La Città, di origine incerta, forse di fondazione etrusca, non testimonia tracce rilevanti della sua riconosciuta antichità letteraria. E’ caratterizzata, oggi come due millenni fa, da 14 chilometri di rigogliosa macchia mediterranea, 27 di costa sabbiosa continua dalla superficie di 72 chilometri quadrati. Il fiume Volturno – principale corso d’acqua dell’Italia meridionale sia per lunghezza che per portata – attraversa la Città. Castel Volturo è stata il crocevia obbligato per quanti, provenendo dal mare intendevano inoltrarsi all’interno, fino al porto Casilinum (attuale Capua) e poi a Capua (attuale Santa Maria Capua Vetere). Importante centro commerciale, la città svolse fino ai tempi della Guerra Gotica (metà del VI sec. d.C.) la funzione principale di emporio commerciale. >>>>
Qui, nel 95 d.C., l’imperatore Domiziano Flavio fece costruire la strada che ancor oggi porta il suo nome, per collegare Puteoli (attuale Pozzuoli) all’Appia e quindi a Roma, e un superbo ponte, che univa le due sponde del fiume richiamato da Papinio Stazio, poeta romano del I sec. d.C., nelle Silvae. Nel IX secolo i Longobardi costruirono l’attuale castello su un piede superstite del ponte (quello meridionale) che, in periodi successivi, divenne la residenza di potenti famiglie normanne, sveve e aragonesi. Fra le principali emergenze architettoniche cui la Città deve far fronte vi sono l’antico Borgo San Castrese e la Torre di Patria. Non meno urgenti sono però i rilievi e il recupero di Liternum. Ancorché imprecisata la collocazione del sito, è verosimile che esso debba configurarsi con l’area archeologica sulle sponda sud del lago di Patria (antico fiume Clanio). Qui Publio Cornelio Scipione l’Africano avrebbe trascorso il suo volontario “esilio” e i suoi ultimi anni in una residenza di famiglia, in una località incerta, probabilmente nelle terre che i suoi legionari si videro assegnate dopo la battaglia di Zama alla fine della II guerra Punica (202 a.C.). Fra le bellezze naturalistiche, di grande valore ambientale, ricordiamo l’Oasi dei Variconi e l’area della riserva naturale Foce Volturno, Costa di Licola e Lago Falciano. La prima è una delle più importanti aree umide della Campania, protetta dalla Convenzione di Ramsar per le funzioni che svolge nei cicli biologici di molte specie di uccelli migratori e per la presenza di alcune specie di piante rare. La seconda copre i 27 chilometri di spiaggia del litorale e comprende alcune aree SIC (Siti di Interesse Comunitario) e ZPS (Zone di Protezione Speciale). La posizione strategica, baricentrica rispetto agli importanti centri di Napoli e Caserta, la vicinanza ai Campi Flegrei – tra i luoghi di maggior prestigio di un tempo, privilegiati delle più antiche famiglie patrizie di Roma, che qui costruirono residenze di campagne e ville lussuose – le numerose emergenze storico-architettoniche e paesaggistiche, come l’antico borgo San Castrese, la Torre e il lago di Patria, e l’Oasi dei Variconi, congiuntamente a un’efficiente e fitta rete di collegamenti e ai progetti in fase di realizzazione per la Città, costituiscono delle indubbie potenzialità perché Castel Volturno possa aspirare a diventare uno dei più importanti poli turistici della Regione. Si reputa però che la Città possa esprimere al meglio le proprie potenzialità, solo se inserita in un progetto a scala sovra-comunale e considerata uno fra i principali punti focali di un “distretto culturale” provinciale. In effetti, a conferma di questa ipotesi, si registra che sono già in progetto numerose opere infrastrutturali che renderanno sempre di più il Comune litoraneo un attrattore turistico regionale. In un raggio di trenta chilometri, inoltre, sono stati già costruiti grandi centri commerciali e complessi alberghieri, tra cui, il Tarì di Marcianise (mercato dell’oro), il CIS di Nola (mercato dell’abbigliamento Made in Italy), the Holiday Inn e the Hyppo Kampos Resorts che, rispettivamente, con i loro campi da golf e impianti sportivi immersi nella natura, attraggono appassionati da tutto il mondo. Affinché il progetto del “distretto culturale” provinciale possa realmente essere realizzato, si reputa indispensabile la partecipazione dei principali stakeholders del territorio. L’intera comunità di Castel Volturno deve riappropriarsi delle matrici identitarie del territorio e riacquistare quel senso di appartenenza che rende i cittadini di un luogo fieri a partecipi alle scelte che delineano lo sviluppo della città. Alle opere strutturali, bisogna integrare un insieme di valori intangibili, quali sicurezza e fiducia, necessarie precondizioni per lo sviluppo dei luoghi, che consentano di avviare un processo virtuoso di risanamento del sistema ambientale.
* Alessandro Ciambrone. Architetto. Presidente Associazione Albergatori e Ristoratori del Litorale Domitio. Vice Presidente Club UNESCO Caserta. alessandro.ciambrone@gmail.com