà tali da non poter pensare di gettare la spugna”. Chi si illudeva che Antonio Fazio – il Governatore della Banca d’Italia di infausta memoria – fosse il leader nel settore, dovrà ricredersi. Le poltrone inamovibili sono un male endemico italiano. Bassolino è stato rinviato a giudizio: e questa è una corretta presa di coscienza delle istituzioni, anche se tardiva – i reati contestati iniziano nel 1999 – ma non temete, resterà. Anche lui si dice utile, anzi indispensabile, in particolare per risolvere il problema rifiuti(!?). Dopo aver dimostrato, ove mai ce ne fosse stato bisogno, la bontà del recente rimpasto effettuato in Giunta: il secondo assessore sostituito – Domenico De Masi, al turismo – dopo dieci giorni dalla nomina si è scoperto incompatibile, e si è dimesso (male minore); dopo aver elargito la sommetta di 228.000 euro a consulenti vari perché analizzino la “percezione” della monnezza da parte dei cittadini… ma solo ad escogitarle certe cose ci vuole una mente stratosferica. Peraltro la farsa Bassolino è solo la punta, ingombrante certo ma pur sempre punta, di un iceberg gigantesco. Molti altri passi nella direzione giusta vanno intrapresi perché questo maledetto groviglio inizi a sbrogliarsi. Gian Antonio Stella – uno degli autori del bestseller “La casta” sulla realtà politica in Italia – parla di un’emergenza già nel 1973, quando alla fine di agosto scoppiò a Napoli un’epidemia di colera, la monnezza stagnava nelle strade e – udite, udite! – si fece un cospicuo stanziamento regionale per la costruzione di impianti di trattamento dei rifiuti solidi urbani. Signori, non vi scandalizzate, sono appena trentacinque anni fa! Allegria! Ci avviamo verso la primavera e le temperature si sa, salgono.
Questa, purtroppo, non è una nottata eduardiana: proprio non se ne intravede la fine!