Una volta paese dei mandolini, ora paese dell’immondizia: la Campania brucia nei suoi stessi rifiuti, estremo gesto di imbecillità collettiva di un popolo e di una regione che stanno dimostrando di non sapersi amministrare neppure nelle funzioni più elementari. Tutto questo grazie a governi imbelli che al centro (da Berlusconi a Prodi) e alla periferia – tra Regione e Comuni – hanno sperperato un milione 825mila euro per gestire demagogicamente un’emergenza che non finisce mai. E intanto il presidente della commissione ambiente del Senato, Sodano, si mette alla testa di un movimento anti-incineritori che dovrebbe “emulare la No-Tav”. Il suo piano? Promuovere la raccolta differenziata (ma ci vorranno anni per farla fare in Campania) e nel frattempo mandare i rifiuti in Romania – a spese, naturalmente, di tutti noi -. E nessuno dice nulla… Intanto il ministro Pecoraro Scanio tenta di bloccare il piano Marrazzo per i rifiuti; se ci riuscisse potremmo vedere presto anche il Lazio nelle condizioni della Campania. E questa gente è alla guida di un paese che si vantava di essere la quinta potenza industriale del mondo.
Non ho caputo la proposta dell’autore per risolvere il problema. Troppo facile criticare e basta!
P.S. Gli inceneritori provocano danno alla salute, la raccolta differenziata è difficile da fare, lo stoccaggio è ostacolato dai residenti e esportare la spazzatura costa.
Quindi? Qual’è il male minore?
Sono pienamente d’accordo con il commento.
Pensiamo sempre di essere molto furbi, più furbi degli altri, e intanto scivoliamo verso un degrado sempre più accentuato. La ricetta per uscirne? Ognuno , nel proprio ambito, dovrebbe fare il proprio dovere e poi, solo poi, pretendere dagli altri la stessa cosa con forza e convinzione , senza sconti e senza compromessi. Cari saluti.
E’ una vergogna! Nessuno vuole assumersi le proprie responsabilità. Si rifiutano i siti di raccolta, si rifiutano gli inceneritori ma si grida fortemente al disservizio. E pensare che con tutta questa immondizia potremmo essere dei miliardari e continuare (come ricorda Fornari) a suonare beatamente chitarre e mandolini. Cordialità