Chi è senza pregiudizi e preconcetti scagli la prima pietra ( giudizio, condanna, sentenza etc.etc..). Vi sono alcuni aspetti di questa problematica vicenda che vorrei condividere.
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La spettacolarizzazione o diffusione di tanti eventi ha uno scopo immediato (quello di vendere, di fare cassa, di diffondere quel tipo di informazione) ed uno a lunga gittata (l’ampliamento della coscienza collettiva, la spinta – anche nell’uomo di strada – a porsi quesiti, a coltivare dubbi, ad uscire dai clichè del preconfezionato).
Gli antichi Greci l’hanno avviato più di 2500 anni fa con le tragedie, il dramma. Contrariamente ai miti ed alle parabole – doni divini – il dramma e la tragedia impongono all’uomo di scendere nel suo profondo, di non poggiarsi sugli altrui insegnamenti, di mettere in discussione i dogmi.
La tragica e dolorosa – per lei e la sua famiglia – esperienza di Eluana, imposta a noi con tutti i mezzi di informazione, ci ha fatto tanto ‘riflettere’ e lo farà a lungo.
Da medico che ha salvato vite umane, come ne ha visto morire tante di più, non condivido la supponenza e l’acrimonia di chi pensa di possedere la verità e di avere la soluzione giusta.
L’epoca odierna ha decretato la fine dei dogmi, la necessità crescente di bere alla fonte della conoscenza e della saggezza, patrimonio di tutta l’umanità, non di una parte.
Mi chiedo da tempo perché miliardi di persone desiderano spostarsi e cercare fortuna nell’Occidente. Certo per uscire da condizioni di schiavitù, di povertà, di malattie e di morte prematura, ma soprattutto per vivere il dramma della vita in una gara non più truccata che consenta loro di cominciare a sorridere e gioire, di credere in un futuro più ricco, più gratificante, più luminoso, di diventare dei pari.
Desidero ringraziare l’entità animica che per tanti anni ha assistito e fatto amorevole compagnia all’entità corpo di Eluana, in gran riservatezza, senza clamori e battage pubblicitari.