Lo studioso aversano Carlo De Cristofaro ha dato alle stampe la sua nuova pubblicazione, “Frediano Frediani tra Classicismo e Modernità” all’opera dell’architetto Frediano Frediani, originario di Forte dei Marmi e giunto a Napoli 1922, ove ha lasciato tracce importanti e tutt’ora caratterizzanti nel panorama urbano del capoluogo partenopeo. L’opera, scaturita dal lavoro di ricerca per una tesi di dottorato, nasce con l’intento di aprire di una rilettura storiografica per avviare politiche di salvaguardia e riuso delle realizzazioni napoletane del progettista.
In particolare primeggiano le celeberrime stazioni ferroviarie della linea Cumana di Napoli, anche se molti altri lavori non hanno goduto della giusta fortuna critica. Da ciò lo spunto per una monografia, in cui sono esaminate le opere maggiori: le infrastrutture prodotte a Napoli per l’Ente Antonomo Volturno, o quelle commissionate sul lungomare dalla Rari Nantes e dalla Stazione Zoologica “Anton Dohrn”, ma anche l’utopico grattacielo “Santa Lucia”, voluto dalle autorità americane nell’immediato secondo dopoguerra come simbolo della rinascita e costruito nei pressi dei giardini del Molosiglio. Non manca nel testo anche l’attenzione ai suggestivi interventi razionalisti beneventani, realizzati a seguito della consulenza professionale con l’ingegnere capo del comune sannita, Gennaro De Rienzo. L’analisi di De Cristofaro si dipana da un inquadramento del contesto storico-progettuale, a cavallo tra i due conflitti mondiali, alla realtà delle diverse città in cui l’architetto ha operato, fino ad approfondire la formazione di Frediani, caratterizzata da teoria e prassi fin dalla frequentazione, dall 1911, dell’Accademia di Belle Arti di Pietrasanta. In quello stesso lasso di tempo, infatti, egli era vicino al circolo di intellettuali toscani dell’Apua Mater, in cui ha modo di conoscere esponenti come Lorenzo Viani e Plinio Nomellini, che lo incoraggeranno a partecipare a mostre ed esposizioni, ed ancora la successiva amicizia con Giuseppe Prezzolini, che diventerà per lui un vero mentore. Dalla disamina del testo, in cui vi sono numerosi riferimenti alle fonti archiviste consultate, nazionali ed internazionali, emerge la figura di un progettista completo, dalle grandi capacità compositive e rappresentative, che ha saputo distinguersi sia come abile architetto, che come fine artista e grafico colto. Una figura poliedrica, in cui lo sguardo al classico diventa dapprima citazione erudita e successivamente punto di partenza per una sua rilettura in chiave moderna.
Carlo De Cristofaro
L’autore, Carlo De Cristofaro, è un architetto e designer formatosi presso l’università La Sapienza di Roma. Dottore di ricerca, è Cultore della materia in Storia dell’Architettura presso l’università Federico II di Napoli, ove è stato anche docente incaricato di “Arte e linguaggi del presente”, all’interno del Corso di Laurea Magistrale in Design for building environmented. Collabora anche al periodico Rassegna ANIAI e ai progetti della biblioteca “Franco Tortorelli”. Il suo testo, 152 pagine impresse per i tipi della Editori Paparo, è arricchito dai contributi introduttivi del professor Alessandro Castagnaro, docente di storia dell’architettura presso l’Università degli Studi di Napoli, e dell’architetto Gianluca Frediani, professore di progettazione architettonica presso l’Università di Ferrara e nipote di Frediani.