Apro, stamane, Corriere.it. Trovo
l’articolo: “Italicum, Bersani: non esco
dal Pd, lo strappo è di Renzi“. Leggo. Riassumo le affermazioni di Bersani
in ordine. Ne esce fuori il seguente quadro: “Si ricordano degli ex
leader per chiedere loro lealtà solo quando si tratta di votare queste fiducie,
non quando ti rimuovono /_ – “buttare
fuori” – _/ dalla commissione o non
ti invitano alle feste“; “non posso
accettare come cittadino, parlamentare, membro del partito democratico che si
zittisca il Parlamento su un tema come la legge elettorale“; “è una persona /_ – “Roberto Speranza” – _/ di
principi, …, e ogni deputato davanti al tema della democrazia deve fare la sua
scelta“. >>>
Perfetto, tanto affermato ti aspetti una conclusione
coerente. Pensi che la conclusione costituisca il frutto di un sobbalzo di
coscienza. E di dignità. E di coerenza. Pensi: finalmente Bersani ha avuto il
coraggio, ha osato. Finalmente la Sinistra esce dall’umiliazione in cui versa
costantemente. Umiliazione che riguarda anche valori come la Solidarietà, le
Tutele, il Welfare… Ed invece no, invece devi sentirti dire che: “Io /_ Bersani _/ non esco dal Pd“. Ti cadono, allora, le braccia e quant’altro. Ma non è finita qui.
Ti dicono pure che: “bisogna tornare al
Pd“. E, dulcis in fundo, che non esiste lo spettro della scissione da parte
di chi non voterà la fiducia sull’Italicum. Ed allora ti viene la rabbia in
corpo per simile immobilismo, incapacità di innovare, di cambiare, di costruire
un’alternativa. Spettro della scissione? Ti chiedi come è possibile, dove sono
finiti i Valori della Sinistra. In quale dimenticatoio insieme alle Tutele,
alla difesa dei più deboli, alla solidarietà e simili. Siamo proprio senza
nessuno che difenda chi non appartiene alla categoria formata da banche, mondo
finanziario, imprese, euro, troika. Chi non vuole, cioè, il capitalismo senza
regole. E così, tappandomi il naso, continuo ad affidare la mia opposizione e
le mie fievoli speranze ai 5Stelle.