aperta al pubblico dal 21 giugno fino al
21 ottobre, ed ospiterà 20 importanti opere della galleria degli Uffizi di
Firenze; Firenze a casale, insomma. A cura di Antonio Natali (Direttore della
Galleria degli Uffizi) e Fabrizio Vona (Direttore del Polo Museale Regionale
della Puglia), la mostra sarà significativamente ospitata presso Casa don Diana, via Urano 18 a Casal di Principe,
Caserta. >>>>
La scelta di
ospitare l’esposizione nella villa confiscata al boss Egidio Coppola detto
“Brutus”. Oggi recuperata, ed assegnata
al “Comitato don Peppe Diana”, è un auspicio: dal male può nascere il
bene, dal brutto degli assassini può essere inaugurato il bello di un popolo
nuovo. Con la convinzione che la
brutalità delle barbarie della violenza si può sconfiggere con la bellezza dell’arte. Una
mostra coraggiosa ,che vuole contribuire
all’utilizzo dei beni confiscati alla camorra di utilità sociale e economica per
il rilancio di territori che sono stati per decenni luoghi faide, e
di morte. Non a caso; mostrare le opere d’arte tra le più belle del mondo in
una ex villa di un boss dei casalesi intitolata a Don Peppe Diana, simbolo della lotta alla criminalità è
un segno importante di riscatto e di rinascita.
Puntare i riflettori nel tunnel dell’oscurità; su una terra
martoriata, e stuprata, una nuova luce riesce ad entrare. Dall’illegalità
alla legalità, nasce così il titolo della mostra : “La luce vince l’ombra”. Si
concentra l’attenzione sulla pittura del Seicento di artisti napoletani o
legati a Napoli dall’espressione di Caravaggio: esporre i caravaggisti, poiché
hanno un filo conduttore che li legava a questo territorio ed è
l’attentato che la mafia fece il 27 maggio.
Tra le opere eccezionali, le tele di Artemisia Gentileschi (Santa
Caterina d’Alessandria), di Luca Giordano (Carità), di Mattia Preti
(Vanità) . Un altro passo avanti, come tentativo che si prefigge di combattere la criminalità senza violenza, ma con la forza della bellezza.
I giovani del luogo raccontano il bello e il brutto, entusiasti di portarci per mano per farci da guida turistica; per far si
che conoscere, esplorare tanta bellezza significhi
aprire gli occhi. E ne sono straconvinti. Vogliono dimostrare
che l’unica via per vincere la camorra è la cultura. Formare una nuova
coscienza proprio come “Arte”. Non più terre di camorra, ma terre della
legalità, arte e cultura. Non più terre
dei fuochi, ma terre di lavoro e di pace.