UNISCAPE è il network di Università che sostengono la diffusione e l’applicazione dei principi della Convenzione Europea sul Paesaggio, siglata a Firenze nel 2000 e divenuta operativa nel 2004. L’obiettivo è di rinforzare la cooperazione interdisciplinare fra le Università europee particolarmente interessate alle tematiche del paesaggio, specialmente nel campo della ricerca e dell’educazione. Il network è attualmente costituito da 53 membri provenienti da 13 Paesi. Il Dipartimento di Architettura Luigi Vanvitelli della Seconda Università di Napoli, diretto dal prof. Carmine Gambardella, è membro fondatore di UNISCAPE, grazie all’interessamento della prof. Jolanda Capriglione, docente e delegata SUN, nonché Presidente del Club UNESCO di Caserta. >>>>
Studenti, dottorandi, ricercatori e docenti del Dipartimento di Architettura d’Aversa partecipano attivamente al vivace dibattito culturale internazionale che si è innescato grazie alle prime tre edizioni dei Seminari di Careggi (sede operativa di UNISCAPE, villa Medicea) che si sono svolti a Firenze, dal titolo: i) “partecipazione pubblica nella progettazione paesaggistica” (10 novembre 2011); ii) “i paesaggi rurali” (16 aprile 2012); iii) “il ruolo del paesaggio sonoro in una prospettiva bio-culturale” (14 giugno 2012).
Fondamentale il dibattito sul paesaggio in Italia, il Paese con il più alto numero di siti Patrimonio Mondiale protetti dall’UNESCO – ben 47 – e di riferimento per tutti gli Stati al mondo nel campo della legislazione per la tutela e valorizzazione dei beni culturali e naturali.
Purtroppo però, negli anni successivi alla II Guerra Mondiale, le politiche di pianificazione paesaggistica e territoriale, lontane dalla partecipazione pubblica nel processo di planning e gestionale, non sono state all’altezza delle proprie potenzialità. Conseguenza: un’inevitabile deterioramento diffuso dei paesaggi italiani, una volta meta privilegiata nei Grand Tour di intellettuali e visitatori stranieri. Il paesaggio come «un’area così come percepita dalle popolazioni» (Convenzione Europea del Paesaggio) presuppone invece proprio il coinvolgimento delle collettività locali nei processi di tutela e modificazione del territorio. In tale logica, si reputa che le basi per ogni progetto siano legate a una conoscenza pluridisciplinare e multidimensionale del paesaggio, che non coinvolga solo la vista – come unico elemento di lettura estetico – ma tutti i sensi in un processo cognitivo teso alla riscoperta degli elementi materiali e intangibili che hanno caratterizzato la cultura del luogo. La proposta operativa è il risultato quindi di una conoscenza approfondita che deve essere condivisa non solo dagli addetti ai lavori e dalle Università, ma soprattutto dalle popolazioni locali per divenire progetto e processo collettivo.