Il nuovo "L'Eco di Aversa" è una riedizione del foglio cittadino fondato da Gaetano Parente nel 1861. Il logo riprende un dipinto di Gennaro Conti, del 1886, raffigurante il sindaco Gaetano Parente nell'atto di indicare a Vittorio Emanuele la Via Roma.
Vorrei dire la mia sulla nota, recente, esternazione del giornalista Vittorio Feltri. Credo di poter dire qualcosa con una certa cognizione di causa e ciò in quanto negli ultimi anni ho vissuto gran parte del mio tempo in Aversa, nella Terra dei Fuochi (rispetto alla quale i lanciafiamme di De Luca nulla hanno potuto contro i cinghialoni responsabili dei disastri ambientali).
E’ passata. E’ appena finita la quarantena. Per le strade si respirano le emozioni unite alle voci di tanti che negli ultimi giorni sono dovuti rimanere più o meno chiusi in casa, le voci di chi non ne poteva più, le voci di chi da questa quarantena ha perso tanto, le voci che sono gioia come quando si ritorna dopo tanto tempo nel solito posto del cuore, magari quello dell’infanzia che sia di mare o di montagna. Di emozioni da raccontare relativamente a questo periodo ce ne sarebbero tante quante infinite sono le sfumature dell’animo umano, da chi ha perso molto, sia fisicamente che economicamente a chi forse ha guadagnato qualcosa.
Il momento della ripartenza è arrivato, ma la Fase2 porterà ancora più incognite del lockdown, genera incertezza e preoccupazioni. Nel futuro ci aspettano tempi difficili, poichè la pandemia avrà effetti gravi sull’economia, sulle relazioni interpersonali, sulle abitudini consolidate della società, ma ci sono anche opportunità da cogliere e speranze da ricostruire.
La pandemia ha graziato il meridione, che non ha subito la gravità del contagio come altre zone d’Italia. Ma il sud si è salvato da solo, si è salvato per una serie di fortunati fattori, non certo grazie all’azione dei governatori locali che, oggi, con piglio istrionico, provano ad intestarsene i meriti.
“Cara scuola mi manchi tantissimo ” è il video che hanno realizzato i ragazzi dell’istituto “Alessandro Volta” per raccontare la solitudine e la nostalgia nel periodo di allontanamento della scuola, dai loro compagni e dai professori.
Si parla molto, in questa fase 2 della pandemia, di movida. E, cioè, di aperitivi, apericene, baretti, giovani, violenze, mancato rispetto della distanza di sicurezza, assenza di mascherina. Anche Aversa è sede di movida. Che coinvolge molti ragazzi di fuori. E costituisce l’unico “turismo” che la Città, nata nel 1030, è riuscita a realizzare nonostante i fiumi di parole, anche scritte, dedicate ad una prospettiva di turismo culturale. Preciso da subito che le considerazioni di cui appresso fanno salve le senz’altro esistenti eccezioni. Non vogliamo, cioè, cadere nel pericoloso: “di tutta un’erba, un fascio”. Continua a leggere >>>
Periodico
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