L’ormai
logora e usurata maggioranza che aveva sostenuto Giuseppe Sagliocco negli
ultimi tre anni non ha retto all’ultimo scossone ed è andata in frantumi in
occasione dell’approvazione del Bilancio di Previsione 2015. Subito dopo le
dimissioni del Sindaco e la fine anticipata della consiliatura, gli
schieramenti hanno iniziato in gran fretta la fase di riposizionamento per
farsi trovare pronti in vista delle amministrative della prossima primavera. Le opposzioni, fino a qual momento
congiunte, del PD e di Forza Italia, hanno iniziato a sgomitare alla ricerca di
uno spazio proprio che le ponga in alternativa alla giunta Sagliocco, facendo
dimenticare anche qualche particolare “fastidioso”: il centrodestra
ha interesse a non ricordare d’aver sostenuto Sagliocco in campagna elettorale
e di avergli fornito una maggioranza bulgara per un anno e mezzo; il
centrosinistra ha premura di glissare sulla “morbida” opposizione di
questi anni che, in più di un caso, ha reso alla giunta le cose facili. >>>>
Da
entrambi gli schieramenti l’ex Sindaco è visto come una sorta di anomalia, un
diversivo dell’ordinario svolgimento della dialettica politica cittadina che
deve essere riportata allo status quo precedente. E’ stato chiaro, sin dalle
prime dichiarazioni post-commissariamento, che, mentre il centrosinistra tenta
di usare Sagliocco come clava per attaccare i dissidenti forzisti accusandoli,
in sostanza, di essere stati i responsabili dell’attuale situzione critica
delle casse comunali maturata all’epoca delle giunte Ciaramella, il
centrodestra, all’opposto, si smarca dall’ex primo cittadino accusandolo
proprio di aver agito in discontinuità con la programmazione del decennio
ciaramelliano. Le lancette della politica aversana sembrano tornate indietro al
2012, come se gli ultimi tre anni non ci fossero stati, come se i contendenti
di sempre, tenuti forzatamente lontani dal sindaco-sceriffo, vogliano tornare
ora a combattarsi archiviando la anomala parentesi sagliocchiana. Del resto
anche i nomi in corsa per la candidatura a Sindaco sono pressoché gli stessi di
tre anni fa, ma oggi hanno uno spirito diverso, quasi da “piccolo
mondo”, sembrano inscenare un benevolo contrasto come fra Peppone e Don
Camillo. I due schieramenti hanno ora una paura comune: il Movimento 5 Stelle.
Si teme il voto di rottura e di protesta che gli aversani, amareggiati e delusi
dalla solita solfa, potrebbero riversare sui grillini, tagliando nuovamente i
partiti tradizionali fuori dai giochi. Da un po’ allora circola una pazza idea,
quella che qualcuno chiama “grande coalizione” e qualcun altro
“governo di salute pubblica”, in sostanza un inedito cartello
elettorale tra centrosinistra, centristi e pezzi di centrodestra per affrontare
le elezioni sostenendo un candidato della, eternamente invocata, società
civile, un personaggio fuori dagli schemi dei partiti che sia di garanzia per tutti
e riconquisti la fiducia dei cittadini.
Qualche contatto preparatorio forse è anche già partito ma gli sviluppi,
se ci saranno, arriveranno solo tra qualche mese e non potranno non tener conto
dei risultati delle ultime elezioni regionali, nelle quali Aversa è stata
terreno di conquista per i candidati “esteri” di entrambi gli
schieramenti.