Nemmeno Guercino,
quindi, sembra poter “servire” al fine di attivare un minimo processo di
cambiamento, dallo sgarrupatorio, cioè, all’autostima, alla riscossa. Guercino
potrebbe essere il punto di partenza di un risveglio delle coscienze
addormentate, appiattite su eventi che non puntano mai oltre le mura cittadina e/o
dell’agro. Cosa ci vorrebbe per una inversione di tendenza da parte dei cittadini,
del governo locale ed, infine, dell’associazionismo? Non saprei. Manca la
Cultura di chi va “oltre” il noto. Di chi pensa con la convinzione della necessarietà
del progettare secondo i principi del processo di globalizzazione in atto,
processo che rende tutto “vicino”, raggiungibile, interessante, fruibile.
Quando avremo uomini lungimiranti, capaci di andare “oltre”? Non saprei proprio
rispondere anche perché il panorama non presenta soggetti con l’umiltà di dire:
“mi faccio aiutare”. Per il momento, quindi, nulla di nuovo all’orizzonte.
Nulla è cambiato, in realtà, nonostante i continui proclami di cambiamento.