Dopo il grande affresco sulla stupidità tracciato da Flaubert in “Bouvard e Pecuchet” non erano stati in molti ad occuparsi di questo argomento, se si eccettua il minuscolo e magistrale divertissement dell’economista Carlo Cipolla “Le leggi fondamentali della stupidità umana”. Stranamente, all’intelligenza sono dedicati migliaia di saggi, di studi, di ricerche. Alla stupidità, quasi niente. Eppure a ben guardare è la stupidità, più che l’intelligenza, a muovere il mondo – altrimenti le cose non andrebbero tanto male. Contribuisce a riempire questo deplorevole vuoto di attenzione un lavoro di Giancarlo Livraghi intitolato appunto “Il potere della stupidità”: brillante excursus su questa pericolosa qualità del genere umano dalla quale, ci piaccia o no, non è immune nessuno di noi (il primo dei corollari di Livraghi alle leggi di Cipolla suona infatti “In ognuno di noi c’è un fattore di stupidità che è sempre maggiore di ciò che pensiamo”). Molto giustamente osserva l’Autore che tendiamo ad attribuire le decisioni negative a perversità, disonestà o malvagità. Spesso sarà anche vero, ma “un attento studio della storia ci porta all’inevitabile conclusione che la principale causa di terribili errori è una sola: la stupidità”. Oltre a diverse riflessioni personali, il libro ha il merito di offrire una rapida rassegna delle più interessanti osservazioni sull’argomento.
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Eccone qualche stralcio:
Quarta legge di Cipolla: “Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. Dimenticano che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare o associarsi con individui stupidi costituisce infallibilmente un costoso errore”
Le categorie “antropologiche” di Cipolla:
Sprovveduti (persone che con il loro agire danneggiano sé stesse mentre procurano un vantaggio per qualcun altro)
Intelligenti (persone che con le loro azioni avvantaggiano sé stessi e gli altri)
Banditi (persone che avvantaggiano sé stessi danneggiando gli altri)
Stupidi (persone che danneggiano altre persone senza avvantaggiare sé stessi o addirittura subendo un danno -da cui la Quinta legge di Cipolla: gli stupidi sono il tipo di persone più pericolose che esistano).
Le regole delle organizzazioni fanno sì che ogni persona sviluppi la sua carriera sino a raggiungere il proprio livello di incompetenza; per conseguenza, la maggioranza dei posti di comando è occupata da persone incompetenti (principio di Peter)
“Quando la stupidità di una persona si combina con la stupidità di altre, l’effetto cresce in modo geometrico, cioè per moltiplicazione e non per addizione delle stupidità individuali” (secondo Corollario di Livraghi alle Leggi di Cipolla)
E ancora: “Il genio può avere dei limiti, la stupidità no” (Elbert Hubbard)
“Due cose sono infinite, l’universo e la stupidità. Dell’universo non sono sicuro” (Albert Einstein).
Le conclusioni di Livraghi? Cercare di risolvere definitivamente il problema della stupidità è un’impresa impossibile. Ma se imparassimo a conoscerla potremmo difenderci meglio.