Oltre alle già stranote ragioni che hanno portato alla terribile situazione attuale: camorra, malaffare, politica corrotta, giganteschi interessi economici “trasversali”, ci sono, purtroppo, altre concause meno note, ma altrettanto importanti, che contribuiscono a non risolvere il problema dei rifiuti.
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La prima, la più rilevante è la paura. Tutto quanto è legato all’emergenza rifiuti è contraddistinto dalla paura. Ma non la paura, che so, della camorra (quella è scontata), no… io parlo della “paura del burocrate”. Una delle più grandi sciagure che può capitare ad una nazione, è avere una classe di burocrati che vive perennemente in uno stato di paura. Un vecchissimo proverbio cinese dice: “Coloro che non si scontrano mai con la propria coscienza non hanno paura che qualcuno possa bussare alla loro porta nel bel mezzo della notte”. Invece i nostri burocrati hanno paura che ogni firma apposta in calce a qualsivoglia documento possa innescare provvedimenti della magistratura, contestazioni politiche, inchieste degli organi di stampa. Per questa ragione, il burocrate, per ogni decisione presa, per ogni atto emanato, deve sentirsi con le “spalle coperte” da: leggi, regolamenti, norme attuative, certificati, autorizzazioni, attestati, controfirme, pareri d’esperti ecc. Tutte cose legittime, per carità, ma che servono solo a “spalmare” le responsabilità civili, penali e morali su centinaia di persone. Potete facilmente immaginare che quando la responsabilità è di tanti, in realtà diventa di nessuno. Questo è “lo stato dell’arte” della nostra elefantiaca e mostruosamente complessa burocrazia. Orrendi carrozzoni, buoni solo a sfornare “carte”, in maggior parte inutili. Chi non rammenta che, fino a pochissimo tempo fa, era richiesto ai cittadini italiani, in certe particolari occasioni, persino il “Certificato d’esistenza in vita”. Un certificato, in altre parole, che attestava che tu eri vivo. In caso contrario eri da considerare morto, ma non subito. Solo a presentazione del “Certificato di morte”. Ecco perché, anche con la buona volontà degli uomini, le “carte” hanno sempre il sopravvento sulla razionalità. Ognuno “tira indietro il piedino”, come si direbbe in termini calcistici. Tutti fanno a gara a non restare con il classico “fiammifero acceso” in mano. A quel punto inizia il vero sport nazionale: il “gioco dello scaricabarile”, altro che calcio. Per evitare in futuro di ritrovarci, ancora una volta, in una situazione igienico sanitaria catastrofica, causata dall’emergenza rifiuti, bisognerebbe specificare per bene, ai vari burocrati, che una nazione non è una gara olimpica di staffetta, dove si corre solo per consegnare il più presto possibile il “testimone” a chi ti sta davanti. Una nazione civile è composta d’uomini e donne che si assumono le proprie responsabilità. Di questo sono assolutamente sicuro… proprio in questo istante, infatti, mi hanno rilasciato il certificato che lo attesta inconfutabilmente…