Palazzo Parente, Aversa: Hugo Albignac,
fotografo, espone i suoi scatti puntati sulle mura di Aversa, e non solo, che
parlano. E, in allegato, scatti su Marsiglia, residenza dell’Artista. La Mostra
s’inaugura martedì 28 giugno 2016, ore 20:00. Durerà dal 28 giugno al 10 luglio.
Nel mezzo: 4 luglio, Serata, ad inviti, di gala con il Console di Francia; 7 luglio, a cura di Francesca Prisco e Giulia Sagliocco, proiezione di un corto su la Maddalena girato al tempo della dismissione, con, anche, interviste ai pazienti. >>>continua>>>
Nell’istituzione psichiatrica clinica i
muri rappresentano l’isolamento per protezione o separazione, dipende da chi
narra. I muri sono anche ciò che può essere abbattuto, scheggiato, fratturato o
ridipinto e riutilizzato nel presente. Il muro reca tracce in cui tutto può
sembrare abbandonato fuori. Le rovine sono muri che rimangono ancora,
sequestrati dal filo della storia, tra una ricostruzione e un nuovo giorno.
Passeggiando per le
strade di Aversa siamo colti dal significato profondo che rivestono le mura. Se
ci si ferma al primo sguardo, non si va oltre il degrado di una città antica,
fondata dai normanni (nel 1030). Ma questa città, in questa Campania Felix,
invita ad andare oltre, integrando queste mura nella storia sensibile dei
luoghi. E delle Persone, storie personali, quindi, anche. Un muro è uno spazio
da toccare per ognuno di noi e sul quale si possono lasciare (scrivere) i
propri dolori, i propri amori, le proprie trasformazioni.
Il senso ora è
reinvestito, ricomposto con le parole. E allora il nostro paesaggio in due 2D –
la parete non piana – è collegato a tutto ciò che lo circonda, il marciapiede
che viene rifatto, la parete opposta, il panorama fuori da queste pareti, le
azioni che ricoprono, il pensiero fugace presente nella testa di colui che
condivide il mondo sul muro, nel cuore di questa realtà. Questa traccia include
tutti i momenti della vita di una persona che sono riassunti in quell’unico
pensiero.
E ‘anche la fine di un
mondo e di storie personali che possiamo ancora guardare. Per questo è interessante
mostrare le foto dell’Ospedale Psichiatrico della Maddalena, già esposti
all’Istituto Francese di Napoli nel mese di gennaio 2016. In primo luogo,
perché questo posto, oggi abbandonato, è segnato dalle parole scritte sui muri,
ma anche raccolte, archiviate nei documenti che costituiscono il suo patrimonio
umano, vale a dire le cartelle cliniche.
Questa mostra doveva per
forza essere legata anche alle mie foto di Marsiglia, terra dove vivo, città del
sud della Francia che ho adottato, città’ tanto legata storicamente e
umanamente alle migrazione del Sud italiano e al Mediterraneo come orizzonte.
La Terra marsigliese raccontata, la cui evoluzione è stata descritta acutamente
nei suoi racconti da Jean-Claude Izzo.Il suo presente urbanistico ed umano
cerca ancora il suo modello di sviluppo, tra un nord attraente per la sua
potenziale uniformità economica che permette di contrastare un apparente marginalità,
e un sud più culturale che permette la sopravvivenza di una storia comune nel
Mediterraneo.