A volte mi domando: “Dove ho sbagliato?”. Un imprevisto, una situazione ingarbugliata, un’ esclamazione dettata dall’incapacità di superare un’ennesima difficoltà: perché ancora a me? Con il pensiero mi sembra di tornare indietro. Gli stessi sentimenti, le stesse logore sensazioni. Le stesse reazioni, in apparenza, agli stessi macchinosi colpi bassi. Eppure non può essere così. >>>>
Perchè la strada percorsa è stata lunga e non si può cancellare. E ciò che ho percorso mi ha cambiata, mi ha mutata Se pensassi di essere tornata indietro, dovrei credere di essere ancora la stessa di allora, ma non è così. Ok, ci sono le ricadute, mica si diventa miracolosamente Ghandi riuscendo a farsi passare sopra qualsiasi bomba carta umana! Devo solo ricordarmi chi sono e comportarmi di conseguenza. Chiedermi cosa ho imparato. Ho imparato a non crogiolarmi nel passato, perchè è passato, concluso e niente lo può cambiare. Ho imparato a non preoccuparmi eccessivamente per il futuro, perchè è ancora troppo lontano. Devo lavorare sul presente. Sull’Io presente. Ma senza fossilizzarmi sulle idee. Kierchegaard ha detto: “Le idee fisse sono come, per esempio, i crampi ai piedi: il rimedio migliore è camminarci sopra“. Cerco di essere più flessibile, allora. Che non vuol dire essere iperdisponibile o accondiscendente… Magari significa saper prendere posizione e sperare che l’altro capisca. Vuol dire imparare ad essere flessibili con se stessi…la vita è più forte di ogni buon progetto a lungo pensato, più misteriosa di un labirinto, più imprevedibile di ogni ipotetica ragionevolezza. E mi vengono in mente delle meravigliose parole: “Flettiti e resterai integro, piegati e ti raddrizzerai, svuotati e sarai colmato, consumati e ti rinnoverai, abbi poco e riceverai molto, abbi molto e sarai confuso.“. Canna al vento, strapazzata dall’afa estiva, dalla sabbia del deserto che arriva fin qui, ma non lambisce il mio cuore né la volontà di guardare l’oltre con rinnovata energia. Non vè stop ai sogni…