Le case editrici “indipendenti”, i film messi su da organizzazioni “indipendenti”…l’aggettivo “indipendente” è sempre più in uso e distinguente. A Roma, tanto per fare un esempio, si è svolta, presso l’Eur, una grande mostra riservata ai “piccoli” editori e librai; il successo, in termini di visitatori, è stato enorme. Gli aggettivi “piccolo” e “indipendente” vogliono indicare ogni “parte”, ogni soggetto che sceglie di collocarsi fuori dal Sistema dominante e vincente per “potenza” imbattibile. Come dire? Per spiegare faccio un esempio pur con tutte le relative limitazioni: da una parte stanno i Centri Commerciali, i Golia della situazione; dall’altra parte, invece, stanno i piccoli artigiani, i Davide della situazione, con il loro quasi invisibile “negozietto” costretti a “cavarsela” ogni santo giorno.
Ognuno può scegliere se chiudersi nel Centro Commerciale e respirare luci e rumori o se cercare di mantenere faticosamente ma onorevolmente la piccola bottega ed a fine mese dire: “Io me la cavo!”. Il Festival Cimarosa (di Palazzo Parente) appartiene senza ombra di dubbio alla categoria dei “piccoli”, degli “indipendenti”, di coloro che cercano di mantenere faticosamente ma onorevolmente la piccola bottega e dire a fine mese: “Io me la cavo!”. Il Festival Cimarosa (di Palazzo Parente) continua a non usare soldi pubblici né il soggetto privato amico o connesso o collegato o contiguo o viciniore. Il Festival Cimarosa (di Palazzo Parente) in quest’ottica di “indipendenza” va, però, avanti nonostante tutto. Sopravvive. E quest’anno, con Nicola Abate Direttore Artistico, realizza il Sogno di dare, concretamente, spazio completo ai giovani, le vere vittime del Sistema orribile, in primis politicizzato, in cui viviamo. Nicola Abate ha carta bianca, potrà realizzare tutte le cose belle che vorrà. Da me è stato soltanto invitato a coinvolgere i giovani in tutte le iniziative culturali possibili. Perché col tempo il Festival Cimarosa (di Palazzo Parente) ha scelto di voler tenere vivo il ricordo dell’illustre aversano attraverso tutte le aree o manifestazioni della Cultura, in primis, ovviamente, quella musicale. La famiglia Parente è da sempre protagonista in campo culturale, rammento, fra i tanti, Giulio D’Alessio, Niccolò, Riccardo, Giulia, Filippo senjor, Amalia Parente. Io, nel mio operare, cerco solamente di ispirarmi e uniformarmi con assoluta modestia ed umiltà alla tradizione di famiglia; certo il provincialismo è per me insopportabile quando cieco e sordo. Non ho lo sponsor nel cassetto che tiro fuori quando e con chi m’interessa, ho solo buona volontà, passione, un bel giardino, un pianoforte a muro, quattro mura piene di storia. Tutto questo mi basta e avanza. E, soprattutto, ho un cuore indipendente. Sono onorato di stare fuori dal Sistema. E di poter dire alla fine di ogni anno: “Ho rispettato i Valori della Famiglia; io me la sono cavata!”.