Con rabbia e frustrazione, con angoscia ed impotenza, abbiamo vissuto tra montagne di rifiuti.
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Come se fossero esse stesse la rappresentazione plastica del profondo abbandono etico e umano che sta consumando come un cancro l’intero tessuto civile del nostro territorio.
Le istituzioni e la politica sono oramai estranee alle domande dei cittadini: tra questi cumuli dirifiuti, reali e metaforici, esse hanno seppellito quotidianamente i diritti, la legalità, la solidarietà, i beni comuni; sotto questi cumuli di rifiuti esse hanno piegato ogni giorno di più i nostri corpi e le nostre anime alla esclusiva logica del vantaggio personale, dell’arricchimento, del privilegio, della sopraffazione.
Chi governa è attore diretto di questa predazione del bene pubblico.
Chi si dovrebbe opporre non lo fa, anzi spesso è complice di chi governa.
Non c’è più distinzione tra maggioranze ed opposizioni e in questo magma indistinto a morire è la democrazia e lo stesso tessuto civile di una città e di un intero territorio.
Noi pensiamo che questo stato di cose non sia irreversibile, né ineluttabile, né ci rassegniamo all’impotente indifferenza diffusa. Pensiamo invece che questo territorio e la sua gente abbiano ancora il coraggio, le energie e le intelligenze per essere protagonisti di un processo di risanamento e di ricostruzione di una rete di relazioni civili, sociali e culturali.
Occorre quindi incominciare un nuovo cammino.
Invitiamo tutti quelli che ne condividono lo spirito ad aderire a questo appello e a partecipare ad un incontro pubblico il giorno 6 febbraio alle ore 18,30 presso il locale “METRO‘” in Viale Kennedy 160 (di fronte ex Texas).
Sarà un momento di discussione e confronto nel merito delle questioni aperte e della verifica della possibilità di costruzione di un nuovo processo di cambiamento.