«Gli italiani sono i primi consumatori al mondo di acque minerali – commenta Antonio Pascale, presidente di Legambiente Geofilos – Ogni anno ne bevono quasi 190 litri a testa, in media. E fuori casa, nei locali pubblici, bevono quasi esclusivamente acqua in bottiglia. Spesso sono gli stessi gestori che, alla richiesta di acqua in brocca o un bicchiere di acqua di rubinetto, spiegano di non poterla servire, anche se nessuna legge lo vieta».
Ricordiamo che l’Italia è il Paese in cui si ha il maggior consumo di acqua in bottiglia nel mondo, (oltre mezzo litro a testa al giorno).
Un dato in costante aumento, triplicato in poco più di 20 anni (nel 1985 erano appena 65 litri), e con esso anche il volume di affari per i produttori di acqua minerale è aumentato e di molto.
Un business miliardario per le industrie dell’acqua minerale che sarebbe favorito, secondo Legambiente e Altreconomia, anche dai canoni di concessione molto bassi che vengono versati alle Regioni. Si va dai 3 euro ogni mille litri prelevati in Veneto ai 5 centesimi ogni mille litri della Campania.
In molti casi questi introiti non sono neanche sufficienti a coprire le spese sostenute per lo smaltimento delle numerose bottiglie in plastica derivanti dal consumo di acque minerali che sfuggono alle raccolte differenziate.