Festa della Donna, festa di tutte le Donne. Bianche e nere. Professioniste o casalinghe. Atee o credenti, cattoliche o mussulmane o induiste. Festa della Donna, Donna-Madre, Donna-Moglie, Donna-componente della Coppia di fatto. Festa di chi ha subito ingiustizie e soprusi. Di chi nemmeno poteva votare sino a qualche tempo fa. Di chi era sottomesso al marito, sino a pochissimo tempo fa. Festa di chi, in realtà, appare, oggi, in netta superiorità sull’uomo. Festa di chi vanta una maturità superiore a quella dell’Uomo. Festa di chi è attento ai particolari. Festa di chi, da sempre, ha organizzato e assunto il timone della barca familiare. Festa di chi ha dovuto lottare per raggiungere parità di diritti. Di chi ancora deve lottare per fare carriera in una società maschilista nonostante tutto. Festa di chi sa soffrire senza parlare. Di chi affronta il parto, pericoloso e doloroso prima, durante e dopo. Festa di chi ancora subisce violenze fisiche e sessuali. Festa della Livni. Come di tante sconosciute casalinghe. Festa della Merkel, come di tante sconosciute prostitute costrette a vendere il proprio corpo. Festa della Marcegaglia, come di tante silenziose lavoratrici. Festa della primo ministro islandese lesbica come di tante sconosciute donne che amano donne. Festa per non dimenticare, per proseguire, per raggiungere, effettivamente, una parità che dall’inizio del mondo doveva essere ovvia. Festa per ringraziare chi ci ha messo al mondo. Ed ha messo al mondo i nostri figli. Festa per chiedere scusa. Festa per imparare, da domani, a cucinare. Ed a mettere un bottone. Ed a stirare. Festa per prendere esempio. Festa per esprimere stima, rispetto, ammirazione. Con la speranza di vedere in Chiesa, al più presto, una Donna celebrare messa o una Donna Papa. /_ Foto di Stefania Perugini _/