Domenico Cimarosa (Cimmarosa secondo il certificato di battesimo), musicista e compositore, nacque ad Aversa, dicembre 1749. Morì a Venezia, inizi del 1801. >>>
I suoi genitori si trasferirono a Napoli subito dopo la nascita del figlio. La famiglia era molto povera. Il padre morì, lavorando nella costruzione del Palazzo Reale di Capodimonte, quando Cimarosa aveva sette anni. La madre, di conseguenza, si vide costretta a lavorare come lavandaia nel Monastero di San Severo dei Padri Conventuali. Il Padre Polcano, organista del Monastero citato, fu colpito dalle capacità dello studente e cominciò a dargli lezioni di musica. Cimarosa a soli undici anni ottenne l’ammissione al Conservatorio di Santa Maria di Loreto. Da qui andò via undici anni dopo. Divenne un buonissimo pianista e violinista. Emerse anche come cantante. Una volta lasciato il Conservatorio ricevette lezioni di canto dal castrato Giuseppe Aprile. Cimarosa preferì, però, comporre, anche da studente. Fu l’alunno più in evidenza nell’ambito del corso di composizione. Quando terminò gli studi nel Conservatorio di Santa Maria di Loreto – anno 1771 – continuò a studiare composizione con Piccinni. Fino a quel momento compose un gran numero di messe e motetes. Nel 1772, grazie alla commedia Le stravaganza del conte, divenne compositore di moda. Tale opera fu messa in scena, per la prima volta, nel Teatro dei Fiorentini di Napoli. A Roma divenne popolare rapidamente. Di lui rimase impressionato persino Goethe dopo avere assistito, durante la permanenza romana, all’opera comica L’impresario in angustie. Goethe, nel suo Italienische Reise (Viaggio Italiano), elogiò il gran senso dell’umorismo che ebbe ad apprezzare in tale opera. Nel 1780, nella Scala di Milano, esordì L’Italiana in Londra. Circa tale teatro occorre precisare che fino a buona parte del secolo XIX, incluso con Rossini in auge, La Scala rappresentò opere del compositore aversano. Cimarosa fu nominato organista supernumerario della Cappella Reale Napoletana e Maestro del Conservatorio Ospedaletto di Venezia. Nel 1787 fu proposta all’illustre aversano la carica di Maestro di Cappella presso la corte di Caterina II, in San Pietroburgo. Cimarosa accettò la proposta. Durante il viaggio verso la Russia, Cimarosa si fermò a Vienna dove la sua musica era molto apprezzata. Ivi venne presentano a Giuseppe II di Austria e di tal maniera si rafforzarono i legami dell’illustre aversano con la corte viennese. In Russia Cimarosa continuò a comporre opere. Nel 1791, però, abbandonò la corte. Questa fu attraversata da una grave crisi economica che, in breve, costrinse a ‘licenziare’ la gran parte dei compositori (quasi tutti italiani) a cui dava lavoro. Giuseppe II tentò di convincere Cimarosa a restare sotto la propria protezione. E, difatti, a Vienna ricevette l’offerta di rivestire la carica di Kapellmeister e fu incaricato di comporre un’opera. Il risultato dello svolgimento di quell’incarico – Il matrimonio segreto – costituisce l’opera più importante e famosa dell’autore in discorso. Fu, per la prima volta, messa in scena il 7 febbraio 1792. Il successo fu così incredibile che l’imperatore ordinò che venisse ripetuta dal principio alla fine. Cimarosa raggiunse una grandissima popolarità nella società viennese. L’illustre aversano fece rientro a Napoli nel 1793. Nel 1796 venne nominato organista principale della Cappella Reale. Nello stesso anno i rivoluzionari francesi presero Venezia e tre anni dopo obbligarono il re Ferdinando IV di Borbone ad abbandonare Napoli. Cimarosa compose, allora, un inno patriottico, con testo di Luigi Rossi, per l’incendio della bandiera reale. Senonchè le truppe leali al re Borbone riconquistarono Napoli con la conseguenza che Cimarosa venne a trovarsi in una posizione difficilissima da difendere nei riguardi della monarchia. Egli pensò di potersi salvare componendo una cantata in onore di Ferdinando IV, epperò l’impresa non gli riuscì e fu arrestato, mandato in prigione e condannato a morte. L’intervento della Chiesa evitò l’esecuzione della condanna a morte ed ottenne la liberazione di Cimarosa. A questo punto Cimarosa si ritirò a Venezia. Ivi morì nel 1801. Girò la voce che il compositore era morto avvelenato per ordine della Regina Maria Carolina. Lasciò incompleta la sua ultima opera, Artemisia.
* Testo estratto dal libretto del cd “Le Sonate per pianoforte” di Domenico Cimarosa eseguite da Yago Mahugo Carles. Editore Associazione Gaetano Parente