Il nuovo "L'Eco di Aversa" è una riedizione del foglio cittadino fondato da Gaetano Parente nel 1861. Il logo riprende un dipinto di Gennaro Conti, del 1886, raffigurante il sindaco Gaetano Parente nell'atto di indicare a Vittorio Emanuele la Via Roma.
Si chiude un’altra stagione di Palazzo Parente sia sotto il
profilo culturale che commerciale; tempo di bilanci, quindi. Partiamo dal fatto
secondo cui possiamo affermare che, oggi, i protagonisti “principali” di
Palazzo Parente sono tre: lo scrivente, Stefania Perugini e Titti D’Amore.
Ragionando sul ruolo svolto da ciascuno, balza all’evidenza che un minimo comun
denominatore composito esiste e consiste, primo, nel fatto che, ognuno, era
portatore di una Passione; secondo, che ognuno è riuscito a realizzare la
“propria” Passione proprio a Palazzo Parente. Accadimenti rari ma ammirevoli e considerevoli
in questi tempi grigi in cui le persone rinunciano alle Passioni ed ai Sogni e,
nolente, si adattano al sistema per sopravvivere. >>>continua>>>>
L’acqua, il liquido amniotico, racchiude lo svolgimento della
storia: la fonte di vita capita ne accompagni il termine, come sovente accade
in questi anni di enormi migrazioni marine. Il libro è del 1964, finalista allo
Strega e appena ripubblicato, ma è di decisa modernità per l’approfondita
indagine psicologica della protagonista, la quarantenne Lidia, e per quel dire
e non dire che accompagna le accurate descrizioni di realtà interiori ed
esteriori. Un’esposizione pittorica, direi. La memoria rimesta nel passato e,
dandogli nuova vita, ne integra anche gli aspetti che possono aiutare a
sviscerare la vera natura dell’oggi. Lo scalpellio delle frasi, di lieve
brevità, equivale a pennellate che si depositano qua e là sul quadro in
gestazione, fino a delineare ogni particolare del minimo dettaglio. Un marito,
Antonio, reduce da lunga prigionia di guerra in India, una figlia, Nina,
Ortensia, la creatrice di moda i cui prodotti Lidia commercializza,
accompagnano le sue routinarie giornate milanesi. E poi, grazie anche al suo
fascino con i clienti maschi, da dipendente ne diviene collaboratrice, brava ad
accostare colori e a creare bozzetti dimostrativi di abilità e buongusto. >>>continua>>>>
Ai tempi degli
uomini primitivi li chiamavano graffiti, oggi murales, ma anche se nel corso
del tempo i nomi delle cose subiscono una trasformazione, il loro significato
no.
Quando l’uomo
sente il bisogno di dare forma ad un pensiero della sua mente può fare tre
cose: scrivere, disegnare o creare.
Quest’immagine
nasconde un messaggio e questo messaggio chiede aiuto.
“Voglio scappare”,
“voglio fuggire da questo posto”, non mi appartiene, ed io non appartengo a
lui.
È un mondo che ti
risucchia e la tua mente perde gradualmente ma molto rapidamente il contatto
con la realtà.
È un palcoscenico
nuovo, ma non sa di buono.
Tutto è così
diverso, strano, surreale. >>>continua>>>
Maddalena, è la “pazza della porta accanto”, è la vicina, la compagna di viaggio che ci siamo scelti, per raccontare la storia degli ospedali psichiatrici della Campania felix, attraverso le mura della città. Maddalena l’ho conosciuta, stava nella sua celletta buia in agonia. Oramai da un ventennio versa in condizioni di degrado e devastazione, nelle sua stanze, della follia umana. Pazza, non ci sembra più tanto pazza: ascolta musica e poesia. Arroventa la penna nel fuoco per scrivere i suoi versi più belli, e di notte dipinge. Sembra quasi un quadro dell’arte dell’impossibile. La stanza, il silenzio di chi vorrebbe gridare: “quale sarà il mio destino? E’segnato dalle parole scritte sui muri?” Uomini e cittadini dalla voglia di ricominciare, hanno deciso di riaprire i cancelli; di solito è sempre l’ultima chiave del mazzo quella che apre la porta. Si sono catapultati nella sensibile storia con scatti fotografici puntati sulle mura della città. Hanno indossato quelle pareti impregnate di memoria ed hanno scritto sui muri, hanno ascoltato la storia, le storie di chi vuole ascoltare la bellezza della vita. Pietre su cui scheggiare anche l’ultimo desiderio. Adesso sono le mura a dover parlare del grande sogno di libertà.
La storia comincia così….
Resto qui a pensare…. Il riscatto, ne vale la nostra identità.
Vorrei consegnarti un foglio bianco…per poter scrivere il sogno di libertà.
Ogni foto è un ricordo, una scalata, solo un miliardo di pixel, che girano come di stelle verso una nuova realtà.
L’incubo della prigionia ad un sogno: un desiderio comune è questo “La Maddalena che vorrei”
Come è vero che un pianto ci fa nascere più forte di tutte.
Adesso:vinco o muoio.
Dal vetro di un padiglione vedo il volo di una farfalla è pronta per spiccare il volo assaporo fino in fondo l’esistenza di vedere oltre.
Ho un amico si chiama Antonio, lui viene dal futuro e può leggerti nel pensiero, da lui ho imparato a sognare…da allora non smetto.
Guardo, le mie mani …le mie impronte.
Spezzo le catene della lunga prigionia.
Respiro a pieni polmoni,è così che si inizia a vivere. È il mio presente, non lo tradirò mai.
Continuo a salire, la mia rosa, non c’è miglior modo per onorare la vita, perchè nulla ci fa più coraggiosi quando siamo noi stessi a deciderlo.
L’associazione Gaetano Parente ha consegnato, il 7 luglio 2016, al Console
di Francia a Napoli una missiva con cui si l’ente offre tutta la propria
disponibilità per una collaborazione con l’Istituto di Cultura Francese a
Napoli. Riteniamo di fare cosa corretta nel pubblicare, appresso, il testo
integrale della missiva. >>>>>
Il 7 di luglio dell’anno 2016 sarà
ricordato, dall’associazione Gaetano Parente, per due momenti fondamentali.
Primo, visita del Palazzo Parente e della Maddalena da parte del Console di
Francia a Napoli Jean-Paul Seytre; secondo, proiezione di un filmato – di
un’ora e mezzo, datato 1996, di Pasquale Mottola (associazione Don Chisciotte)
– contenente interviste agli ultimi ospiti della Maddalena dopo la legge che
“aprì” i manicomi d’Italia. Ciascun momento richiede brevi osservazioni. In
questa sede parleremo del secondo momento. continua
Il 7 di luglio dell’anno 2016 sarà
ricordato, dall’associazione Gaetano Parente, per due momenti fondamentali.
Primo, visita del Palazzo Parente e della Maddalena da parte del Console di Francia
a Napoli Jean-Paul Seytre; secondo, proiezione di un filmato, di un’ora e
mezzo, datato 1996, contenente interviste agli ultimi ospiti della Maddalena
dopo la legge che “aprì” i manicomi d’Italia (di Pasquale Mottola). Ciascun
momento richiede brevi osservazioni. In questa sede parleremo del primo momento. continua
Una cara amica mi poneva una domanda: “Gli ultimi eventi organizzati dall’associazione
Gaetano Parente – mi riferisco, per esempio, alle mostre “Succurre miseris” e “Spazi
comuni Frammenti della Maddalena e dintorni” nonché alla proiezione del
film “Le mani sulla Città” – hanno,
giustamente, puntato il dito, nel senso della lamentazione circa lo stato di
abbandono e non utilizzazione del patrimonio culturale cittadino, ora, però, ci
vorrebbe qualche iniziativa nella direzione del fare”. continua
Dopo lunga gestazione è nata, con
sede in Aversa, una nuova associazione; è denominata: “il Giardino degli
Aranci”. Come primo presidente è stato eletto l’avvocato Raffaele Mazzarella.
La curiosità ci ha spinto ad incontrare tale legale rappresentante ed a cercare
di comprendere scopo ed utilità della new entry dell’associazionismo. Avvocato
Mazzarella, di chi l’idea?A
dire il vero i fondatori dell’ente – tra i più convinti ed entusiasti ricordo
Romolo Perugini, Maurizio Danzi e Peppe Magliulo – condividevano un desiderio:
quello di stare insieme, di ritrovarsi, di avere la disponibilità di un punto
dove poter dare spazio a tali esigenze.
Palazzo Parente, Aversa (CE), nell’ambito del Festival
Cimarosa 2015-16 e, in particolare, della mostra, di fotografie, di Hugo
Albignac: “Spazi comuni. Frammenti
della Maddalena e dintorni” è previsto, il 7 luglio 2016, ore 19:30, un terzo
momento di riflessione. La giornalista Francesca Prisca e la psichiatra Giulia
Sagliocco hanno curato tale momento. Si procederà, difatti, alla proiezione di
un corto – “Indifferentemente” – ed alla lettura di un racconto – “La storia di
Anita” -. >>>continua>>>>
Periodico
Registrazione presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere N. 602 del 19/09/2003 Direttori responsabili: Andrea Scaglione e Salvatore De Chiara