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AVERSA – Ennesima riunione dell’Osservatorio per l’Emergenza Rifiuti Ugo Persice Pisanti

rifiuti.jpgSi è riunito, per l’ennesima volta, l’Osservatorio sull’emergenza rifiuti. La riunione, alla quale è stata invitata a partecipare tutta la cittadinanza, senza alcuna distinzione d’orientamento politico, si è tenuta mercoledì scorso presso l’Auditorium Comunale di Via Lennie Tristano (ex Macello) ad Aversa.
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La discussione è stata incentrata sulle varie iniziative da intraprendere per risolvere, definitivamente, il problema legato all’emergenza rifiuti. Alcune proposte erano già state avanzate. Alcune sono state perfezionate e/o modificate. Qui di seguito ve ne riporto qualcuna. Prima di tutto bisogna informare, in tempo reale, la popolazione su quanto accade, utilizzando tutte le tecnologie ed i mezzi esistenti: video, telefonini, internet, giornali ecc. Bisogna approfondire, poi, la conoscenza delle varie problematiche concernenti lo smaltimento dei rifiuti, attraverso assemblee da tenersi nelle scuole, l’organizzazione di conferenze e confronti con i maggiori esperti del settore. Sensibilizzare l’opinione pubblica aversana e dell’intero agro sulla necessità di attivare la raccolta differenziata e far conoscere gli altri sistemi alternativi ai termovalorizzatori. Presentare alle più alte cariche dello Stato le schede che i cittadini d’Aversa e dell’agro aversano hanno firmato per chiedere aiuto mediante la cosiddetta “petizione antitumori”. Organizzare altre manifestazioni come quella conclusa in Piazza Municipio lo scorso dicembre. Organizzare una giornata ecologica, senza automobili, sulla falsariga di quanto accadde ai tempi dell’Austerity. Preparare e diffondere al grande pubblico, dopo averlo fatto sottoscrivere dai medici di base e dagli specialisti del Presidio Ospedaliero di Aversa, un documento nel quale sia chiaramente specificato che: “La proposta fatta dal Governo di costruire altri due termovalorizzatori, oltre a quello nato già obsoleto di Acerra, forse toglierà dalle strade i rifiuti, ma certamente non porterà ad una riduzione, neanche minima dei tumori, anzi. Il perchè è presto detto, anche il più moderno ed avanzato inceneritore comporta la necessità d’immettere in atmosfera anidride carbonica e altre sostanze pericolose per la salute degli esseri viventi: i metalli pesanti, i furani e le diossine. Numerosi studi hanno ampiamente evidenziato quali nefasti effetti nocivi hanno le diossine sull’apparato endocrino, sull’apparato riproduttivo e su quello immunitario sia degli uomini sia degli animali”. Chiedere alle autorità competenti in materia di eseguire un’indagine epidemiologica sulla popolazione per controllare l’effettivo quantitativo di diossine presenti nel sangue degli aversani. Ribadire agli enti preposti che occorre attuare politiche atte ad introdurre processi di riduzione, riuso, riciclaggio e compostaggio dei rifiuti che rendano inutile il ricorso alle metodologie più inquinanti. Alla luce di quanto è già in atto in buona parte del mondo promuovere strategie atte a realizzare il sogno di avere una quantità di rifiuti pari a zero. Per quanto riguarda gli eventuali futuri controlli sugli inceneritori poi, bisogna ricordare che le analisi, anche le più accurate, non potranno mai essere rappresentative dell’effettivo inquinamento giornaliero causato da un termovalorizzatore. Allo stato, non esiste alcuna possibilità di monitoraggio continuo delle diossine, dei furani e dei metalli pesanti. La legge attuale, inoltre, consente di compiere solo due controlli l’anno e, visti i costi elevati, non si ha notizia d’impianti controllati con una frequenza maggiore. Questo dovrebbe indurre tutti ad una riflessione più approfondita su cosa significa realmente impiantare tre termovalorizzatori in una regione già martoriata dal punto di vista sanitario. A corredo di queste valide proposte credo sia il caso di dare alcuni spunti di riflessione al lettore. In Europa si brucia, mediamente, solo il 20% dei rifiuti prodotti, il che significa che è possibile recuperare circa l’80% dei materiali con una buona raccolta differenziata. La situazione all’estero è piuttosto variegata. In alcune nazioni, come l’Irlanda, non esistono inceneritori. La Francia sta rivedendo tutta la politica legata allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, da decenni basata quasi esclusivamente sull’incenerimento. Alcune nazioni hanno sottoposto a verifiche approfondite inceneritori considerati fino ad ieri come sicuri e assolutamente non inquinanti. Negli Stati Uniti d’America non si costruiscono inceneritori da decenni. In molti Stati, come la California, l’Australia, la Nuova Zelanda ed il Canada si portano avanti programmi per raggiungere l’obiettivo dei “Rifiuti Zero” entro pochi anni. Obiettivo non utopistico se si attuano serie politiche di riduzione, riuso, riciclaggio e compostaggio dei rifiuti. Un giorno si arriverà a non conferire più rifiuti “tal quali” nelle discariche o a bruciarli negli impianti d’incenerimento, ma per raggiungere quest’obiettivo bisogna far sapere alla popolazione che, già oggi, esistono alternative possibili ai termovalorizzatori. La prossima riunione: mercoledì 16 gennaio, ore 18.00 presso l’Auditorium Comunale di Via Lennie Tristano (ex Macello) ad Aversa.


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