Nell’angolo delle letture trovano posto brani scelti da grandi classici o da best-seller del momento, liriche, proverbi, massime, di scrittori, poeti, filosofi, grandi pensatori. Le citazioni – giudicate di grande interesse – cercano di avere un senso conchiuso oppure essere emblematiche dello stile o dell’ispirazione dell’autore prescelto. Esse vogliono essere tentatrici, stimolando il lettore interessato ad approfondire la lettura proposta, per forza di cose molto parziale.
L’ANGOLO DELLE LETTURE (2) di Luigi Alviggi
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Quando il 22 ottobre 1978 pronunciai in piazza San Pietro le parole “Non abbiate paura!”, non potevo rendermi del tutto conto di quanto lontano avrebbero portato me e la Chiesa intera. Il loro contenuto proveniva più dallo Spirito Santo, promesso dal Signore Gesù agli apostoli come Consolatore, che dall’uomo che le pronunciava .…
L’esortazione “Non abbiate paura!” va letta in una dimensione molto ampia. In un certo senso, era un’esortazione rivolta a tutti gli uomini, un’esortazione a vincere la paura nell’attuale situazione mondiale, sia in Oriente sia in Occidente, tanto al Nord quanto al Sud.
Non abbiate paura di ciò che voi stessi avete creato, non abbiate paura nemmeno di tutto ciò che l’uomo ha prodotto e che sta diventando ogni giorno di più un pericolo per lui! Infine, non abbiate paura di voi stessi!
Perché non dobbiamo avere paura? Perchè l’uomo è stato redento da Dio. .… La potenza della Croce di Cristo e della Sua Risurrezione è più grande di ogni male di cui l’uomo potrebbe e dovrebbe aver paura.
Giovanni Paolo II (1920 – 2005)
Varcare la soglia della speranza (1994)
L’Ulisse cominciò ad impazzire lentamente. Come un intonaco lasciato senza cura al sole e alla pioggia, si scolorì, si crepò e quindi, pezzo dopo pezzo, precipitò in polvere al suolo. A rovinarsi per primo fu il suo aspetto esteriore a iniziare da quando manifestò l’intenzione di indossare sempre e soltanto lo stesso abito, rifiutando di cambiarlo con quello che la Mena gli preparava per il mercato settimanale. Per quanto quella santa donna tentasse di arginare lo sfacelo, cercando di rammendare l’abito o lavarlo mentre l’Ulisse dormiva, il tessuto alla lunga si logorò, diventò liso e lucido, e poi si strappò del tutto. La situazione precipitò quando l’Ulisse cominciò a prendere l’abitudine di coricarsi vestito, a volte persino senza togliersi le scarpe, e di dormire spesso sino al pomeriggio inoltrato, gettando la Mena nello sconforto più assoluto per l’impotenza in cui ridusse i suoi amorevoli tentativi di cura.
Ugo Riccarelli (1954)
Il dolore perfetto (Premio Strega 2004)
Il mio tempo non è ancora venuto: alcuni nascono postumi.
Friedrich Nietzsche (1844 – 1900)
Eppure è proprio con questa scena che la mia adolescenza si chiude. È questa la scena… con cui devo fare i conti. Ma possibile che solo adesso, riascoltando nel cervello gli improperi di Nanni, io capisca improvvisamente il mio errore? Il grande errore di quegli anni. L’aver voluto competere con persone con cui non potevo competere. L’aver creduto ingenuamente che gli uomini fossero uguali. Il non aver dato retta a quel moralista classico di nonno Alfio quando mi diceva che gli uomini sono tutti diversi. E che la loro diversità è il frutto amaro di ogni sofferenza e di ogni gioia strabocchevole. Che la gioia è diretta emanazione dell’altrui sofferenza. Che lo squilibrio di condizioni è la nostra voluttà. Che arrivare primi implica che qualcuno sia arrivato secondo e terzo e quarto o non sia neppure arrivato. Che la nostra felicità non può esistere se non a scapito di quella di tutti gli altri. Solo ora capisco che non c’è niente d’interessante in me, ma, semmai, solo nella fuorviante conformazione della mia mitomania.
Alessandro Piperno
Con le peggiori intenzioni (2005)