Ogni angolo della città di Aversa, presenta testimonianze di un passato storico memorabile e la chiesa di S.Giovanni Evangelista è sicuramente uno degli esempi più belli, più caratteristici e più meritevoli di attenzione. La Chiesa sorge nell’omonimo borgo, conosciuto, popolarmente, con la denominazione di “ suburbium piscatorum “. Non è possibile datare con precisione l’origine della chiesa e, i pochi documenti relativi alla sua esistenza risalgono al XII secolo. In una pergamena conservata nell’archivio del Capitolo della Cattedrale, il Borgo di S.Giovanni Evangelista viene menzionato in una donazione del 1140; nel Codice di S.Biagio, nella pergamena n.13, si legge che, “ nell’anno 1151, un certo Matteo Paraleo confermava al Monastero di S.Biagio, alcune terre in S.Giuliano, vicino ai beni di S.Giovanni di Aversa“.
Sempre nello stesso codice, nella pergamena n.18, si legge che “ nel 1155, una tale Maria, moglie di Giovanni Bove, donò al Monastero di S.Biagio una presa di terra e la casa da lei abitata sita infra hanc aversanam civitatem, prope puteum qui dicitur Sancti Iohannis, ossia al di sotto della città di Aversa, vicino alla fossa detta di S.Giovanni “. I gigli di Francia che si notano al centro della volta a crociera di una delle cappelle della navata di sinistra della chiesa, documenterebbero che, la Casa Angioina avrebbe finanziato delle opere di ristrutturazione. In uno dei registri parrocchiali è riportata una annotazione circa la consacrazione della chiesa, ad opera di quattro vescovi. Ecco il testo: “Anno Dni MCCCXX Die Dnico XXIIIJ Aplis m jnd consecrata est Ecclesia sancti Joanis Evangelista de Aversa cu IIIJor altaribus: altare Magnu Altare s.te Marie altare qd est jnpede crucis et altare sanctj Nicolai per manus Rdorum patru: Epi Aversani epi tricaricensis Epi Casertany Epi Massicensis et concesserut omnibus vere penitentibus et confessis in die consecracionis quatuor quatrageno de jndulcetia Deo gras”. L’originario stile della chiesa è stato alterato dagli innumerevoli terremoti, e di conseguenza, dai vari restauri resisi necessari. La navata centrale, nel periodo a cavallo tra il seicento e il settecento, fu completamente trasformata. L’antica capriata è stata sostituita da un soffitto in legno, ornato di stelle e rosoni dorati. Dietro la sacrestia si estendeva il cimitero, di cui si parla nella visita pastorale fatta dal vescovo Ursini, l’8 marzo 1597. Infatti, durante i lavori di trasformazione della sacrestia, vennero alla luce resti di ossa umane. Notizie più precise si hanno delle opere compiute di recente dai vari parroci che si sono avvicendati nella guida della chiesa. Agli inizi del ‘900 furono rifatti il tetto e il pavimento, consolidato il soffitto, costruito l’altare marmoreo e affrescata la cupola. In seguito al terremoto del 1930 fu avviato il restauro del tetto delle tre navate, gravemente danneggiate. Nel 1941 furono affrescate, dall’artista Luigi Torelli, la calotta del presbiterio e le pareti della navata centrale. Negli anni sessanta, la facciata, gravemente deteriorata, fu rifatta e, il soffitto restaurato. Nel 1986 il Provveditorato alle OO.PP. diede l’avvio ad un restauro dei danni prodotti dal terremoto del 1980, ma il risultato non è andato oltre un movimentato interessamento burocratico. La Chiesa di S.Giovanni Evangelista presenta una facciata con un’unica porta d’ingresso e due finestre bislunghe e un coronamento superiore a timpano. L’interno è diviso in tre navate, due delle quali, le laterali, rappresentano quello che rimane dell’antica struttura. A sinistra, quattro archi ogivali, si innalzano da pilastri a cui sono addossate delle colonne senza basi e con capitelli appena sagomati. Le prime tre campate sono a tetto spiovente, mentre la quarta presenta una volta a crociera, con le vele divise da esili ed eleganti nervature a bastone, confluenti al centro in quattro gigli angioini. Nella navata di destra ritroviamo la stessa struttura degli archi e delle coperture. Sulla parete della navata laterale destra si aprono finestroni a feritoia ogivale con strombo che lasciano appena filtrare la luce, mentre sul muro di fondo delle due navate laterali vi sono due finestrini trilobati murati. Sulla parete della navata di sinistra si ripetono i finestroni a feritoia ogivale con strombo della navata laterale di destra, ma murati. Sulla controfacciata è possibile scorgere, in corrispondenza delle navate laterali, la profilatura di due archi a tutto sesto poggianti su colonne, che probabilmente in origine, fungevano da ingressi laterali della chiesa. Nella seconda campata della navata di sinistra si erge il Monumento sepolcrale della famiglia Aldomari. Il monumento ha la forma di un sedile a spalliera concluso da un architrave. Al centro, due putti in alto rilievo che sorreggono con una mano lo scudo degli Aldomari e, con l’altra un libro. Sul libro del putto di sinistra è scritto:“ TIMETE DEUM ET DATE ILLI HONOREM “. Sul libro del putto di destra è scritto: “ QUIA VENIT HORA IUDICII EIUS”. Addossate alla navata sinistra si notano due cappelle laterali, quelle dell’Immacolata e del Crocifisso, caratterizzate da un timpano ricurvo con volute e puttini sovrastati da una volta a crociera. La cappella dell’Immacolata presenta un altare in marmo di Carrara degli inizi del XX secolo, sovrastato da una statua della Madonna; nelle due nicchie, sul lato destro, sono collocate due statue di santi. Sulla parete sinistra è dipinta l’effige della Vergine del Rosario. La cappella del Crocifisso presenta un altare in marmo di Carrara datato 1907, sovrastato da un crocifisso circondato da raggi dorati. Sulla parete destra è dipinta la Madonna della Rotonda e nelle due nicchie , a sinistra, sono collocate le statue del Bambino e di Santa Francesca Romana. La cappella di fondo della navata sinistra, dedicata al Cuore di Gesù, presenta una pavimentazione a riggiole quadrate in giallo, verde e azzurro; il disegno è a volute e a motivi fitimorfi, inquadrati al centro da un motivo stellare. La navata laterale destra presenta, nella prima campata, addossate al muro, una lastra tombale del XIV secolo della famiglia Clemente, sulla quale è incisa una coppia di defunti, con in basso altre figure di dimensioni ridotte. Sullo stemma, in basso, sono rappresentate due braccia conserte e sotto una stella. Sempre in questa campata trovano posto: un frammento di una lastra tombale del XVIII secolo in memoria del sacerdote Cesare Malvasia, il cui stemma, nella parte inferiore, rappresenta due gigli e in quella superiore due leoni e tre stelle. “MEMORIAE SEMPITERNAE / CAESARIS MALVASII SACERDOTIS / MORUM INNOCENTIA AC DOCTRINA / SPECTATISSIMI / QUI VARIIS INGENII SUI EDITIS EXPERIMENTIS…”. Adiacente a questa, trova posto un’altra lastra tombale del XVIII secolo, in memoria di Francesco Fontana. Nello stemma è raffigurata una fontana con quattro piramidi:
“ FRANCISCO.EMMANNUELI.FONTANAE / NEAPOLITANO PHILOSOPHO J.C / FILIO JUCUNDISSIMO
OLIM DELICIO NUNC MOERORI
PARENTIS SUMMO.
ANTE. XX. AET. AN. SUBLATO. MDCCXXVIII
U.S.D. NICOLAUS FONTANA
BARO S.GEORGI
PATER AMANTISSIMUS
DOLOREM LACRYMAS MONUMENTUM”
Proseguendo nella navata troviamo una composizione d’altare in stucco, caratterizzata da colonne con capitelli compositi su cui poggia una trabeazione con un timpano ricurvo e spezzato, sormontato da due figure allegoriche: la Fede e la Carità.
La parete di fondo della navata laterale di destra presenta la porta che dà l’accesso alla sacrestia.
Incassata nel muro, accanto alla porta, vi è una lapide che ricorda la morte del patrizio napoletano Michele Sanfelice, avvenuta nel 1766.
Alla base, una conchiglia dalla quale si dipartono le decorazioni floreali che circoscrivono la lapide:
“ MICHAELI SANFELICIO
PATRICIO NEAPOLITANO DUCI AQUAEVELLAE
BONARUM ARTIUM CULTORI EXIMIO
PRAESENTISSIMO EGENORUM PATRONO
OMNI VIRTUTUM GENERE ORNATISSIMO
QUI NEAPOLI SEVIR. V
CUM VIGILANTISSIME CAVET
NE POPULUS IAM ANTEA ANNONAE CARITATE
MISERRIME DIVEXATUS
ALQUID IN POSTERUM DETRIMENTI CAPIAT
IN CURA ET ADMINISTRATIONE REIPUBLICAE
VITAM LIBENTISSIME POSUIT
MERITO PATER URBIS DICTUS
ET PUBLICO LUCTU ELATUS
IOSEPHUS SANFELICIUS MARCHIO TURRICELLAE
PATRI B.M.
AETERNUM MOERENS P.C.
VIXIT AN LXIV MEN XI DIES XX
OBIIT III NON MALA D. MDCCLXVI”.
La navata centrale è caratterizzata da archi a tutto sesto, nelle curve dei quali sono collocati quattro medaglioni con le immagini di S.Pietro, di S.Paolo, di S.Francesco e di Santa Caterina.
Sui primi due pilastri sono murate due vaschette in gesso in sostituzione delle acquasantiere originali, asportate.
Tra il soffitto e gli archi sottostanti, al di sopra della cornice che corre per tutto il perimetro della chiesa, si osserva un affresco raffigurante un loggiatico, su entrambe le pareti della navata centrale. Ad intervallare il loggiatico affrescato si aprono tre finestre quadrate per lato.
Il soffitto della navata è in legno decorato, ornato di stelle e rosoni dorati, al centro del quale campeggia la tela raffigurante San Giovanni Evangelista in gloria, opera firmata da F.Torelli e datata 1943.