Il nuovo "L'Eco di Aversa" è una riedizione del foglio cittadino fondato da Gaetano Parente nel 1861. Il logo riprende un dipinto di Gennaro Conti, del 1886, raffigurante il sindaco Gaetano Parente nell'atto di indicare a Vittorio Emanuele la Via Roma.
Primo di una serie di racconti ispirati all’attualità dell’aversano Gennaro Nobile.
Cielo sopra Bruxelles
16 Febbraio 2015 ore 09:30
giornata ventosa
Sole scialbo
“Come in alto,così in basso”, così recitava una massima di Trimegisto, per indicare come gli eventi e le cose nell’universo rispecchiassero sempre una duplicità.
Noi oggi sappiamo attraverso la fisica quantistica, e quindi sperimentalmente, che ciò è vero e che anche dal basso, dei piccoli eventi, effettivamente possono incidere sul macrocosmo. Inoltre la teoria dell’unicità,ha dimostrato che siamo tutti interconnessi (vedi l’esperienza di Rosenberg.) su vari livelli di energia, e poiché noi siamo energia spirituale più o meno consapevole, ecco che si pone la questione che sicuramente c’è un legame non solo tra il mondo fisico del macro e del microcosmo ma anche tra il mondo visibile e quello invisibile,sede di altre energie spirituali; ed è ciò che si sta verificando in questi giorni tra il nostro mondo reale e quello invisibile, riguardo alla ribollente questione “Europea”. Ma che c’entra tutto questo? Vediamo… >>>continua>>>
Secondo le tradizioni popolari, gli ultimi tre giorni di gennaio sono i più freddi di tutto l’anno. Questi sono comunemente i “giorni della merla” e cadono il 29, 30 e 31 gennaio (secondo alcuni si tratterebbe invece delle giornate dal 30 gennaio al 1 febbraio), giorni nei quali, attraverso dei segni, è possibile capire quale sarà il clima dell’intero anno. Si dice infatti che, se questi giorni sono freddi, la primavera sarà mite e bella, mentre, se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.
Questo periodo di freddo induce i cittadini a produrre calore con tutto quanto è disponibile, ma spesso, indipendentemente dalle apparecchiature, il combustibile è tossico.
L’uso del proprio riscaldamento a legna come un “inceneritore domestico” per bruciare residui di ogni genere è una vecchia consuetudine. Può sembrare una soluzione facile, comoda e veloce ma chi elimina i rifiuti in questo modo nuoce all’ambiente, agli altri e a sé stesso. Il deposito e la combustione di rifiuti nelle stufe a legna o nei camini provoca l’emissione di sostanze nocive nell’aria, che agiscono soprattutto nelle immediate vicinanze, senza contare che i residui della combustione di rifiuti danneggiano anche la stufa stessa.
Non bisogna mai usare una stufa come inceneritore: residui alimentari, giornali patinati, legni verniciati o trattati in qualunque modo, plastica o altre sostanze sintetiche non devono mai essere gettati nel fuoco di qualunque tipo di stufa o camino.
Chi brucia altri materiali mette a dura prova la propria stufa, i propri polmoni, l’intonaco della stanza e la pazienza dei vicini. Infatti la mancanza di aerazione forzata e di un sistema di filtraggio, le basse temperature di combustione fanno sì che nelle nostre stufe si formino gas particolarmente nocivi.
È soprattutto una questione di salute: molti rifiuti, quali legno, carta, materiali sintetici o materiali composti, contengono metalli pesanti (cadmio, piombo, zinco, rame, cromo, ecc.) e alogeni (cloro, fluoro). La combustione non appropriata fa si che queste sostanze si liberino nell’aria, producendo nel contempo altri derivati nocivi come ossidi d’azoto, acidi cloridrici, idrocarburi, diossine e furani.
Il danno causato a tutti gli esseri viventi è rilevante. Gli effetti sulla salute sono molteplici, dalle affezioni respiratorie all’incremento del rischio di ammalarsi di cancro.
I rifiuti di qualunque tipo non possono essere bruciati né all’aperto né in stufe domestiche o in caminetti, in particolare:
• Carta, cartoni (che sono riciclabili). E’ opportuno utilizzare la carta solo nella misura necessaria per l’accensione. Per lo smaltimento di carta e cartoni si raccomanda perciò la raccolta differenziata.
•
Imballaggi, cartoni del latte e simili (es. Tetra Pak)
• Scarti di legno da falegnamerie, carpenterie e fabbriche di mobili
Legno usato ricavato da demolizioni, risanamenti e rinnovamenti di edifici (mobili, finestre, porte, pavimenti) come pure legno di imballaggi (casse, palette…)
• Imballaggi in plastica (bottiglie e contenitori)
Quindi per far funzionare bene la nostra stufa o il nostro camino bisogna:
• Avere una stufa adatta alla combustione del legno;
• Utilizzare legna secca e non trattata;
• Bruciare pezzi di legno di grandezza adeguata;
• Assicurare che il tiraggio sia sufficiente.
• Bruciare esclusivamente legna allo stato naturale (cioè non trattata, non verniciata e ben asciutta) e stagionata da almeno due anni.
• Pellets e trucioli solo negli appositi impianti.
I segnali di una buona combustione sono i seguenti: fumo quasi invisibile, nessun odore, cenere grigio chiaro o bianca, poca fuliggine nei camini, fiamme blu o rosso chiaro.
Uno smaltimento corretto dei rifiuti riduce in modo rilevante l’emissione di sostanze nocive nell’atmosfera. Le analisi dimostrano che la combustione di rifiuti in caminetti o in stufe a legna libera nell’aria una quantità di diossina 1000 volte superiore rispetto a quanto avverrebbe negli impianti di incenerimento dei rifiuti. Inoltre solo questo tipo di impianti è dotato dei filtri prescritti dalla legge. Tutti gli altri tipi di rifiuti vanno eliminati unicamente attraverso la raccolta differenziata, in modo da garantire uno smaltimento rispettoso della salute e dell’ambiente.
Piccole attenzioni portano grandi risultati a noi ed alla nostra salute!
Scorro i titoli dei giornali e
leggo continuamente della verificazione di situazioni incredibili, assurde,
inaccettabili, non scusabili. Ad esempio: “Niente riscaldamento al liceo Righi /_ di Roma _/ e per l’acqua
arriva l’autobotte:genitori e studenti in rivolta” (ilmessaggero.it, 16.01,17); “Riscaldamenti
nelle scuole, Russo:
«Da uffici Città metropolitana /_ – Napoli – _/ nessuno ha risolto il problema»
/ Il sindaco di Pomigliano: «Nelle aule
c’è una temperatura polare»” (corriere.it odierno); “Ad aprile scorso il Presidente
della Regione /_ Campania _/ annunciò il miracolo del Cardarelli /_ – Ospedale
di Napoli – _/”. Ora consta che: “Barelle, l’emergenza è cronica /
Pronto soccorso sempre in tilt” (Cronache di Caserta del 15 gennaio 2017,
pag.8).
La recente scoperta di un Guercino ad Aversa non mi sembra (spero, sinceramente, di sbagliare) che abbia aumentato la stima degli aversani nei riguardi della Città. Né provocato, da parte del governo locale, una chiamata alle armi intorno al patrimonio culturale cittadino. Né originato un desiderio di collaborazione tra le associazioni notoriamente animate da un egoistico e sterile protagonismo.
Il 15 gennaio, alle ore 18.00, sarà presentato a Palazzo Parente ad Aversa il libro “La Guerra oltre la notizia” di Ilaria Menale. Il libro presenta note sul giornalismo di guerra partendo dalle storie di due famosi reporter come Franco Di Mare e Toni Capuozzo, che si sono raccontati all’autrice ponendo in primo piano le loro emozioni di uomini prima ancora che la loro esperienza di giornalisti. Il testo va a condurre il lettore oltre i luoghi comuni sulla guerra raccontata dalla stampa, ponendo l’accento sul lavoro del giornalista e sulle esperienze condotti in condizioni estreme, sempre per amore di verità. Il libro, la cui prefazione è stata scritta dallo stesso Franco Di Mare, ha ottenuto il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio. Alla presentazione di domenica 15 gennaio, organizzata dal Serra Club Aversa e dalla professoressa Maria Luisa Coppola in collaborazione con l’Eco di Aversa e l’Associazione “Gaetano Parente”, interverranno l’autrice Ilaria Menale, scrittrice e giornalista, ed il giornalista Gino Di Mare.
Con queste parole i familiari di Antimo Castaldo intendono rivolgersi a tutte le persone che sono state e saranno a loro vicine in questi giorni di immenso dolore.
“Per noi familiari di Antimo le ore che hanno seguito la notizia della sua morte sono state come un lungo incubo. Siamo stati sballottati tra obitorio, tribunale, comune, pompe funebri, senza avere la possibilità di raccoglierci nel nostro dolore. Abbiamo toccato con mano affetto e solidarietà ma anche l’indifferenza e la velata ostilità di chi, di fronte alla morte, non è riuscito a superare cose che rientrano nella dialettica professionale, che qualche volta può assumere toni anche aspri. Antimo era cattolico e credeva nella resurrezione dei corpi dopo la morte ed ha maturato la sua scelta della cremazione dopo essersi assicurato che non fosse contro il magistero della Chiesa. Era convito che nella morte bisognasse dimostrare estrema sobrietà, senza inutili sfarzi. Egli era anche convinto che la morte, ‘a livella’, ci rendesse tutti uguali e che non si dovesse occupare spazio nei cimiteri con cappelle gentilizie o cose del genere. Per questo abbiamo profuso tutto il nostro impegno affinché la sua scelta, la sua non la nostra, fosse rispettata. La disponibilità del suo corpo è stata concessa a noi familiari nel tardo pomeriggio di mercoledì 4 gennaio. Purtroppo, accertato che la morte fosse avvenuta per cause naturali, il magistrato aveva dato il suo consenso alla sepoltura senza aver previsto la possibilità della cremazione. Per questo, a due ore e mezza dal funerale, moglie e figlio erano in tribunale per attestare questa volontà. L’ultima operazione di cremazione dell’impianto di Pontecagnano viene eseguita alle ore 19.00. Per non fare tardi ed evitare di posticipare ulteriormente la cremazione, dal momento che venerdì, giorno dell’Epifania, non sarebbe stato possibile, abbiamo dovuto sottrarci ai saluti di familiari, amici e conoscenti. Ci rammarichiamo e chiediamo scusa a tutti ma noi per primi siamo stati vittime di questa spiacevole serie di eventi”.
È stato un inverno ricco di incontri al Salotto del Festival Cimarosa a Palazzo Parente, i giovani di Legenda Letteraria hanno animato una serie di appuntamenti con lettura di testi letterari.
C’è chi dice che i classici sono molto impegnativi e noiosi. Eppure bisogna ricredersi, dopo aver letto “Reparto numero 6”, letto nel mese di novembre, uno dei famosi racconti di Cechov, scrittore russo dallo stile semplice e sobrio, sempre di grande attualità.
E’ un racconto breve, di solo un centinaio di pagine, che però possono bastare ad interrogare il lettore. Una voce scuote la mente e le nostre coscienze e fa sorgere in noi, nei rapporti quotidiani con gli altri, forti interrogativi. È la linea sottile che divide i sani di mente dai malati, e che mostra come siano difficili da comprendere i valori per cui una società consideri una persona folle, da non comprendere che è soltanto un essere umano che non vuole lasciare desideri incompiuti.
E’ un resoconto delle condizioni manicomiali in cui il tema dominante è quello del limite fra pazzia e normalità. La denuncia di Cechov è contro l’ignoranza, in un degradato padiglione psichiatrico di un ospedale civile della Russia dove sono rinchiuse persone, trattate in un modo disumano. L’incontro fra Andrei Efimyic, psichiatra, con sani principi morali, ma privo di vocazione medica, con il folle Ivan Dmitric, giovane ragazzo pieno di alti valori, ma rinchiuso per la sua forte dedizione al senso civico, alla giustizia e all’onestà, nello scontrarsi con le brutture del mondo e la sofferenza, di cui è stato coinvolto, cambierà solo allora la vita del medico, per aver incontrato solo per caso il mondo della follia.
È bastata invece una tazza di caffè martedì 20 dicembre, a palazzo Parente in compagnia di Charles Dickens, ci siamo catapultati in un’atmosfera evocativa, in una nuova realtà, fatta di veri valori che non dovremo mai perdere di vista: l’amore, l’amicizia e la solidarietà. È questo il messaggio che lanciano l’ instancabile associazione Gaetano Parente in collaborazione con i ragazzi del blog Legenda Letteraria che continuano la loro missione attraverso la lettura di stralci di opere letterarie, stavolta con un classico libro natalizio che non conosce tempo come “Canto di Natale” sempre di grande attualità, suscitando emozioni e sentimenti, con la presenza di un folto pubblico. L’uomo per poter cambiare ha bisogno di essere sorpreso da qualcosa di veramente forte, è questo che capita a Scrooge, il protagonista del celeberrimo romanzo di Charles Dickens, un uomo anziano, avaro ed egoista che diventa buono e altruista proprio nel giorno di Natale, riceve la visita di tre fantasmi: lo spirito del Natale presente, lo spirito del Natale passato e lo spirito del Natale futuro.
Scrooge è testardo non vuole cambiare, è attaccato ai soldi e agli affari e perciò legato dalle sue catene, vive nella sua ombra, ma con l’ arrivo dei fantasmi, qualcosa cambia. La sua coscienza, viene scossa dai fantasmi che lo portano per mano ripercorrendo la sua esistenza attraverso il suo presente e gli mostrano ciò che accadrà in futuro, prende coscienza di tutto ciò e si pente cercando in tutti i modi di rimediare. Può, oggi l’uomo liberarsi dagli errori del passato, c’è ancora una speranza? Dickens, ci insegna un qualcosa di veramente prezioso: la rinascita morale dell’individuo attraverso questo bellissimo racconto, che con la sua note dolente denuncia le diseguaglianza sociale, che esistono purtroppo ancora tutt’oggi. Meraviglia , e magia del Natale si fondano per dare vita ad un miracolo. È il Natale del cambiamento a dare inizio alla trasformazione di un cammino di una profonda riflessione di come l’ egoismo non prenda il sopravvento sull’amore. E’ un Natale di condivisione , capace di scuoterci, di non lasciarci indifferenti, un cammino di speranza che si apre come è accaduto a Scrooge.
Periodico
Registrazione presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere N. 602 del 19/09/2003 Direttori responsabili: Andrea Scaglione e Salvatore De Chiara