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Rumori dall’America Ugo Coppola

In America c’è il razzismo, la polizia è violenta, la colpa è di Trump. Chi scrive vive a Cincinnati, città dell’Ohio, stato industriale del Midwest. Cosa è accaduto? La sinistra americana, quella europea, quella italiana, gridano al razzismo americano. L’evento, orrendo, accaduto a George Floyd è stato un detonatore di una protesta sacrosanta, dicono. Paese razzista? Il parere di un immigrato, definito esplicitamente “alien” nei documenti ufficiali, è assolutamente NO. Dopo secoli di razzismo gli USA si sono dotati di una delle più legislazioni più severe sul tema. Inoltre, si tratta dello Stato col più alto numero di immigrati regolari al mondo, che arrivano attraverso numerosi canali lavorativi, tramite gli accordi politici per rifugiati e richiedenti asilo, ed anche con una certa dose di fortuna (la lotteria della “carta verde”).

L’America è da sempre un Paese multirazziale, dove ognuno può farcela, e dalla fine della segregazione razziale, questa possibilità è offerta anche un nero. Basti pensare che l’amministrazione Bush, sì, quello di Destra, aveva elementi di spicco di colore e che il due volte presidente Obama è, appunto, di colore. Altro argomento di discussione è la violenza della polizia americana, definita come un corpo di macellai. Quanti episodi di violenza esistono? Decine in dieci anni. Quanti poliziotti esistono? Milioni, molti di colore, come uno dei carnefici di Floyd. Ogni discussione è superflua sul punto. Le violenze diffuse, le aggressioni ai poliziotti, rappresentano soltanto un metodo per attaccare il discutibile Trump, non un modo per combattere i problemi delle fasce povere di ogni colore.

Tralasciando il mieloso inginocchiarsi di sportivi, intellettuali (!), politici, ciò che preoccupa è la furia iconoclasta verso statue di Colombo, di generali confederati e persino unionisti, verso personaggi storici, condannati alla damnatio memoriae in quanto schiavisti. Tutto questo, dimostra il valore di chi protesta e di chi sostiene la protesta: ZERO. Si tratta di una folla inferocita e ignorante mossa dalla propaganda democratica contro Trump, che pure ha dimostrato di non essere all’altezza del ruolo. Con lo stesso principio, bisognerebbe distruggere l’intera statuaria greca e romana. La realtà? L’emergenza Coronavirus, gestita piuttosto male, ha comportato dure conseguenze economiche, colpendo le classi meno abbienti, di cui la popolazione nera che vive nelle periferie rappresenta un’ampia fetta, e che ha da sempre ha la sensazione, in parte giustificata, di essersi trovata dalla parte sbagliata. Il nodo cruciale sarebbe assicurare a tutti gli americani, anche ai bianchi ed alle varie minoranze etniche, una formazione adeguata attraverso scuola ed università davvero accessibili a tutti, fornendo i mezzi per combattere la povertà, capire i problemi e soprattutto, evitare le manipolazioni.


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