Quest’anno scolastico il Liceo Classico Paritario Vescovile di
Aversa “Card. Innico Caracciolo”, tramite il
prof. Antonio Serpico, con il
patrocinio morale del Serra Club e
l’approvazione del Vescovo, Sua Ecc.za Reverendissima Mons. Angelo Spinillo, ha
promosso un progetto di attività didattica originale, che attualmente è in
svolgimento: uno studio in collaborazione tra quattro classi di quinto liceo appartenenti ad Istituti
diversi del Comune di Aversa, incentrato sul seguente tema: Il
rapporto tra ragione e fede in uno dei massimi filosofi dell’Illuminismo
tedesco: Immanuel Kant. >>>continua>>>
Partecipano alla sua attuazione, con regolare autorizzazione dei
rispettivi Collegi dei docenti e
Dirigenti Scolastici, gli alunni e i docenti appartenenti ai
seguenti Istituti:
– il Liceo Vescovile
Paritario “I. Caracciolo” (V sez A, guidata dallo scrivente);
– il Liceo Scientifico
Statale “E. Fermi” (V sez O, guidata dal
prof Tommaso Granata);
– il Liceo Statale “N.
Jommelli” (V sez. Pedagogico, guidata dalla professoressa Lucia Mariniello);
– lo stesso Liceo Statale
“N. Jommelli” (V sez Linguistica, guidata dalla professoressa Carmen Stabile).
Le ragioni che sono alla radice di questa esperienza sono varie.
La prima è che l’argomento negli ultimi tempi è divenuto
particolarmente attuale al punto che:
– finanche Papa Francesco, in collaborazione con il papa emerito Benedetto XVI, ne ha trattato
ampiamente nell’enciclica Lumen fidei,
la quale ha riscosso molti apprezzamenti
e notevole successo editoriale tra credenti e non;
– lo stesso Papa
Francesco il 4 settembre del
giornalista E. Scalfari per le
critiche negative da quest’ultimo rivolte alla stessa enciclica,
– ed, infine, il Papa
emerito il 24 settembre dello stesso anno ha fatto altrettanto con il
matematico prof. P. Odifreddi, che
in un suo lavoro aveva esposto dubbi sulla credibilità della figura di Gesù
quale emerge da scritti di Benedetto XVI risalenti ad anni precedenti,
sostenendo in definitiva che la teologia è fantascienza.
Ciò ha avuto come conseguenza che, nei mesi scorsi, a volte per
la strada, altre volte nei circoli o salotti frequentati, discutendo dello
stesso tema, si ripetesse acriticamente quanto spesso viene affermato negli
ambienti dei credenti o in quelli
dei non credenti. Nei primi si
sostiene quanto la Chiesa ha sempre affermato e, cioè, che per conoscere la
realtà e se stesso l’uomo ha bisogno del sapere scientifico-filosofico e della
fede. Magistrale, a tal proposito, è la lezione che ci hanno lasciato Autori
santi come Sant’Agostino, San Tommaso e, in ogni epoca, i documenti ufficiali
della Chiesa, non ultimi l’enciclica Fides
et ratio e l’enciclica Lumen fidei , ( cfr. specialmente il paragrafo intitolato Il dialogo tra fede e ragione – Libreria
Editrice Vaticana, pp. 45 e segg.).
Negli ambienti dei non credenti,
invece, la tesi ultima ribadita più o meno da tutti e spesso in maniera
acritica è che l’uomo di scienze e il filosofo non possano dare valore alla
religione se non vogliono rinnegare se stessi e la loro cultura.
Il secondo motivo è che i sopraindicati docenti, al fine di
sottrarre gli alunni e se stessi
all’influenza di posizioni
precostituite, hanno pensato di studiare
il problema di cui al progetto, affidandosi ad una delle pietre miliari
della storia del pensiero filosofico, Immanuel Kant, che lo affrontò in un itinerario di ricerca
trentennale (dal 1763 al 1793), svolto
alla fine del Settecento, attraverso una meditazione profonda e
appassionata per effetto della quale, dopo essere stato a lungo sostenitore
della tesi che negava ogni valore al pensiero religioso, giunse alla fine ad
affermare la naturalità e razionalità
della fede cristiana. Essi hanno ritenuto che l’impegno nel progetto può
consentire un approccio favorevole
all’esame razionale delle diverse posizioni prima indicate non soltanto
per l’autorevolezza del filosofo tedesco, ma anche perché la sua ricerca si
sviluppò in luoghi e tempi diversi dai nostri, e, quindi, può ben essere
utilizzata al fine di aiutare gli studenti a percorrerne le tappe in maniera serena e spassionata, senza subire
i condizionamenti che possono venire dall’attualità, e ricorrendo, ovviamente,
ai testi dell’Autore tedesco reperibili nel nostro Paese in buona traduzione in
italiano.
Altre ragioni della promozione del progetto si possono ritrovare
nel fatto che, studiando le varie tappe della ricerca kantiana, è
possibile perseguire anche il
conseguimento dei seguenti “obiettivi finali”, che sono propri dell’insegnamento
della filosofia dei Licei.
Infine ,ma non ultimo, il desiderio di impegnarli in un tipo di
studio non consueto, capace di indurli a esaminare a fondo e a sforzarsi di ben
capire ragionamenti non semplici, realizzati in uno stile espositivo in cui il
periodare è quasi sempre assai complesso e le idee vengono veicolate da
termini spesso nuovi, nonché a discutere
all’interno di un pubblico numeroso, composto oltre che da quasi cento
studenti, anche dai docenti delle classi partecipanti, dalla professoressa
Maria Luisa Coppola e, spesso, da Sua
Ecc. Rev.ma il Vescovo e da qualche
autorità scolastica.
A conclusione
del lavoro a
tutti gli alunni che avranno partecipato con impegno alle attività previste dal
progetto il Serra Club di Aversa rilascerà un attestato di frequenza, e nel
caso fossero state prodotte da loro pagine pregevoli sui vari momenti del
studio di Kant, lo stesso Serra Club potrebbe,
con l’aiuto dei docenti impegnati nel corso ed indicando il nome degli studenti
che le avranno scritte, pubblicare queste pagine formandone un piccolo libro.